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Contratti a tempo determinato, accordo territoriale tra Confcommercio Calabria centrale e i sindacati

Importante accordo territoriale è stato firmato tra  Confcommercio Calabria Centrale, rappresentata dal Presidente Pietro Falbo e Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uitucs Uil, rappresentate, rispettivamente, da Pinuccia Cosmano, Antonio Bruno e Saverio Scarpino, per i contratti a tempo determinato nel terziario.

L’accordo, in continuità agli accordi stipulati negli anni scorsi dà attuazione a quanto stabilito dall’art. 75 del CCNL Terziario, Distribuzione e Servizi e dall’art. 90 del Ccnl Turismo consente alle imprese delle province Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia che applicano il suddetto contratto, di beneficiare di una rilevante opportunità prevista a favore dei territori a vocazione turistica (i territori che costeggiano l’area lonica e Tirrenica delle tre province, ivi compresi i centri con fenomeni di picchi stagionali ed i territori montani della Sila e delle Serre). L’opportunità consiste in una specifica disciplina dei contratti a tempo determinato al fine di favorire quelle imprese che, pur non esercitando attività a carattere stagionale, necessitano di gestire al meglio i picchi di lavoro intensificati in determinati periodi dell’anno. Nello specifico l’accordo firmato consente la stipula di contratti a termine in deroga al numero massimo consentito dalla normativa vigente, evitando sanzioni e, soprattutto, incentivando l’occupazione regolare.

Grazie all’intesa, quindi, le imprese del commercio e dei servizi, nelle località a prevalente vocazione turistica, potranno usufruire di uno strumento di flessibilità che consenta loro di gestire al meglio i picchi di lavoro stagionali, garantendo, al contempo, continuità e qualità dei servizi offerti, potendo, dunque, continuare ad applicare la disciplina della stagionalità con le relative deroghe alla durata del rapporto (art. 19, co,2); alle limitazioni quantitative (art.23, co. 2, lett. C); agli intervalli da osservare tra un contratto a tempo determinato e il successivo (art. 2, co. 2); alle proroghe e rinnovi in assenza di causali (art.2, co.2).

È di fondamentale importanza che imprenditori e professionisti siano dovutamente sensibilizzati per contrastare il fenomeno dei “contratti pirata” stipulati da associazioni di categoria e sigle sindacali carenti in termini di rappresentanza. La carenza di opportune informazioni e l’applicazione di Contratti Collettivi che non siano espressione delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative provoca seri problemi di carattere sanzionatorio alle imprese. L’invito, dunque, è di affidarsi alle organizzazioni titolate a garantire le tutele previste nei contratti, senza rischiare di commettere l’errore di adottare accordi che in sede giudiziaria non avrebbero alcuna valenza di tutela.

Si specifica che sono centinaia di migliaia le imprese e milioni i lavoratori che utilizzano i nostri contratti collettivi. Purtroppo, alle nostre latitudini ci sono organizzazioni che, per motivazioni che nulla hanno a che fare con la rappresentanza, provano ad entrare in un settore molto delicato, adottando logiche puramente commerciali. Nel particolare momento storico che stiamo vivendo vige la necessità di superare stereotipi rispetto ai rapporti intercorrenti tra imprese e lavoratori.

La contrattazione decentrata e, nello specifico, l’accordo stipulato, forniscono, dunque, uno strumento incisivo per fornire tutele e proporzione tra qualità e quantità di lavoro.

«Da evidenziare, inoltre – si legge nella nota – il fondamentale principio della pariteticità come elemento imprenscindibile che si manifesta nel contratto attraverso l’istituzione dell’Ente Bilaterale del Commercio, Terziario e Servizi, unico soggetto deputato ad erogare servizi in ottica di tutela di imprese e lavoratori Applicare il Ccnl di Confcommercio Calabria Centrale costituisce il riferimento per determinare migliori condizioni di lavoro, contrastando la proliferazione dei contratti sottoscritti con il criterio della sottrazione che tolgono dignità al lavoro ed impediscono la crescita delle competenze». (rcz)