Dopo il successo delle prime attività a cura della Metrocity al Sol&Agrifood, con una conferenza che ha consentito l’approfondimento di temi quali la rigenerazione del territorio e la resilienza delle imprese reggine nell’agroalimentare e il cooking show dello chef Ferranti di interpretazione dei prodotti reggini, che è stato modo di raccontare le eccellenze enogastronomiche e il territorio al vastissimo pubblico presente, l’impegno della Città metropolitana continua con un focus sul settore vitivinicolo.
Attraverso il confronto con la Regione, con la quale si è inteso essere presenti congiuntamente alle manifestazioni veronesi, l’ente ha promosso, nella seconda giornata, una degustazione di finger food, curata ancora una volta dallo chef Ferranti, che ha arricchito il talk con Giovanna Pizzi “Vini reggini, il Mediterraneo dei vini calabresi” accompagnato dalla degustazione dei vini del Consorzio dei vini reggini Terre di Reggio Calabria.
Il talk è stato un momento di interessante approfondimento delle caratteristiche dei vitigni autoctoni e dei vini reggini, raccontati con precisione e passione da Giovanna Pizzi, e delle potenzialità che si prospettano per il futuro, anche da un punto di vista commerciale.
L’importanza di fare rete tra le aziende è stata più volte sottolineata nei vari interventi del presidente del consorzio Vozzo, dalla vicepresidente Nesci e dai produttori aderenti, che ribadiscono l’importanza di lavorare insieme sia tra privati, che tra privati e istituzioni.
Il consigliere delegato all’agricoltura Giuseppe Giordano che, a margine degli eventi, ha incontrato tutte le aziende presenti per ascoltare, raccogliere suggerimenti e confermare l’attenzione dell’ente nei confronti dei comparti agroalimentari e vitivinicoli, è intervenuto durante il talk per complimentarsi con il Consorzio terre di Reggio Calabria, che secondo il delegato metropolitano “è un importante esempio di aggregazione che diviene, tra l’altro, ambasciatore dello straordinario valore del territorio. La Calabria non è seconda a nessuno – continua Giordano – e oggi rappresentiamo la costante crescita e il giusto spirito che, con una rinnovata attenzione all’ innovazione, ci guidano nella giusta direzione. La comunità metropolitana esprime aziende che raccontano un territorio straordinario e la sua storia millenaria e noi amministratori guardiamo con attenzione al percorso di crescita e di collaborazione, che si è ormai attivato e che deve consolidarsi con sempre maggiore convinzione”.
“Occasioni come queste – ha aggiunto ancora Giordano – sono fondamentali per farsi conoscere, per amplificare le eccellenti realtà di cui è ricca l’area reggina, ma sono anche un’opportunità per fare sistema e per innescare azioni virtuose di collaborazioni orientate a comuni obiettivi. La Città metropolitana ha già investito in importanti attività di marketing e di sostegno alle imprese del settore e sono già sul tavolo una serie di nuovi progetti che agiranno sia sul fronte della promozione che dell’innovazione tecnologica. Le potenzialità di un comparto in netto trend di crescita e i numeri incoraggianti ci suggeriscono che è il momento nel quale bisogna spingere ed accelerare. E nelle nostre analisi e nella nostra pianificazione non possiamo dimenticare che con l’agricoltura e la viticoltura si preserva l’ambiente e la biodiversità, che i nostri sono i luoghi della viticoltura eroica, e che l’importante realtà delle “donne del vino” e delle aziende che puntano all’innovazione, aprono a nuove suggestioni e a nuovi stimoli verso la crescita”.
Nella trasmissione Eat Parade di Rai 2, sta andando in onda un servizio dedicato alle Cantine Benvenuto e ai suoi vini naturali artigianali.
Le Cantine, un presidio Slow Food, si caratterizzano per «il rispetto per l’ambiente e la tradizione avviene in sinergia con l’utilizzo di moderni impianti e con tecniche di vinificazione avanzate che tengono conto delle conoscenze scientifiche in grado di dar vita ad un vino che riesce a coniugare gusto e salute».
