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COSENZA – Alla Biblioteca nazionale il libro del prof. Giuseppe Caridi

di ANNA MARIA VENTURA – La Biblioteca Nazionale di Cosenza, l’unica Biblioteca pubblica statale sul territorio calabrese, svolge il ruolo di polo culturale, riuscendo, pur tra notevoli difficoltà logistiche e funzionali, a evadere le più svariate richieste dell’intera Regione. Istituita nel 1978, quale sezione staccata della Biblioteca Nazionale di Napoli, dal 17 settembre 1985 inizia la propria attività nell’ex Seminario Arcivescovile, acquistato dal Ministero dei Beni Culturali e adibito a sede dell’Istituto, a cui, successivamente, si aggiunge anche il contiguo palazzo Barracco, donato dal Comune di Cosenza in comodato d’uso per 99 anni. Il 4 dicembre 1991 alla Biblioteca di Cosenza viene data autonomia da Napoli e, pertanto, viene aggiunta all’elenco delle Biblioteche Nazionali.

Oggi, la Biblioteca, oltre al compito istituzionale di conservazione e valorizzazione del proprio patrimonio, promuove la cultura nelle sue molteplici sfaccettature, proponendo presentazioni di libri, mostre, convegni, spettacoli teatrali e concerti.

D’altra parte R. David Lankes, Direttore della “Scuola di scienze dell’informazione” presso l’università del South Carolina e autore di fondamentali testi sull’attività delle Biblioteche, come L’Atlante della biblioteconomia moderna (2011, pubblicato in italiano da Editrice Bibliografica nel 2014) sostiene che la conoscenza si crea tramite la “conversazione”. Le “conversazioni” possono aver luogo tra amici e colleghi, “qui ed ora”. Ma possono anche avvenire nel corso dei secoli, con partecipanti diversi su uno stesso tema, e con la “conversazione” registrata su migliaia di artefatti, come libri, immagini, e file digitali. La Biblioteca, secondo lo studioso, svolge pertanto il compito dì “facilitare” la conoscenza nel flusso informativo, nelle “conversazioni” che costruiscono il sapere, non limitandosi ad essere semplicemente un canale, un vettore d’accesso, ma diventando parte “molecolare” di un tutto in continua evoluzione e, soprattutto, in libera e condivisa fruizione. Da ciò deriva che la mission della biblioteca, secondo Lankes, consiste nel «migliorare la società facilitando la creazione di conoscenza nelle comunità di riferimento».

In questa ottica la Biblioteca Nazionale di Cosenza ha dato “luogo” giorno 1 dicembre 2023, alla presentazione del volume di Giuseppe Caridi “Ferrante Re di Napoli – Quando il potere era al Sud”, Rubbettino Editore 2023. Promotrice dell’evento l’Associazione Culturale Ars Enotria aps.

Alla presenza di un folto pubblico attento, interessato e partecipe si è svolto un incontro di forte impatto culturale e di elevata valenza storica. Hanno porto i saluti la Direttrice della biblioteca Dott.ssa Adele Bonofiglio, il Presidente dell’Accademia Cosentina e della Biblioteca Civica Prof. Antonio D’Elia e la Presidente di Ars Enotria aps Prof.ssa Anna Stella Cirigliano.

Assieme all’autore hanno relazionato in maniera magistrale la Prof.ssa Marta Petrusewicz Docente Unical e la Dott.ssa Rita Fiordalisi già Direttrice della Biblioteca Nazionale di Cosenza. Ha moderato con garbo, competenza e professionalità la Prof.ssa Lucia Montesanti Docente presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro.

L’Associazione Culturale Ars Enotria, promotrice del prestigioso evento, opera su tutto il territorio calabrese, e non solo, allo scopo di valorizzare e diffondere le arti e la cultura delle varie civiltà in ogni espressione. Grazie all’amore per la nostra terra, riscopre la grande storia della Calabria e dei suoi valori millenari con perseveranza e passione, offrendo alla collettività manifestazioni culturali di grande rilevanza.

