;
Mara

COSENZA – Il 2 luglio il libro “Mara. Una donna del Novecento”

Il 2 luglio, a Cosenza, alle 18.00, a Piazza dei Follari, la presentazione del libro Mara. Una donna del Novecento di Ritanna Armeni.

L’evento è il primo appuntamento che la Fondazione Premio Sila 49 ha organizzato dopo i tre mesi di stop imposti dalla pandemia, che si si annuncia partecipato, «senza assembramenti» ha precisato Gemma Cestari, direttrice del Premio Sila 49, nel rigoroso rispetto delle regole del distanziamento e, sopratutto, all’aperto.

Dialoga con l’autrice Ines Crispini, docente di Filosofia Morale all’Università della Calabria.

Il libro, edito da Ponte delle Grazie, racconta di Mara, una donna del Novecento, come recita il titolo per esteso e con il ventesimo secolo fa i conti: con le sue contraddizioni e i grandi cambiamenti, ma soprattutto con l’orrore della (seconda) guerra mondiale voluta, determinata, portata dai regimi dell’estrema destra europea e dalle ideologie oscene di nazismo e fascismo.

Nel fascismo Mara nasce (classe 1920), col fascismo cresce, fino a ritrovarsi quasi donna, tredicenne, nel bel mezzo del ventennio, in quel 1933 che vede consolidarsi l’intesa fra l’Italia e Mussolini, mentre Hitler è già diventato cancelliere del Reich. Mara è fascista, come tutti, è fascista perché il sabato si indossa la divisa inamidata e si corre tutti insieme, ed è eccitante, liberatorio. È fascista perché così fan tutti e nell’orizzonte egoista dell’italiano medio non c’è ancora un motivo per non esserlo.

È fascista perché crede che il regime possa garantirle di realizzare i suoi sogni, che sono sogni di un’adolescente “moderna”, sogni di emancipazione, di lavoro e indipendenza. Ma il regime è subdolo e mentre celebra le donne come perno della società, relega quel perno in un luogo angusto, soffocante: la casa, la famiglia, la maternità. Come molte donne del Novecento, Mara si piega ma non si arrende, si cala nella figura di donna che il regime vuole vedere, ma conserva i suoi sogni di ragazza e li coltiva grazie alla letteratura, al cinema, alle favole moderne che raccontano le storie delle donne italiane più celebri e intraprendenti, come Ondina Valla, la velocista medaglia d’oro a Berlino nel 1936. (rcs)