Tra i suoi prodotti, ci sono il Benvenuto Orange, un Zibibbo IGP Calabria 2018 non filtrato, dal gusto caldo e persistente; il Benvenuto, di colore giallo paglierino con riflessi verdolini, che offre sensazioni di freschezza e grande intensità degli aromi; il Passito “Alchimia”, giallo con riflessi dorati dal gusto intenso con sentori di fichi secchi, miele datteri e mirto con lieve nota agrumata.
E ancora, il vino bianco Mare, dalle note di frutta esotica e sentori floreali; il vino rosso Terra, dal colore rosso rubino intenso, dall’odore intenso di frutta rossa matura e sentori di pepe nero, cuoio e cioccolata e il vino rosato Cielo, dalle fresche note di fragola e ribes. (rvv)
15 dicembre 2018 – Torna oggi l’edizione 2018 di Rosso Calabria, l’evento voluto fortemente da Mario Oliverio, presidente della Regione Calabria e nato dalla collaborazione tra il Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari ed il Dipartimento Turismo.
Rosso Calabria rappresenta la Calabria bella e buona, la qualità dei prodotti Dop e Igp, espressione unica e irripetibile dei variegati territori calabresi, i vini ricavati dai vitigni autoctoni calabresi, strettamente legati proprio ai luoghi di produzione, alla loro storia e alla loro bellezza. Per l’evento sono stati chiamati a collaborare i Consorzi di Tutela calabresi, le aziende del comparto food, dei settori vitivinicolo ed oleario, ed i Gal, i Gruppi di Azione Locale.
Oltre alle degustazioni, ad arricchire l’evento ci saranno laboratori artistico, archeologia, musica e tradizioni. Novità di quest’anno, l’incontro con i calabresi nelle cinque città capoluogo di Provincia.
Gli eventi, infatti, si svolgeranno, in contemporanea, a Palazzo Arnone di Cosenza, il Complesso Monumentale San Giovanni di Catanzaro, I Giardini di Pitagora di Crotone, il Museo d’Arte Limen a Vibo Valentia, ed il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.
Alle 18.00, in programma in tutte e cinque le location, il convegno dal titolo Dalla Terra nasce il futuro. I primi risultati del PSR Calabria 2014/2020. Si tratta di una sorta di road show del Programma di Sviluppo Rurale della Calabria, finalizzato a comunicare non solo con i beneficiari, ma con la popolazione in generale per evidenziare gli obiettivi centrati nel comparto agroalimentare calabrese grazie all’ausilio delle risorse dei fondi comunitari. Dopo i convegni, è prevista una degustazione di vini e prodotti tipici d’eccellenza che rappresentano il territorio regionale.
Nel corso della manifestazione, inoltre, sarà dato spazio all’artigianato Made in Calabria, con i lavoratori selezionati da Confartigianato Calabria. A Cosenza tessitura tradizionale, a Catanzaro lavorazione del legno, e Arte e Serica, a Crotone artigianato della casa e design, a Vibo Valentia lavorazione dell’argilla, a Reggio Calabria, infine, intreccio del castagno.
Alle ore 20, invece, prenderà il via Festival delle tradizioni calabresi, a cura del Dipartimento Turismo della Regione Calabria. Protagonisti di questa rassegna etnofolk, Cosimo Papandrea e Taranta Nova a Cosenza, Sabatum Quartet e Taranta Live a Catanzaro, Francesca Prestis ed Otello Profazio a Crotone, Mimmo Cavallaro a Vibo Valentia, e Parafonè e gli Hantura a Reggio Calabria.
Infine, ad affiancare il presidente Oliverio, il conduttore televisivo e radiofonico Federico Quaranta, che animerà l’iniziativa, che punta sullo stretto connubio tra agroalimentare d’eccellenza, cultura, tradizioni, bellezze paesaggistiche ed offerta turistica di qualità. (rrm)
LAMEZIA – Questa distesa di vitigni che si estende per oltre 110 ettari sarebbe piaciuta a Monet. È un’immagine impressionista il primo colpo d’occhio dell’Azienda vinicola Lento, tra Amato e Lamezia, nel cuore della Calabria: un’azienda di antiche origini ma oggi modernissima che produce e fa parlare di sé all’estero. Una delicata immagine “pittorica” che però cede subito il passo a una realtà produttiva di grandissimo respiro. Sembra incredibile trovare in Calabria un’azienda così innovatrice eppure così rispettosa delle tradizioni, nel solco della qualità e del rigore produttivo, seguendo canoni industriali inimmaginabili in questa terra.
