CATANZARO – L’assessore Arcuri: Nel 2024 la Tari costerà di meno

L’assessore all’Ambiente, Giorgio Arcuri, ha spiegato come è stato possibile ottenere una riduzione della Tari del 7 percento, rispetto alla previsione iniziale per il 2024, e del 2 per cento rispetto allo scorso anno.

L’abbattimento dei costi di conferimento e la valorizzazione dei ricavi ha permesso, infatti, al Comune di Catanzaro di ridurre la Tari per l’anno 2024. Un risultato sancito nell’ambito della revisione del Piano economico finanziario della tassa dei rifiuti, approvata dal Consiglio comunale, con particolare riferimento all’importo dell’anno in corso.

«L’amministrazione comunale – ha spiegato Arcuri – è riuscita a conseguire questo traguardo grazie soprattutto ad un’accurata indagine di mercato, estesa a livello regionale, riguardo ai servizi proposti dagli impianti privati per la gestione dei rifiuti. Nello specifico, nonostante l’aumento generalizzato dei costi, è stato possibile ridurre fortemente gli esborsi legati, a titolo di esempio, allo smaltimento di terre di spazzamento e pneumatici, che incidevano sull’ammontare complessivo degli oneri del servizio. Al contempo, si è lavorato molto per incrementare la valorizzazione economica dei rifiuti differenziati, in particolare della plastica, rispetto agli scorsi anni. Voglio ringraziare tutto il settore ambiente, diretto da Antonio Dominijanni, per avermi affiancato in questa complessa attività. Un obiettivo raggiunto grazie alla collaborazione ed al senso di responsabilità di tutti i cittadini».

L’assessore Arcuri ha colto l’occasione per lanciare un appello alla comunità: «Se oggi la raccolta differenziata a Catanzaro ha toccato quota 71%, lo si deve al corretto comportamento della stragrande maggioranza degli utenti. Sappiamo che si può fare di più ed è, perciò, che invito tutti i cittadini a differenziare maggiormente i rifiuti, evitando un conferimento scorretto e rispettando il calendario per le utenze domestiche e commerciali».

«Il trattamento virtuoso di carta, plastica, vetro e tutti i materiali riciclabili – ha concluso – è decisivo per ridurre ancor di più le tasse e fare in modo che i rifiuti diventino fonte di guadagno indiretto». (rcz)

SERSALE (CZ) – Successo per Sersale in Cantina

Grande successo, a Sersale, per la nona edizione di Sersale in Cantina, manifestazione promossa dalla ProLoco.

Sono stati 28 i partecipanti di questa edizione, che sono stati valutati da una commissione tecnica – composta da cinque esperti del settore, di cui quattro sommelier e un enologo – coadiuvata dalla giuria popolare composta da un pubblico numerosissimo.

La serata è stata arricchita dalla presenza della Alt band che ha allietato piacevolmente l’evento.

«Come sempre – si legge in una nota #conilcuoreconlemani #prolocosersaleaps – un doveroso ringraziamento alla preziosa collaborazione dei numerosi sponsor, all’amministrazione comunale tutta nella persona del sindaco, Carmine Capellupo. I nostri complimenti li rivolgiamo ai vincitori di questa IX edizione, e con orgoglio possiamo affermare che anche grazie a questa iniziativa che ogni anno c’è un netto miglioramento del prodotto, come evidenziato dalla giuria tecnica».

Il fondatore e presidente del Premio Mar Jonio, Luigi Stanizzi, ha evidenziato, ancora una volta, la capacità organizzava delle associazioni sersalesi, che riescono a  promuovere sempre grandi eventi di alta valenza culturale, sociale, turistica e ricreativa.

«Il Premio speciale – si legge nella nota – è stato assegnato dalla giuria tecnica ad Angelo Talarico, il quale ha prodotto il vino con le uve coltivate sul territorio. Il premio ricevuto è stata una vera e propria opera d’arte, una bellissima scultura in ferro battuto realizzata dal maestro Giuseppe Campise in arte “Campino“, raffigurante un calice con un grappolo d’uva. Sul podio della giuria tecnica sono saliti al terzo posto Rosario Zappalà, al secondo posto Natale Pitari, sul gradino più alto ancora una volta tocca per il secondo anno consecutivo a Serafino Bianco “Cantina Bugiardo”».

