di PINO NANO – «È morto Franco Abruzzo, un calabrese che ha dato molto prestigio alla nostra terra. Giornalista giudiziario come pochi, insieme con Martinelli e Bianconi inventò questa branca della professione. Per 18 anni è stato presidente dell’Ordine della Lombardia difendendo a spada tratta i principi del nostro lavoro».
È un post di Bruno Tucci, storico inviato speciale del Corriere della Sera, che sabato pomeriggio sul mio whatsapp mi comunica la morte di Franco Abruzzo, una delle icone del giornalismo italiano, un cronista che per oltre mezzo secolo è stato per tutti noi, un mito e un esempio.
Franco Abruzzo, per la mia generazione, era il giornalista calabrese più famoso d’Italia, ed era il cronista cosentino più caparbio, più cocciuto, più preparato e forse anche più irriverente, che lavorasse a Milano. Un numero uno, in senso assoluto, una vera e propria enciclopedia del mondo del giornalismo italiano, e soprattutto un difensore dei nostri diritti oltre ogni possibile immaginazione.
Il 3 agosto scorso aveva compiuto i suoi primi 85 anni, lucido effervescente spinoso e agguerrito come lo era quarant’anni fa.
I suoi funerali si terranno oggi, lunedì 14 aprile, alle 10 nella chiesa di San Giovanni Battista a Sesto San Giovanni, in via Umberto Fogagnolo 96.
«Un vero grande maestro del giornalismo italiano». Detta da Bruno Tucci questa frase ha un valore doppio. Franco se ne è andato via nella giornata di sabato nella sua casa di Sesto San Giovanni, dove ormai viveva dal lontano 1967. La definizione che più amava di lui era questa: “Un giurista prestato al giornalismo”. In realtà a sua vita è quasi un romanzo.
Era nato a Cosenza il 3 agosto 1939, e ha continuato a informarsi delle vicende della sua città natale fino all’ultimo giorno della sua vita. A 18 anni lascia Cosenza per Milano. E a Milano si laurea con 110 e lode in Scienze politiche e storiche. Giornalista professionista dal 3 febbraio 1963, inizia la professione il primo ottobre 1959 presso le redazioni calabresi dei quotidiani “Il Tempo” e il “Giornale d’Italia” per poi trasferirsi, nel 1962, a Milano, dove dal giugno 1965 al novembre 1983 lavora (come cronista giudiziario, caposervizio di cronaca giudiziaria e caposervizio al “Politico” e ai “Fatti della Vita”) a “Il Giorno“,attraversando e vivendo le stagioni di tre famosi direttori diversi, Italo Pietra, Gaetano Afeltra e Guglielmo Zucconi.
Dal dicembre 1983 al marzo 2001 lavora a “Il Sole 24 Ore“, Gianni Locatelli lo vuole come capo redattore centrale, articolista e inviato. Nel luglio 1975 viene invece assunto da Eugenio Scalfari come cronista giudiziario di “la Repubblica”, incarico a cui presto però rinunciò. Nel 1978 con Walter Tobagi e Massimo Fini fonda la componente sindacale di “Stampa democratica” e tra il 1975 e il 1982 farà più volte parte del CdR de “Il Giorno”, del Consiglio e della Giunta dell’Associazione lombarda dei Giornalisti nonché del Consiglio nazionale della Fnsi. Nel novembre 2010 viene eletto consigliere dell’Associazione lombarda dei Giornalisti, e questo – ricorda Franco – a distanza di 35 anni dalla prima volta.
Franco Abruzzo è stato insomma tutto e il contrario di tutto, almeno nel mondo del giornalismo italiano. È stato consigliere dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia dal giugno 1986 al giugno 2007, e ne è stato soprattutto lo “storico” presidente, per oltre 18 anni ininterrotti, passando indenne per sette elezioni diverse, dal 15 maggio 1989 al 7 giugno 2007. Nel maggio 2010 viene eletto per l’ottava volta consigliere dell’Ordine di Milano.
Dall’ottobre 1986 al maggio 2007 diventa direttore di “Tabloid“, mensile dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, ma dal maggio 1989 al maggio 1991 è stato anche autorevole e carismatico presidente dell’Associazione “Walter Tobagi” per la Formazione al Giornalismo, l’ente senza scopo di lucro che gestisce l’Istituto “Carlo De Martino” per la Formazione al Giornalismo, meglio noto come “Scuola di giornalismo” di Milano.
Come saggista lascia alle nuove generazioni il segno di uno straordinario lavoro professionale: Il giornalista, la legge e l’esame di Stato, edito dall’Associazione “Walter Tobagi” per la Formazione al Giornalismo, Milano 1990, pag. 640; Guida del giornalista, editore Il Sole 24 Ore Libri, Milano 1992, pag. 900; Codice dell’informazione e della comunicazione, editore il Centro di Documentazione Giornalistica. Alle spalle Franco Abruzzo oggi ci lascia anche una lunga scia di avvenimenti eventi impegni e iniziative che segnano profondamente la storia del mondo della comunicazione italiana moderna. Grazie Maestro.
Alla moglie moglie Diana e alle figlie Vittoria e Anna Maria il cordoglio di tutti noi. (pn)