;
Museo dei Brettii e degli Enotri

COSENZA – Al Museo dei Brettii e degli Enotri un applicativo per la collezione numismatica

Il Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza si è dotato di un nuovo strumento tecnologico che consentirà una migliore fruizione della sua straordinaria collezione numismatica.

Si tratta di un’applicazione realizzata dalla Società Naos Consulting, azienda d’informatica e di sviluppo di tecnologie legate ai Beni Culturali che, attraverso un rilievo delle monete, durato diversi mesi, con un approccio analogico e digitale che ha visto l’utilizzo di tecniche sofisticate e un lavoro di precisione effettuato su ciascuna moneta per coglierne tutti i dettagli, evidenziarne i bassorilievi e gli altorilievi presenti e gli spessori, è stato creato un applicativo tecnologico che riproduce digitalmente il monetiere del Museo cosentino.

In questo modo, gli utenti possono vedere le singole monete rilevate in 3D con maggiore dettaglio, ruotarle a 360° e scoprire i particolari tramite zoom, tutte azioni che fisicamente non si possono effettuare per motivi di conservazione. L’applicativo propone una fruizione di tipo clicca-e-fruisci: dalla home si accede, tramite un avatar, all’interno di una stanza virtuale dove sono posizionati gli espositori dedicati alle monete suddivisi per cronologia e tipologia. Cliccando su ciascuna moneta si possono vedere i dettagli, leggere le didascalie associate e, per un gruppo, vedere i personaggi rappresentati su ciascuna faccia, ricostruiti in 3D.

Sono stati definiti oltre 10 exempla di monete, per le quali si è proceduto alla modellazione tridimensionale del repertorio di personaggi rappresentati su ciascuna faccia: divinità e sovrani, eroi a cavallo, scene sacre, animali fantastici e mitologici che prendono “magicamente” vita trovando nuova linfa vitale proprio nella ‘copia digitale’. Scene che rappresentano la base di partenza per il cosiddetto ‘racconto visuale’ dei reperti, proprio di una fruizione più dinamica, interattiva e multi-sensoriale dell’intero monetiere. Infine, una particolare sezione dell’App è stata dedicata allo storytelling digitale di una moneta specifica, nella fattispecie un denario romano d’argento raffigurante sul fronte l’effigie di Roma e sul retro i Dioscuri a cavallo.

La moneta, volteggiando in aria, offre allo spettatore il pretesto per poter apprezzare meglio le scene rappresentate su ciascun lato. Il racconto digitale, che si dispiega proprio all’interno della sala del monetiere, è sviluppato grazie alla voce narrante di Roma, che si ‘umanizza’ attraverso le moderne tecniche del motion tracking facciale. Si tratta di uno strumento proprio di una fruizione, cosiddetta, ‘per Edutainment’, ovverosia di intrattenimento-educativo (o di didattica ludica), al fine di consentire ad un pubblico vasto la fruizione più dinamica e interattiva dei reperti esposti.

La tecnologia è stata realizzata nell’ambito del progetto V.i.s.a., il cui obiettivo è quello di realizzare un nuovo modello di spazio museale, denominato Museo 3.0, raccogliendo la sfida lanciata dal Mibact di aumentare le performance dei musei italiani mediante l’uso del digitale, potenziando in modo consapevole l’aspetto tecnologico della comunicazione per la fruizione e la valorizzazione delle opere d’arte. Un modello di museo connesso, reale, moderno, orientato ad un’ampia accessibilità culturale attraverso le moderne tecnologie Ict.

Il progetto V.i.s.a. (Visualizing Innovative and Social Artworks) è finanziato nell’ambito del Por Calabria Fesr-Fsr 2014-2020 Asse I – Promozione della ricerca e dell’innovazione e realizzato in collaborazione con il Dipartimento Architettura e Territorio dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e con Demoskopika (azienda specializzata nell’attività di analisi ed elaborazioni dati). Il progetto si avvale anche di consulenze speciali di altri centri di ricerca e gestione, come il Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università degli Studi di Salerno, il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, delle Infrastrutture e dell’Energia Sostenibile dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, il Distretto ad Alta Tecnologia per i Beni Culturali di Napoli Databenc e il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Federico II di Napoli. (rcs)