«Dalla giuria popolare – continua la nota – sono stati premiati al terzo posto Valentino Torchia, al secondo posto Pasquale Vuono, al primo posto si piazza Salvatore Palaia. Un sentito ringraziamento ai presidenti delle pro loco di Petronà e di Andali per la gradita presenza. Pienamente grati e soddisfatti per la piena riuscita della manifestazione, l’occasione è gradita per invitare tutti al prossimo anno per la decima edizione». (rcz).

CATANZARO – All’Umg il convegno “In dialogo con Vito Teti”

Domani mattina, alle 9.30, all’Università Magna Grecia di Catanzaro, nell’Aula Giovanni Paolo II del Dipartimento di Giurisprudenza,  Economia e Sociologia, si terrà il convegno sul tema La Restanza.

L’iniziativa si inserisce nelle attività del Knowledge Café del Diges dell’Umg (Dipartimento di Eccellenza, Mur, 2023-2027) che intende affrontare tematiche di alto valore scientifico e di concreto riscontro nella realtà territoriale. Il problema dell’emigrazione dal sud Italia e lo spopolamento dei paesi pongono interrogativi complessi e di vasta portata su cui tutti siamo sollecitati a riflettere.

Il convegno sarà aperto dal Magnifico Rettore dell’Umg, prof. Giovanni Cuda, e dalla Direttrice del Diges, prof.ssa Aquila Villella. Parteciperanno all’iniziativa l’illustre antropologo calabrese Vito Teti e in qualità di discussants il prof. Cleto Corposanto (Ordinario di Sociologia generale – Università di Catanzaro), il prof. Massimo Fotino (Docente a contratto di Mercato del lavoro e progettazione sociale – Università di Catanzaro), il prof. Tommaso Greco (Ordinario di Filosofia del diritto – Università di Pisa),e il prof. Alberto Scerbo (Ordinario di Filosofia del diritto – Università di Catanzaro).

Nella seconda parte dell’incontro, sarà dato ampio spazio  agli studenti e alle studentesse dei corsi di Antropologia sociale e medica e di Antropologia giuridica dell’Università Catanzaro con i loro elaborati: video, interviste e domande che rivolgeranno al Prof. Teti.

L’iniziativa coinvolgerà, inoltre, anche alcune classi degli Istituti di Istruzione Superiore della città di Catanzaro e Lamezia Terme. Il coordinamento dei lavori è affidato alla prof.ssa Paola Chiarella (docente Associata di Filosofia del diritto dell’Università di Catanzaro). (rcz)

LAMEZIA – Presentato il libro di don Ricardo Reyes Castillo

È stato presentato, a Lamezia Terme, nel Salone parrocchiale della Chiesa di S. Giuseppe Artigiano, il libro Che cos’è la preghiera di don Ricardo Reyes Castillo, corredato dalle illustrazioni curate da suor Eleonora Calvo, dell’Ordine Opus Matris Verbi Dei (Servi della Parola).

Ad aprire l’incontro, il parroco don Fabio Stanizzo che ha ricordato come l’incontro con don Ricardo si inserisca nel cammino in preparazione alla festa di S. Giuseppe Artigiano, che ha scelto come filo conduttore quello della preghiera, tema indicato da Papa Francesco in vista dell’ormai imminente Giubileo del 2025. Un’iniziativa che rappresenta anche un momento formativo per i giovani della comunità parrocchiale già in fase di preparazione per l’estate 2024.

Di fronte a un pubblico proveniente da diverse realtà parrocchiali cittadine, tra cui numerosi giovani, l’autore, rispondendo alle domande della giornalista Saveria Maria Gigliotti, direttore dell’ufficio per le comunicazioni sociali diocesano, ha definito la preghiera «non una formula, ma un dialogo. Preghiera è entrare in relazione con Dio che è relazione, relazione perfetta che porta all’unità. Solo entrando in relazione con Dio, che è Relazione per natura, posso relazionarmi con gli altri».

