;
Basta Vittime sulla 106: I sindaci incapaci di lottare per una moderna e sicura ss 106

Basta Vittime sulla 106: I sindaci incapaci di lottare per una moderna e sicura ss 106

Il Comitato scientifico dell’Odv Basta Vittime sulla Strada Statale 106 si è detto «basito» di fronte all’incapacità dei sindaci di «ottenere quanto meno degli interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione oppure, ancora meglio, degli interventi ormai improcrastinabili di messa in sicurezza della Strada Statale 106».

Il Comitato, infatti, si è sempre detto contrario agli scout speed, in quanto «non hanno contribuito in alcun modo a far diminuire l’incidentalità e la mortalità stradale ma, anzi, in alcuni casi, hanno avuto l’effetto contrario determinando negli automobilisti comportamenti scorretti nei tratti immediatamente successivi rispetto a quelli controllati da questi sistemi di rilevamento della velocità determinando addirittura un incremento dell’incidentalità e della mortalità stradale  – come è ben evidenziato nel rapporto Istat 2021».

«Colpisce, infine – si legge – quanto i sindaci dei comuni interessati dalla Statale 106 siano stranamente interessati all’utilizzo di questi sistemi mentre non riescono in alcun modo ad agire al fine di determinare azioni sinergiche e dirimenti per ottenere la realizzazione di una moderna (e certamente più sicura) Statale 106 da Sibari fino a Reggio Calabria».

Il Comitato, infatti, ha ricordato che il rapporto annuale del Centro Studi e Ricerche ha messo in evidenza che seppure sulle strade italiane «le morti rapportate agli incidenti stradali sono molte di meno» questa tendenza, purtroppo, non riguarda la «Statale 106 “Jonica” in Calabria che invece fa registrare incidenti e decessi in percentuale più alti rispetto al resto d’Italia nonostante vi sia stata comunque una diminuzione sia di incidenti (-37%), che di morti (-28%) per via delle diverse restrizioni dovute al covid-19».

«I dati dell’Aci – si legge nella nota del Comitato Scientifico – pongono, quindi, la strada Statale 106 in Calabria, dopo tre anni di assenza, tra le strade extraurbane più pericolose d’Italia (dopo la Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga nel tratto in provincia di Monza Brianza, la SS 207 Nettunense in provincia di Latina, la SP 227 di Portofino in provincia di Genova e l’Asse interurbano di Bergamo), e mettono in evidenza che ciò è dovuto principalmente ad una «mancata attuazione di interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione» ed alla «carente realizzazione di interventi di messa in sicurezza».

«Infine, l’Aci fa osservare – riportiamo anche qui testualmente – «che i rilevatori di velocità, gli scout speed e le postazioni fisse per il controllo della velocità non hanno inciso in maniera significativa al decremento dell’incidentalità e della mortalità stradale». Questo dato, per quanto riguarda la Calabria, assume un valore tra i più alti del Paese e determina la quasi inutilità di questi sistemi».

«Persino nella Conferenza Internazionale sulla Sicurezza Stradale dello scorso 14 giugno a Brescia – spiegano dal Comitato – è stato ribadito che questi sistemi, nella quasi totalità dei casi, non rappresentano una soluzione al problema dell’incidentalità e della mortalità stradale. In pratica è emerso quanto già ribadito dal Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti: «è più facile intervenire su una infrastruttura al fine di renderla più sicura che sulle singole teste delle persone che la percorrono».

«A tal proposito i dati sulla Statale 106 in provincia di Cosenza sono inoppugnabili – spiega la nota – se paragonati a quelli della Statale 106 nel tratto lucano. In Basilicata rispetto al quinquennio antecedente all’ammodernamento della Statale 106 i dati rilevati nel quinquennio successivo hanno fatto rilevare una diminuzione di vittime dell’80%, una diminuzione dei feriti del 75% e una diminuzione dei sinistri del 63%».

«Nella provincia di Cosenza, invece – viene spiegato – su 14 comuni attraversati dalla Statale 106 ad oggi solo in 5 non utilizzano sistemi di rilevamento elettronico della velocità: Cassano All’Ionio, Corigliano-Rossano, Mandatoriccio, Scala Coeli e Calopezzati. Quest’ultimo, già da ieri, ha avviato lo Scout Speed, un veicolo in movimento dotato di un sistema di rilevamento della velocità, si unisce al comune di Pietrapaola che invece effettua il rilevamento mediante una postazione fissa ed ai comuni di Cariati, Mirto-Crosia, Villapiana, Trebisacce, Amendolara, Roseto Capo Spulico, Montegiordano e Rocca Imperiale che, invece, hanno da anni attivato i Tutor».

«Come è noto nel tratto di Statale 106 nella provincia di Cosenza vi sono più rilevatori elettronici di velocità che su tutte le altre strade dell’intera regione Calabria (dato, questo, che meriterebbe l’attenzione della Magistratura…). Nonostante, ciò i numeri relativi alla mortalità stradale nell’anno in corso sono semplicemente impietosi».

«Sul comportamento di guida degli automobilisti – sia chiaro – noi siamo i primi a ritenere – spiega il Comitato – che esso sulla Statale 106 così come sulle alter strade italiane è il principale motivo dell’incidentalità e della mortalità stradale: ma per intervenire sulla testa di chi guida e percorre la “strada della morte” serve una riforma dello Stato (come ad esempio è accaduto in Francia, Svezia e Norvegia), che introduca l’educazione stradale come materia scolastica».

«Non siamo d’accordo – ha concluso il Comitato – e non sosterremo mai ma, anzi, ci opponiamo a sistemi che non producono una diminuzione dell’incidentalità e della mortalità stradale e che servono, in molti casi, solo e soltanto ai comuni per fare cassa provocando danni economici ai cittadini e danni ancor più gravi al territorio». (rrm)