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Autonomia differenziata, Occhiuto: Se applicata Costituzione il Sud ci guadagna

Se la Costituzione venisse applicata, probabilmente il Sud ci guadagnerebbe, in termini di fiscalità. È quanto ha dichiarato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, in una intervista al “Corriere della Sera”.

L’autonomia differenziata «dipende da come viene realizzata – ha spiegato –. Non ho chiusure pregiudiziali. L’ho detto in riunione: accettiamo la sfida. Però non è solo l’articolo 116 a non essere applicato. Anche il 117, il 119. Se lo fossero tutti, in termini di fiscalità il Sud potrebbe persino guadagnarci». 

Ad esempio sull’energia». 

«La mia Regione ne produce molta – ha continuato – il 42% da fonti rinnovabili, poi c’è l’idroelettrico e altro. In totale più di quello che consumano i calabresi. Ma la bolletta ha, in percentuale, le stesse tasse del Veneto». 

«Perché la mia Regione non può mantenere i maggiori introiti fiscali derivanti da una maggiore produzione di energia alternativa? – ha chiesto Occhiuto –. Se un gruppo industriale volesse realizzare un grande impianto eolico offshore dovrei convincere i cittadini. Sarebbe giusto che avessero dei vantaggi concreti.  Oppure il Porto di Gioia Tauro. E il primo porto d’Italia ma non produce ricchezze in Calabria. Sarebbe giusto mantenere una parte degli oneri doganali». 

Riguardo a Emiliano dice che applicando i Lep è il Sud ad essere avvantaggiato, Occhiuto concorda: «La Costituzione prevede l’uniformità su tutto il territorio nazionale. Ma non è così. Si finanzia ciascuna regione secondo la spesa storica: chi aveva meno, e ha potuto spendere di meno, avrà meno. Chi aveva di più sempre di più. Se si aumentano a entrambi le risorse del 10% non si pareggiano le diseguaglianze, si accentuano». 

«Stabiliamo i Lep sui fabbisogni standard – ha proposto Occhiuto – facciamo la perequazione e dopo può partire l’autonomia differenziata. Ma su criteri giusti. È un lavoro complesso che in 20 anni non è mai stato fatto. Ma se si vuole attuare il titolo V bisogna farlo per intero». 

«L’istruzione è materia delicata – ha evideniztao Occhiuto –. Affidarne il governo e l’organizzazione alle regioni può significare costruire più sistemi scolastici e aumentare le divaricazioni sociali, a partire dalla formazione e dai saperi, tra regioni più ricche e più povere». (rcz)