Preghiera, dunque, «non come qualcosa di rigido, ma come respiro che ci dà vita. E noi sappiamo che non si può vivere senza respirare. Pregare è avvicinarsi a Cristo, che è il primo ad avvicinarsi a noi come fece con i discepoli di Emmaus che andavano di corsa e non lo avevano riconosciuto. La preghiera ci porta a ripetere la loro stessa domanda: resta con noi, Signore. Viviamo una vita complicata, piena di contraddizioni, ma la più grande grazia è la consapevolezza di stare con il Signore, rimanere con Lui. Le formule possono essere uno strumento di aiuto, ma la preghiera è dialogare con il Signore, stare con Lui». 

Se tra i nodi più difficili della preghiera vi è la possibilità di non ricevere ciò che si domanda, don Ricardo invita a cambiare “format” e a pensare la preghiera non come “domanda/risposta” ma «come relazione con Dio, mettendo da parte le nostre aspettative che spesso ci feriscono. Dio non è venuto a toglierci la croce, ma a dare un senso a ciò che prima non aveva senso. Cristo ha fatto della Croce il luogo dell’incontro con l’amore di Dio».

Nella conversazione con il pubblico, spazio anche per il racconto di una pagina personale della vita di don Ricardo che, qualche anno fa,  in un momento di crisi, ha scelto di vivere per qualche tempo in una comunità di tossicodipendenti a Lourdes, «esperienza che mi ha permesso di ritornare a me stesso, di sentirmi libero. Con i più piccoli ho ritrovato me, ho sperimentato l’amore di Cristo. La forza della nostra fede è anche questa: avere la possibilità di ricominciare sempre».

Richiamando una delle immagini usate da don Ricardo nel libro, per il vescovo Serafino Parisi «l’incontro con Dio può avvenire sulla montagna, al termine di una salita complicata, ma può avvenire anche nell’abisso della nostra vita. La salita è faticosa, ma molto più faticosa può essere la discesa, quando sprofondiamo nelle bassezze della nostra esistenza».

«La grandezza della preghiera – ha aggiunto – è nella certezza che proprio lì ti aspetta il Signore: nel baratro della vita, nell’abisso del tuo limite. Solo prendendo consapevolezza del nostro limite, possiamo aprirci e scoprire un Dio che è vicino. La preghiera è scoperta del nostro limite e noi possiamo incontrare Dio proprio nel nostro limite se mettiamo in discussione le nostre manie di onnipotenza, la nostra pretesa di autosufficienza”. Per il vescovo della diocesi lametina, preghiera è anche “il grido di un padre o di una madre che hanno perso il figlio e che, dall’abisso della desolazione, gridano come Gesù ha gridato dalla Croce: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato. Anche quella è preghiera».

Dal presule, il monito rivolto in particolare ai giovani sul «grande dramma del nostro tempo, in cui l’uomo rivendica autonomia e autosufficienza da Dio. Quando decidiamo di mettere Dio fuori dalla nostra vita, facciamo entrare altri idoli e diventiamo schiavi di altri idoli. La preghiera è esperienza di liberazione, perché ci presentiamo al Signore così come siamo. E il Signore è già lì che ci aspetta, ci anticipa sempre». 

Parisi ha definito la preghiera come «un bacio “bocca a bocca” con Dio perché Lui ci dà il suo respiro se noi siamo contenti di riceverlo, farlo nostro e vivere della vita stessa di Dio». (rcz)

LAMEZIA TERME (CZ) – Si celebrano oggi i 70 anni di vita del Masci

In occasione della ricorrenza dei 70 anni di vita del Masci (Movimento adulti Scout cattolici italiani), la Calabria sarà protagonista di alcuni eventi volti all’approfondimento e sensibilizzazione del valore dell’accoglienza, declinato nel concetto più ampio ed inclusivo del “prendersi cura”.

La celebrazione del 70mo, che ha come titolo “Più vita alla vita”, è finalizzata alla promozione dei valori Scout del movimento.