Salvatore Lento, il presidente, potrebbe essere scambiato per un classico gentleman inglese per i modi, l’entusiasmo, la passione con cui segue l’azienda, guidata con piglio deciso dalle due figlie Danila e Manuela, e il garbo con cui racconta come, in cinquant’anni, quello che era un piccolo appezzamento agricolo è potuto diventare un’azienda modello.
La storia comincia nel lontano 1963. Salvatore Lento entra nell’azienda familiare dalla porta principale e si rende conto che è ora di cambiare tutto e trasformare l’attività artigianale di quattro generazioni in qualcosa al passo coi tempi, dove la tecnologia si sposi con la competenza, la passione con la capacità, l’orgoglio con il piacere della sfida. Una sfida difficile e molto complessa, soprattutto negli anni Sessanta, quando in Calabria fare l’imprenditore significava affrontare problemi a prima vista irrisolvibili, a causa degli uomini, della terra, delle condizioni sociali.
Intanto, l’intuizione che il microclima unico – tra i due mari, Jonio e Tirreno – che pervade l’area, fosse l’ideale per innestare vitigni autoctoni prestigiosi (Magliocco, Greco, Malvasia) ma anche per favorire la crescita di varietà internazionali (Cabernet Sauvignon, Merlot, Chardonnay) con un sistema di allevamento a cordone speronato. Quindi la scelta di investire in uomini e tecnologia per raggiungere eccellenti risultati sia in termini di produzione che di impronta qualitativa. E la qualità è il segno che più contraddistingue i Lento, che sotto lo stemma di famiglia accanto a un devozionale “Deo Iuvant” aggiungono con orgoglio “Viticoltori in Calabria”.
«Quando ho iniziato – dice Salvatore Lento – non avevo ancora raggiunto la maggiore età. L’azienda di famiglia mostrava grandi prospettive di crescita ma soffriva delle modalità artigianali che impedivano di fare un salto nella produzione, sia per qualità che per quantità”. Mentre dice questo mostra con orgoglio il vecchio torchio del padre tenuto in bella mostra nella splendida sala-cantina dove pochi privilegiati possono organizzare ricevimenti di altissimo livello.
«Quest’azienda – dice ancora Salvatore Lento – è stata sempre espressione di quella parte bella, positiva e propositiva della nostra Calabria, dove fare impresa – diciamo la verità – è spesso molto difficile. La sfida, però, dopo molti sacrifici e anni spesi a inseguire l’eccellenza, si può dire ampiamente superata. La nostra azienda produce due milioni di bottiglie l’anno con una capacità di imbottigliamento pari a 24mila bottiglie al giorno e sono ancora di più orgoglioso di esportare in oltre 25 paesi l’immagine di una Calabria al passo coi tempi, capace di affrontare le sfide che la globalizzazione dei mercati ormai impone».
Sul sito della Tenuta Lento ci sono i princìpi che hanno ispirato il Presidente Lento, nel solco della tradizione di famiglia: Terra, Aria, Fuoco. «La terra è il principio e la fine, e tutto il resto non è che favola». L’Aria: «le illusioni sono per l’anima quello che l’aria è per la terra». Il Fuoco: «la forza sconvolgente del vino penetra l’uomo e nelle vene sparge e distribuisce l’ardore». Sono i tre elementi catalizzatori del successo di quest’impresa ultramoderna, eppure saldamente ancorata ai valori della famiglia, della correttezza e della responsabilità sociale di essere azienda nel rispetto dei dipendenti, dei collaboratori, dei clienti, dei fornitori.
