«Invitiamo, pubblicamente gli Enti preposti che poi sono Trenitalia\Rfi; nonché le Amministrazioni Territoriali, a progettare e finanziare la creazione di varchi idonei perché si possa riacquistare il rapporto tra territorio e mare» è questo l’appello che il coordinamento provinciale del Movimento per la Rinasciga del Pci e l’Unità dei Comuniti ha rivolto alle autorità.
Il Movimento, infatti, ha denunciato la situazione di Brancaleone-Bruzzano Zeffirio, il cui tratto di mare è isolato, in quanto non ci sono sbocchi che consentano, razionalmente; legittimamente di arrivare in spiaggia.
«Si tratta – si legge in una nota – di un problema atavico nel nostro territorio. Spesso, abbiamo realizzato opere infrastrutturali dimenticandoci che sarebbero diventate delle barriere insormontabili tra il mare ed il resto del territorio. Ma la cecità si è nuovamente verificata allorché, pochissimi anni or sono (novembre 2015), una mareggiata coniugata ad una alluvione hanno divelto un tratto di ferrovia. Probabilmente, l’esigenza di ripristinare in fretta il tratto di linea ferrata per consentire il riavvio del passaggio dei treni ha fatto dimenticare una esigenza che, evidentemente, in quel dato momento è passato in secondo piano: l’esigenza di lasciare sbocchi verso il mare».
«Cosicché – continua la nota – quel tratto lungo qualche chilometro è inarrivabile; non vi sono sbocchi; non vi sono percorsi che consentano di arrivare con mezzi; che consenta alle persone anziane; non autosufficienti, di arrivare comodamente sulla battigia. Ebbene, sembra paradossale ma, nonostante siano trascorsi degli anni, nessuno ha pensato come risolvere un problema che certamente non è secondario. Né le Amministrazioni locali interessate; né la Città Metropolitana; né la Regione ha adottato misure idonee; per cui quel tratto di mare rimane come una perla in uno scrigno: inarrivabile».
«Abbiamo voluto – continua la nota – per questa ragione accendere i riflettori su questo problema, non solo a beneficio futuro dei cittadini di quelle zone ma per perseguire una prospettiva più generale che riguarda le politiche di sviluppo del nostro territorio. Tutti parliamo di sviluppo turistico; di rilancio della nostra Regione. Eppure, poi ci troviamo ad avere un mare e delle spiagge invidiate da tutto il mondo; eppure non abbiamo la presenza di turisti nei nostri territori. Immaginiamo che un tour-operators che decida di portare in quella zona una comitiva di turisti: ebbene, li dovrebbe far passare (cosa assolutamente vietata) sui binari per poter toccare il mare. Poi certo, pensare ad una comitiva di turisti significa pensare a tutte le infrastrutture di intrattenimento: strutture dalle nostre parti assolutamente inesistenti (fatto salvo un noto residence esistente da decenni nella zona)».
«E, poi certo – continua la nota – questa mitica comitiva di turisti – che dovesse arrivare ipoteticamente nel nostro Aeroporto – dovrà mettere in conto che per arrivare a Brancaleone ci verrà oltre un’ora. E ciò sia provando ad usare il treno sia ad usare l’autovettura. Tempi biblici; diremmo lo stesso tempo per arrivare via treno da Milano a Torino. In buona sostanza, una riflessione oggettiva di quello che è lo stato dell’arte della nostra realtà, evidenzia che siamo molto lontani da una condizione di sviluppo; che molto spesso declamiamo concetti importanti quali appunto “vocazione turistica”; tuttavia nonostante, il nostro territorio è vocato ad uno sviluppo turistico, nella pratica concreta non si fatto nulla per rendere concreta questa vocazione naturale e, viceversa, abbiamo, a volte, pregiudicato le possibili prospettive esistenti. L’esempio di Brancaleone-Bruzzano è davvero sintomatico».
«Altro che turisti – conclude la nota –. Gli stessi abitanti della zona non possono arrivare a mare; gli appartamenti creati per ospitare quei pochi turisti che negli posti venivano nella zona a trascorrere le vacanze estive, dopo l’alluvione e la chiusura dei vecchi sbocchi a mare, sono rimasti chiusi per cui ne è venuta a soffrire anche quella piccola ricaduta economica che tradizionalmente si creava d’estate nel territorio di Brancaleone e dintorni. E, allora, proviamo ad invertire la tendenza. Proviamo a partire da questo tratto di territorio». (rrc)