L’evento, a Lamezia Terme, avrà inizio la mattina di oggi, sabato 27 aprile, quando verrà accolta la staffetta con la mostra cartellonistica predisposta dal Masci nazionale. L’esposizione sarà, quindi, arricchita dagli stand che racconteranno l’impegno del Masci nel nostro territorio.

Nel pomeriggio si terrà una tavola rotonda sui temi dell’accoglienza e del prendersi cura, che vedrà come relatori don Giacomo Panizza e Francesco Bevilacqua, seguiranno le testimonianze di alcune associazioni che nel nostro territorio si prendono cura, ognuno nel suo specifico, delle fasce più vulnerabili della società, il tutto allietato dalla animazione musicale di alcuni alunni del liceo musicale Campanella.

La sera alle 20,30 su corso G. Nicotera, area pedonale, vi sarà una cena conviviale e gratuita, “Tavolata senza muri” rivolta alle associazioni e ai loro beneficiari nonché ad altre persone che vorranno rendere questo momento inclusivo.

L’evento è però parte di una tre giorni che è iniziata il 26 aprile a Reggio Calabria che ha preso la staffetta dalla Sicilia e proseguirà, dopo la sosta a Lamezia, domenica 28 aprile a Cosenza, in entrambi le città si svolgeranno varie attività.

CATANZARO – Lo chef Peppino Sirianni continua a portare la cucina calabrese nel mondo

di LUIGI STANIZZI – Che fine ha fatto Peppino Sirianni, il grande chef innamorato della cucina calabrese?

L’ambasciatore nel mondo dei piatti tipici catanzaresi, da tempo non si vede più all’opera nei ristoranti storici di Catanzaro. Sì, proprio lui, che si identificava con tanti locali famosi fra cui “La Fattoria”, dove ristorò il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro con un menù tutto tre colli.

Lo chef dei grandi, da Nilde Iotti al papa, ai più golosi ospiti locali, ai milioni di emigrati calabresi nel mondo nostalgici di morzello, tijana di capretto e soppressate. Per non parlare di surici fritti, virdeddha, malangiani chini, calamari ripieni, sardeddha, olive nere fritte, baccalà e patati e Decollatura, frittura e paranza, risotto ai frutti del Mar Jonio, zuppa di pesce piccante, rapi e posa e Cortale, vrascioli, ficatu e chippu ccu lauru, vrucculi affumicati, pasta al forno e pruppettini.

Quanta autentica gioia antica! Una scoperta allettante della “cucina del sole” per gli stranieri, anche per quelli d’Italia che vivono al nord. Il creatore di ristoranti, con grandi allievi come Tonino Grampone predestinato di famiglia con il rinomato Stella Maris a – dice qualcuno – superare il maestro, ma qui entriamo anche nel mondo del marketing moderno dove imperversa un controverso seppure unico ineguagliabile fuori classe: Nello, “ce l’hai”.

Tonino Grampone agli albori ha seguito Peppino Sirianni ovunque nel mondo, da Varese a Milano all’estero, a deliziare migliaia di fortunati. E ora Grampone allo Stella Maris – raro ristorante autentico di pesce fresco a Catanzaro Lido – è il Re di banchetti indimenticabili, di serate storiche con amici veri, location preferita dal jet set locale, nazionale e internazionale, sostenuto da moglie e figli e dal “generale” o “ammiraglio”, chiamatelo come volete, è sempre lì pronto a servirvi con affetto, e – talvolta – appare anche il cuciniere (lui preferisce cuciniere a chef) Sirianni. E proprio dal famoso superstite ristorante di pesce fresco Stella Maris sono partite le ricerche: dopo tante telefonate, chiacchierate investigative e attese abbiamo scoperto che Peppino Sirianni vive ad Anghiari, provincia di Arezzo, in Toscana. Un’altra grande perdita per la Calabria!

Ma finalmente almeno lo abbiamo stanato! E oggi cosa fa? Quello che ha sempre fatto nella sua vita: promuove la cucina calabrese. Inossidabile. E di ciò lo ringraziamo.