Il nome Lento era inizialmente legato alla Doc Lamezia, poi l’aggregazione di altri appezzamenti alla tenuta originaria ha dato, negli anni 90, lo slancio di modernità e di innovazione che contraddistingue oggi l’azienda. Le Tenute Lento si articolano in due delle aree a maggiore vocazione e tradizione viticola della Calabria. Sono suddivise in tre proprietà distinte tra loro per posizione e varietà delle uve coltivate. La produzione è tenuta volontariamente al di sotto di quanto stabilito dal disciplinare, così da ottenere basse rese per ettaro e garantire il processo di maturazione degli acini il più equilibrato possibile e ottenere una qualità controllata e sempre e solo di altissimo livello.
La caratteristica delle Tenute Lento è l’abbinamento della elevata tecnologia con la manualità della tradizione. La vendemmia si fa ancora a mano, in tempi diversi per ciascun appezzamento e varietà, così come le principali operazioni colturali (potatura, legatura, sfogliatura, diradamento dei grappoli) sono tutte eseguite manualmente: è facile spiegare così la perfetta valorizzazione dei prodotti.
Il nucleo produttivo principale ricade nel territorio di Amato, nell’area Igt Calabria, a pochi chilometri da Lamezia Terme, dove si trova la direzione generale dell’azienda. Un suggestivo complesso di 80 ettari di terreno con un morbido andamento collinare tra i 500 e i 700 metri s.l.m., posizionato tra la costa tirrenica e quella ionica, con un panorama straordinario e davvero spettacolare (è il punto più stretto della regione, con vista sui due mari). I vigneti sono esposti a Sud e godono di un microclima eccezionale oltre che unico, con un’ottimale escursione termica tra giorno e notte, che permette una perfetta maturazione delle uve e quindi la produzione di vini di grande carattere e personalità.
Al centro della Tenuta c’è una bellissima villa dell’800 – raro esempio di architettura neoclassica inserita in un contesto naturale di grande suggestione: la villa, appartenuta al barone Chimirri, ha ospitato nel tempo la Regina Margherita (prima regina d’Italia) nei suoi viaggi in Calabria e moltissime altre personalità. Nei progetti della famiglia Lento dovrebbe diventare un resort di grande prestigio.
L’altro vigneto – Romeo – è in una posizione collinare ed è interamente dedicato al Greco Bianco. Da esso deriva l’unico Greco DOC di Lamezia e della Calabria. Accanto al vigneto si estende un oliveto di 15 ettari, da cui esce un olio pregiatissimo, un extra vergine purissimo, straordinario per finezza e personalità.
Il vigneto storico della famiglia – Caracciolo – ospita le varietà autoctone da cui si ricava il Doc Lamezia Rosso Riserva: i vitigni Magliocco, Greco Nero e Nerello permettono – grazie a una rigorosissima selezione delle uve – un vino Riserva straordinario che custodisce la memoria, la storia e la tradizione di una terra da secoli votata alla viticoltura.
Un cenno a parte, infine, merita la Cantina, realizzata su due livelli interrati, che garantisce una gestione più delicata e rispettosa della vinificazione. Il progetto sfrutta la forza di gravità con il ricevimento delle uve, la pigiatura e la fermentazione dei mosti al piano superiore, che poi per caduta naturale vengono trasferiti al piano inferiore, dalla fase di vinificazione a quella di stoccaggio e affinamento. Una barricaia scavata nelle rocce ospita barriques, botti e bottiglie in affinamento dove il vino trascorre almeno sei mesi prima della vendita. La Cantina si sviluppa per oltre 1200 metri ed è teatro di riservati ricevimenti dove, naturalmente, i veri protagonisti sono i vini Lento.
Una meraviglia di cultura vitivinicola e altissima tecnologia che onora la Calabria – una grande realtà industriale incredibilmente poco conosciuta dagli stessi calabresi – ma apprezzata e richiestissima in tutto il mondo. Protagonisti indiscussi ogni anno a Vinitaly, protagonisti “silenziosi” di grandi soddisfazioni (il vino che beve il Papa a bordo di Alitalia proviene dalle Cantine Lento), orgogliosamente legati alla propria terra, innamoratissimi di una Calabria che ancora fa poco per valorizzare al massimo le sue eccellenze. Le Cantine Lento sono una di queste. (s)
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