INSODDISFAZIONE, TENSIONI SOCIALI E IRRITAZIONE GENERALIZZATA: OFFRIRE AI GIOVANI EDUCAZIONE E SPORT;
Reggio Calabria

A SUD DEL SUD, PARTENZA O RESTANZA
TRA ABBANDONO E VOGLIA DI RISCATTO

di EMILIO ERRIGO – Quando il silenzio riesce a fare tanto rumore, forse anche molto rumore, si è soliti dire che risulta assolutamente assordante. E sì cari amici e conoscenti, corregionali di Reggio Calabria e provincia, il tacere molte volte, su cose e argomenti che sono di pubblico dominio, non fa mai bene ad alcuno.
Da più parti l’insoddisfazione, le tensioni sociali e l’irritazione generalizzata, regnano e imperano sovrani, senza se e privi di alcun ma, sì o però.

Feste a destra e poco a sinistra, inaugurazioni, convegni, meeting, fiere europee, incontri riservati, kermesse a nord, si sempre più a nord della Calabria del nord, poco o nulla, a sud di Reggio, in quel Sud dello Jonio chiamato Magna Grecia, perché?
Forse Reggio Calabria è una città priva di significato politico e sociale? La Città Metropolitana della Fata Morgana, di Pentidattilo, di Scilla, di Porto Bolaro, Bagnara, di San Paolo, dei Poeti, Musicisti e Scrittori, dei Bronzi di Riace, del Parco Nazionale d’Aspromonte, Gambarie, delle Vie dell’Arte, dell’enogastronomia incontaminata, delle mille e cinquecento Chiese, Conventi, Basiliche, Cappelle votive, quella della incantevole Gerace, dei Borghi grecanici, della Cattolica di Stilo, delle Ville e Giardini, costruite in mezzo al verde intenso e profumato dalla zagara del Bergamotto di Reggio Calabria, della Reggio bellissima da far rivivere con eventi nazionali e regionali ad ampio respiro economico dov’è?

Mi rifiuto di credere e convincermi, che nella “Calabria del Sud, quella più Sud del Sud , dove più Sud non c’è”, non esistano poche o tante persone, da chiamare “gente perbene”, le quali si possono potenzialmente adoperare, per il bene di tutti i Cittadini Calabresi di Reggio, nessuno escluso, non solo da una latitudine a salire verso il nord Italia.
Penso all’impegno della Conferenza Episcopale Calabra, ai progetti che sicuramente hanno o si spera dovrebbero avere in cantiere, le diverse Diocesi della Calabria, destinati a favore dei giovani e ragazzi della Calabria.
Il diritto allo sport giovanile, alla formazione sportiva non trova cittadinanza a Reggio Calabria e nelle 97 realtà comunali, poche palestre, limitati impianti e aree sportive, quelle esistenti necessitano di una urgente messa in sicurezza e riqualificazione ambientale. Eppure lo sport giovanile potrebbe alleggerire le tensioni sociali e migliorare relazionali interpersonali.

Nessuno si convinca che il crescente disagio sociale e le manifestazioni violente, dal sud al nord , si possono fermare solo con l’impegno delle Forze di Polizia e la denuncia alla Magistratura.
Occorre tanta e tanta educazione giovanile di base e continuo accompagnamento sociale dei giovani Calabresi e non, verso la retta via della legalità.

Ecco la pratica delle diverse discipline sportive, può aiutare il giovane a non perdersi all’interno della malavita e devianze violente minorili, realtà sociali queste, presenti in Calabria, come in molte altre realtà territoriali nazionali ed estere.
Ritorno in Calabria sempre meno spesso, in quanto i miei non più giovani anni, i molteplici impegni universitari, famigliari e poca presenza, a volte assenza dei mezzi veloci di mobilità, mi limitano di andarci e rientrare a Roma in orari più confacenti alle normali necessità umane e professionali di ognuno di noi.
Che dire? Non dico nulla perché altrimenti ci sarebbe molto da scrivere e da dire, sulle svantaggiate condizioni ambientali, sociali, stradali, aeroportuali, ferroviarie, portuali e infrastrutturali, con le quali si trovano a dover convivere i Calabresi residenti a Reggio, e quelli dimoranti e domiciliati fuori dai confini geografici della Calabria, originari di Reggio e Provincia, i quali ultimi ritornano e ripartono, tra tante difficoltà di mobilità, più volte ogni anno in Calabria.
Una Città, Reggio, che rimane per me e per tutti, sempre e comunque cara, complessivamente bella e da rendere vivibile, quel luogo d’origine che ti prende dentro, un territorio che risente della mancanza di un quid pluris, da far conoscere, vedere, visitare e godere, a quanti decidono di fermarsi a Reggio e dintorni, per divertirsi con gioia e amicizia, senza pensare al silenzio incalzante dei più distratti, che in questo particolare periodo di tempo, disturba l’udito e disorienta la mente, per il prolungato silenzioso rumore assordante.

Nel Mezzogiorno d’Italia risiede un Popolo che vorrebbe vivere nella e con la civiltà dei diritti e doveri, col desiderio di percepire chiaramente il valore più autentico e grande di appartenenza allo Stato unitario.
Le aziende (società) pubbliche, partecipate e controllate dallo Stato, dovrebbero aprire sedi operative nelle aree joniche, lì dove esistono le cattedrali dello scempio, del disinteresse, del fallimento, dello spreco infruttuoso di risorse pubbliche, mettendo a reddito sociale i beni sequestrati e confiscati agli autori di reati, penso ai beni sottoposti in regime di amministrazione giudiziaria perché provenienti da procedure fallimentari.
Scappare dalla provincia di Reggio Calabria, “di notte con il primo mezzo utile”, non credo che sia la cosa migliore e più giusta da fare. Occorre resistere democraticamente e adoperarsi con buona e sana volontà, cooperando per il cambiamento di vita. Aiutati che Dio ti aiuta, ci hanno lasciato detto gli anziani di età! Sveglia, la rassegnazione, l’indifferenza, la solitudine e il silenzio, credetemi in fede, sono stati da sempre, i più temibili avversari della nostra Calabria che abbiamo tutti nel cuore. (ee)

(Emilio Errigo è nato a Reggio Calabria, Generale in ausiliaria della Guardia di Finanza, è docente universitario e consigliere giuridico economico finanziario internazionale )