«Ad Anghiari, dove vivo da alcuni anni – racconta al cronista don Peppino Sirianni sotto un glicine fiorito – nel 1998 è nata la Libera Università dell’Autobiografia, che oltre ad essere una scuola dove si impara a scrivere di sé, è anche un centro di ricerca sulla memoria personale e collettiva. Cinque anni fa ho conosciuto Renato, uno dei fondatori di questa associazione da lui definita una ‘comunità di scrittrici e scrittori di sé e per gli altri’, e mi ha regalato un libro dal titolo “Di sosta in sosta. Itinerario mnemogastronomico”, che raccoglie le storie degli antichi posti di ristoro all’interno del Comune di Anghiari alcuni dei quali esistono ancora oggi. Ho pensato allora che anche la mia storia, per l’amore della cucina calabrese che mi ha accompagnato in tanti anni della mia professione, potesse interessare questa comunità e così in tanti incontri ho raccontato a Renato come, nato a San Pietro Apostolo, a 15 anni lasciato il paese sono andato a Torino in cerca – come in quegli anni tanti giovani del sud – di fortuna. Il primo lavoro in una cucina di un ristorante del centro città è stato quindi l’inizio della mia carriera professionale, nel campo della ristorazione, e la ho incontrato quegli uomini che si sono impressi nella mia memoria, come i miei veri maestri: tutti senza eccezione toscani. Ci sono voluti anni di apprendimento e, grazie ai loro preziosi insegnamenti, sono poi diventato cuoco».

«Tornato in Calabria – ricorda lo chef con un pizzico di nostalgia – già con un discreto bagaglio di esperienze, ho subito iniziato un’attenta e appassionata ricerca delle nostre tradizioni gastronomiche, dandomi così una precisa specializzazione nell’arte di cucinare i piatti tipici della cucina calabrese. Contattato dalle Camere di Commercio, partecipavo alle fiere internazionali di turismo, allestendo ogni volta un piccolo ristorante dove si potevano gustare i piatti più tipici della cucina calabrese. In questa maniera ho viaggiato in Europa, in quei posti dove si svolgevano le fiere a Bruxelles, Berna, Colmar, Milano, Ferrara, Genova fra le principali. Il successo di quelle manifestazioni ha fatto sì che venissi richiesto dalle televisioni, nei programmi di intrattenimenti culinari. Lo stesso Lugi Veronelli mi ha selezionato, il 24 maggio 1982 ho partecipato per Rai 2 al programma “Il pomeriggio”, che andava in onda alle 5 dagli studi televisivi di Miano, in corso Sempione. I conduttori erano Tony Binarelli e Dino Siani. Ancora per Rai 2, con il regista Gambarotta, ho partecipato a TG2 dossier e per Rai 1 dagli studi televisivi di Ferrara, in occasione della fiera sono stato ospite insieme ad altri colleghi nella trasmissione “Uno mattina”».

Gli occhi di Peppino Sirianni si illuminano, sorseggia un goccio di Cirò e aggiunge: «Ripensando a quegli anni, non posso fare a meno di riconoscere che all’origine della mia storia professionale c’è l’amore per la cucina della mia terra, che mi è stato trasmesso fin dalla più tenera età dall’ambiente in cui ho trascorso la mia infanzia, vicino alle donne che preparavano i nostri poveri piatti per i loro cari. Io ho nobilitato questi piatti e sono riuscito a farli apprezzare in posti dove questo tipo di cucina era pressoché sconosciuto. In anni più recenti sono stato incaricato dalla Scuola Burnio di Lucca, diretta dallo chef Gianluca Pardini, come docente di cucina calabrese a fare lezione per cuochi venuti dal lontano Giappone. Era il 24 luglio del 1995, quando organizzai alla fiera di Bruxelles una promozione, che sosteneva un principio per me ancora valido: La promozione turistica comincia dalla gastronomia».

«Così – conclude l’inossidabile vecchio buon chef Peppino Sirianni – il consiglio che voglio dare ai nostri bravi ristoratori, è quello di occuparsi molto anche della cucina locale, riscoprendo e nobilitando i piatti più tradizionali di tutte le regioni d’Italia».