Nel corso degli anni ha organizzato itinerari artistico – musicali in luoghi di interesse storico per far conoscere località poco note ma di rilevante importanza artistico – culturale, collaborando con le Amministrazioni Comunali, le Associazioni Culturali e le Pro-Loco.

L’Associazione ha inteso, fin dall’inizio delle sue attività, far conoscere giovani artisti calabresi onde farne apprezzare il talento.

E’ nata così nell’anno 2004, l’Ars Enotria ensemble, che ha tenuto numerosi concerti non solo in Calabria ma in tante parti d’Italia e del mondo. Mi piace ricordare il Concerto “Tango italiano” per viola, clarinetto e pianoforte, eseguito nella splendida cornice del “Museo Archeologico Nazionale” di Reggio Calabria nel 2018, che ha riscosso grande successo di pubblico e di critica. Il repertorio proposto è stato di grande interesse storico, culturale e artistico. Nato da una ricerca quasi ventennale del Maestro Francesco Perri, musicista e compositore di alto livello. I musicisti Anna Stella Cirigliano, Josè Daniel Cirigliano, Francesco Perri hanno costruito una tensione evocativa che ha sorpreso gli spettatori per la variabilità della musica e la sua continua trasformazione.

Alla fine del 2019, sempre in seno all’Associazione, è nata l’Orchestra Ars Enotria formata, questa, da musicisti professionisti e da studenti che propongono un repertorio finalizzato a creare sensibilità verso la tutela ambientale, paesaggistica, artistica e culturale. Il debutto è avvenuto a Rende (Cs), presso il Museo del Presente, in “Omaggio” al Maestro Benito Vittorio Tiesi, con l’esecuzione della Favola Musicale “Il coccodrillo e la scarpa” di Pietropaolo Morrone. Da allora i successi sono stati tanti, frutto di lavoro, passione, impegno che settimanalmente vien prodigato nel laboratorio musicale, unico nel suo genere sul nostro territorio, presso il Museo del Presente di Rende. La Calabria, splendida terra, è ricca di tante bellezze, ma la bellezza della musica, in questo caso creata dalla giovane Orchestra, serve a indirizzare i giovani verso l’arte, che è equilibrio e armonia.

L’attività di Ars Enotria è poliedrica. Grande importanza viene data ai viaggi culturali e alla presentazione di opere di scrittori, non solo calabresi, di forte valenza artistica ed educativa.

Pertanto, consapevole del grande valore del libro su Ferrante del Prof. Caridi, ha inteso presentarlo, in collaborazione con la Biblioteca Nazionale di Cosenza e l’Accademia Cosentina, giorno 1 Dicembre.

Senza dubbio è stata una presentazione densa di contenuti e di emozioni, ricca di suggestioni venute dal libro, ma anche dalla storia del luogo in cui è stato presentato. La Biblioteca è diventata “uno spazio dell’anima” di chi ha preso parte all’evento. L’anima predilige uno spazio per manifestarsi e solitamente le immagini di spazio che più si caricano di significato sono le antiche costruzioni. In questi spazi l’anima si apparta e con essa la nostra vita interiore e le sue variegate emozioni. E’ potente questa suggestione che ci invita a cercare l’anima nei luoghi e a “fare anima”, come direbbe James Hillman, con il “Genius loci”, l’immagine simbolica del protettore del luogo che si riattiva quando mette in contatto il suo spirito con le tensioni emotive di ogni io.

Hillman parla del “Genius Loci” nel suo “L’anima dei luoghi”: «L’anima del luogo deve essere scoperta allo stesso modo dell’anima di una persona. E’ possibile che non venga rivelata subito. La scoperta dell’anima, ed il suo diventare familiare, richiedono molto tempo e ripetuti incontri». Ma a volte viene scoperta al primo impatto, proprio come succede quando si entra in contatto con luoghi magici, come un antico maniero, una nobile dimora, ma anche una casa abbandonata in un borgo, un paesaggio prima sconosciuto. A volte è un luogo che fa da cornice ad un evento. Allora avvertiamo che la storia esce dalla sua dimensione temporale e continua ad essere presente e visibile anche nella contemporaneità del presente. Sono spesso luoghi diventati simbolici proprio per ciò che vi è accaduto e, attraverso un approccio stratificato nel tempo, sono capaci di agire sul nostro presente costringendo chi vi si approccia a tenere costantemente in considerazione la storia che lì si è svolta. Come succede quando ci si trova nella Biblioteca Nazionale di Cosenza.