Lo chef Peppino Sirianni, che da tanti viene apprezzato come si vede a Catanzaro e non solo, ha scritto il libro, e ciò suscita ancora di più il nostro interesse, “Gulìe (Voglie) Piatti di facile e veloce preparazione della cucina Calabrese”, voluto dall’all’ora attivissimo presidente della Camera di Commercio Paolo Abramo, in cui fra tante rare ricette e consigli il Patron Peppino Sirianni riporta il capolavoro poetico di Francesco Mazzè ‘A Suppressata. (ls)

LAMEZIA – L’incontro-dibattito su dalla poesia sociale di Costabile al caso Oliverio

A Lamezia Terme si è svolto un interessante dibattito in cui si è spaziato dalla poesia di Franco Costabile al caso Oliverio, ovvero l’ennesima terribile esperienza di malagiustizia descritta da Adriana Toman, autrice del libro Pregiudizio di Stato – Quell’Italia a sovranità limitata, il caso Oliverio.

L’incontro rientra nell’ambito del ciclo di incontri previsti dal progetto culturale La rosa nel bicchiere ispirato alla poetica e al pensiero di Franco Costabile, autore calabrese tra i più illustri esponenti dell’ermetismo italiano. Il progetto (Marchio d’impresa del Ministero dello Sviluppo economico) è ideato e promosso dalla giornalista lametina Maria Scaramuzzino, e si propone di contestualizzare ai nostri giorni il pensiero di Costabile: l’eredità del poeta, cosa rimane del suo pensiero, quale è la sua attualità, questo il fil rouge del percorso progettuale che si sta interfacciando con le varie realtà del territorio e le tante complesse dinamiche del contesto sociale di riferimento. 

Con rigore e passione Adriana Toman ha narrato una brutta pagina di storia della Calabria degli ultimi anni, una pagina da archiviare con l’auspicio e la ferma determinazione che i calabresi si sveglino dal torpore dell’assuefazione, dalla convinzione che ciò che avviene è ineluttabile e che nulla possa mai cambiare. 

«Ho scritto questo libro con la testa, con i numeri – ha commentato l’autrice –. Altro che errori giudiziari, in realtà tutto è studiato a tavolino da chi viene qui in Calabria per fare carriera in politica, e in magistratura soprattutto. Nei casi come quello di Oliverio possiamo parlare di giudici che si innamorano delle loro ipotesi accusatorie».

«Questo libro – ha ribadito Toman – non è contro la magistratura ma è un libro che denuncia il malfunzionamento della giustizia, una realtà purtroppo innegabile. La Calabria è vittima di un pregiudizio culturale perché l’obiettivo, per alcuni, è perseguire le persone e non il reato”. L’autrice ha aggiunto: “Giustizialismo e populismo sono due facce della stessa medaglia, due facce di un sistema che cristallizza la Calabria e le impedisce di superare i suoi gap, di esprimere al meglio le sue potenzialità».

A coordinare gli interventi la senatrice Ida D’Ippolito, parlamentare decano, che ha definito il libro «un manifesto ideale e programmatico. Questa – ha rimarcato D’Ippolito – è la denuncia di chi non accetta pressioni, di chi non vuole passare per delinquente perché non è né delinquente e né servo. Per l’autrice un mondo giusto non è un sogno ma un progetto. La sua è una narrazione socio-politica e antropologica di una Calabria in cui si intravedono tante luci ma che è ancora offuscata da tante ombre». 

Renzo Andricciola, presidente della Camera penale di Lamezia, ha plaudito al fatto che Oliverio si sia battuto a testa alta in questa vicenda che lo ha visto coinvolto.

«In Calabria – ha commentato – è stato sovvertito l’ordine democratico delle cose. Sulle vicissitudini giudiziarie di questa regione si costruiscono davvero le carriere in tanti ambiti, ciò avviene perché la politica è debole». 

Valerio Murgano, componente giunta nazionale delle Camere penali italiane, ha sentenziato: «Non ho casacche politiche, la mia casacca è la mia toga. Spesso i magistrati bravi e coraggiosi che operano in Calabria sono ‘eliminati scientificamente’. La vera casta è quella dei magistrati».

 Per Mario Murone, docente di Procedura penale all’Università Magna Graecia di Catanzaro, «maggiore è la carenza politica, maggiore è il pregiudizio giudiziario. Tutti – ha osservato – avversano la riforma Cartabia, in realtà sono convinto che funzionerebbe».

«Il populismo giudiziario – ha puntualizzato Murone – si verifica perché il giudice pensa di interpretare il sentimento popolare; ma, il potere non è divino. Nel caso specifico di Oliverio, il ‘sistema giustizia’ non ha funzionato. In Italia registriamo cifre da record per il numero di ingiuste detenzioni e per i milioni di risarcimento dovuti a chi ha subito un’ingiustizia sul piano giudiziario». 

Al convegno ha portato i suoi saluti anche il sindaco di Lamezia, Paolo Mascaro, che ha ricordato la vicenda dello scioglimento del consiglio comunale del 2017 che lo ha visto protagonista e che ha definito «vergognoso. La Calabria – ha asserito il primo cittadino lametino – è stata massacrata dai commissariamenti. La politica è debole perché interessata solo al consenso. Certamente il magistrato non va criminalizzato ma anche nella magistratura si annida il delinquente incantato dal potere e dal denaro. Serve una legislazione per regolamentare l’intervento della magistratura nel massacro di vite umane».

A concludere l’incontro l’intervento di Mario Oliverio, ex governatore della Calabria: «Non ho mai rinunciato e mai rinuncerò alla dimensione etica; i danni che si subiscono quando si è coinvolti in vicende, che poi si rivelano ingiuste, sono irreparabili».

«La politica è debole per tante ragioni, perché c’è un abbassamento culturale di sensibilità. Ai parlamentari interessa soltanto di essere riproposti alle elezioni successive; nessuno sguardo, nessuna preoccupazione per la società che sta intorno. Nel Parlamento – ha concluso – ci sono i vassalli subordinati alle caste, questa è la crisi della politica». (rcz) 

 

LAMEZIA TERME (CZ) – Il consigliere Lorena soddisfatto per l’inizio dei lavori alla scuola di via delle Rose

di ANTONIO LORENA – Mercoledì 23 Aprile 2024 sono iniziati i lavori per la demolizione e ricostruzione del plesso scolastico dell’Istituto Comprensivo Nicotera-Costabile, è doveroso riconoscere il ruolo chiave delle sinergie istituzionali che hanno reso possibile questo importante passo avanti.

Come consigliere comunale di FdI Lamezia e fervente sostenitore di questo progetto, sono orgoglioso di aver contribuito attivamente alla definizione e al successo dell’intervento, un impegno che testimonia l’efficacia di una politica attenta e proattiva.

La collaborazione con l’amministrazione comunale e gli uffici tecnici ha permesso di ottenere un finanziamento di 2.568.000 euro dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), segnando un traguardo significativo per la nostra comunità.

Questo progetto non è solo una vittoria personale o politica, ma un esempio di come il lavoro di squadra e la cooperazione tra differenti livelli di governo possano trasformare positivamente la vita dei cittadini.

Desidero quindi esprimere il mio sincero apprezzamento per il supporto e la dedizione di tutti gli attori coinvolti, compresa l’amministrazione Mascaro, che ha dimostrato capacità di navigare e utilizzare efficacemente i canali di finanziamento disponibili.

Inoltre, l’inizio dei lavori segna il momento in cui è importante certificare il ruolo della politica nel raggiungimento di questi obiettivi.

Il nostro impegno non si è fermato qui. Infatti, altri saranno i finanziamenti programmati e inseriti, nostro gruppo consiliare, all’interno del Pnrr e che nei prossimi mesi vedranno la luce mediante inizio dei lavori.