E ritorniamo al libro “Ferrante re di Napoli – Quando il potere era al Sud” che lì è stato presentato, consentendo a qualche privilegiato di incontrare e dialogare, attraverso l’anima, col “Genius loci”, che vi dimora.

Autore del libro è l’insigne storico Prof. Giuseppe Caridi, recentemente insignito del Premio letterario “Città di Siderno” per la sezione saggistica con l’opera «Gli Aragonesi di Napoli. Una grande dinastia del Sud nell’Italia delle Signorie». Già ordinario di Storia moderna nell’ Università di Messina, ora docente di Storia dell’Europa nella Scuola superiore per mediatori linguistici di Reggio Calabria. Da oltre vent’anni è Presidente della Deputazione di Storia Patria della Calabria e Direttore della “Rivista Storica Calabrese”. E’ Direttore scientifico dell’Associazione Italiana Parchi Culturali, nonché socio dell’AIParC Nazionale. Le sue ultime monografie sono: Carlo III (2014); Francesco di Paola (2016); Alfonso il Magnanimo (2019); Gli Aragonesi di Napoli (2021); “Ferrante re di Napoli” Quando il potere era al Sud (2023).In questo suo ultimo saggio ha voluto mettere in evidenza, attraverso la biografia di un sovrano che per 36 anni, dal 1458 al 1494, governò il Mezzogiorno d’Italia, come un’egemonia dal Sud si esercitasse sul resto della Penisola. Ferrante ebbe strette relazioni con alcuni personaggi di grande rilievo nel panorama politico del tempo, da Lorenzo il Magnifico a Ludovico il Moro, ad Alessandro VI, sui cui potentati riuscì con alterne alleanze a imporre infatti una leadership a volte così accentuata al punto che nel 1480 si era sparsa addirittura la voce che aspirasse a diventare re d’Italia. Durante il suo regno la corte di Napoli, frequentata grazie al suo mecenatismo da alcuni dei maggiori umanisti italiani, come il Panormita, Giovanni Pontano, Iacopo Sannazaro, divenne un importante centro del Rinascimento e non aveva nulla da invidiare in campo culturale alle corti del resto d’Italia.

Il Prof. Caridi nei suoi ultimi libri ha posto in risalto personaggi che hanno operato a lungo nel Sud e nella stessa Calabria e che si sono innalzati a livello europeo, come Carlo III di Borbone, Alfonso il Magnanimo, Ferrante d’Aragona e, in campo ecclesiastico, san Francesco di Paola, patrono della Calabria, che, andato in Francia su richiesta del re Luigi XI, vi è poi rimasto sino alla fine della sua vita quale padre spirituale ma anche a tratti nella veste di consigliere politico dei sovrani Carlo VIII e Luigi XII. In questo su Ferrante ha approfondito ed evidenziato i tratti salienti del periodo storico del re di Napoli: la modernità del suo regno, che si pone sulla scia delle monarchie europee, se pur tra grandissime difficoltà; la politica espansionistica di Ferrante; l’eredità del padre Alfonso; l’alternanza delle alleanze finalizzate a consolidarne la leadership nella penisola italiana; il contrasto e poi l’alleanza con Lorenzo il Magnifico; il rapporto controverso con Francesco di Paola; le iniziative regie in campo economico e culturale.

La presentazione egregia del libro da parte delle relatrici Marta Petrusewicz e Rita Fiordalisi e dello stesso autore è stata già un arricchimento nel momento dell’ascolto, ma, al contempo, ha suscitato curiosità intellettuale e interesse per la materia trattata, lasciandosi dietro una scia infinita di sollecitazioni storico culturali, che solo la lettura potrà soddisfare. Proprio questo ha decretato il successo dell’evento. (amv)