Infine, è doveroso sottolineare l’impegno e la collaborazione costante e sinergica con gli uffici comunali, in particolare il dirigente Francesco Esposito, con il quale fin da subito abbiamo collaborato per mettere in cantiere tanti interventi a beneficio della Comunità. (al)

[Antonio Lorena è consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Lamezia Terme]

LAMEZIA – Il 3 maggio si presenta il libro “La compagnia del lupo”

Il 3 maggio, a Lamezia Terme, alle 18, nelal Sala Congressi delle Terme di Caronte, sarà presentato il libro La compagnia del lupo e la confraternita di Carpocrate di Riccardo Cristiano, edito da Le Officine Editoriali da Cleto.

Sarà presente anche il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro e l’assessore Luisa Vaccaro, che porteranno i saluti dell’amministrazione, con la concessione del gratuito patrocinio ad un evento di carattere culturale e di rilevanza pubblica, ai fini della conoscenza dei tesori lametini.

L’autore, dialogherà con Rita Giura, operatore culturale, segretaria Open Space Aps e Valentina Tedesco, presidente dell’Associazione Lamezia Muse, raccontando dettagli del libro ambientato in Calabria, nonché dei luoghi nei quali si svolgono le avventure della “Compagnia del Lupo” molti di essi inerenti, proprio il territorio di Lamezia Terme. 

Presenti al tavolo dei relatori, Luigi Serafino Gallo, amico dell’autore ed uno dei protagonisti del racconto. Divulgatore storico, conoscitore dei luoghi, a volte nascosti, del panorama lametino, si batte da sempre per il suo territorio, attraverso iniziative pubbliche volte alla divulgazione e riscoperta di ciò che, altrimenti, andrebbe dimenticato.

Durante la presentazione, saranno eseguiti degli intermezzi musicali e artistici, a cura di Chiara Vasta e Andrea Pileggi dell’Associazione Lamezia Muse. 

ontinuano le avventure della Compagnia del Lupo, alla scoperta di nuovi luoghi che celano misteri irrisolti, tutti collegati fra loro. Esiste davvero una separazione netta fra ciò che è buono e ciò che è cattivo? Chi sono i Carpocraziani e cosa bramano da così tanti secoli? Il Lupo e i suoi amici lo scopriranno, imbattendosi più volte in indizi che mai avrebbero preso in considerazione. Ognuno di loro ha un dono, non sono supereroi, ma persone comuni che non si voltano mai dall’altra parte. Legati da un’amicizia profonda, si ritroveranno più volte a fare i conti con una realtà che può essere cambiata a beneficio di ogni creatura che lo desideri ardentemente. In fondo la vita è una metamorfosi continua e il Lupo, come la sua Compagnia, sa che è necessaria. (rcz)

CATANZARO – Il 12 maggio l’evento “I 3000 passi della Salute”

Il 12 maggio, alle 9.30, al Monumento ai Caduti del Mare, si terrà la seconda edizione de I 3000 Passi della Salute, organizzata da Nuccio Polizzese con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale.

Si tratta di un evento che si inserisce in un più ampio programma di azioni volte a sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza di adottare uno stile di vita sano, basato su un’alimentazione equilibrata, attività fisica regolare e socializzazione e «ideato per promuovere uno stile di vita sano e attivo nella nostra città», ha spiegato la vicesindaca Giusy Iemma.

«Il percorso, di circa 3 chilometri – ha proseguito – si snoderà fino alla Terrazza F. Salicetti e ritorno, offrendo ai partecipanti la possibilità di ammirare la bellezza del nostro mare e di godersi una passeggiata in compagnia».

«I 3000 Passi della Salute non è solo un evento sportivo – ha concluso Iemma – ma anche un’occasione per stare insieme, divertirsi e riscoprire il piacere di camminare all’aria aperta. Un invito rivolto a tutti, dai più piccoli agli anziani, per vivere una giornata all’insegna del benessere e della condivisione.  Al termine della passeggiata, ai partecipanti verrà consegnata la maglietta ufficiale dell’evento e una bottiglietta d’acqua. Inoltre, sarà possibile assistere alla consegna del premio “Marinoto d’Oro” per meriti e alla memoria». (rcz)