Nicola Lagioia, Nadeesha Uyangonda e Luciana Castellina i vincitori del Premio Sila 49

Sono Nicola Lagioia, con il libro La città dei vivi, Nadeesha Uyangonda con L’unica persona nera nella stanza e la politica e scrittrice Luciana Castellina, i vincitori della decima edizione del Premio Sila 49, promosso dall’omonima Fondazione.

Ad annunciare i vincitori, il presidente della Fondazione, Enzo Paolini e la direttrice del Premio, Gemma Cestari. La cerimonia di premiazione si svolgerà in una tre giorni dal 27 al 29 maggio tra Cosenza e Camigliatello Silano.

Il 27 maggio, alle 18, in piazza dei Follari, la docente Unical Mariafrancesca D’Agostino e il sociologo Tonino Perna dialogheranno con Nadeesha Uyangonda. Subito dopo, alle 19, ci si sposterà eccezionalmente sul sagrato della Cattedrale cosentina per assistere alla relazione, intitolata Un indulto, una sospensione, un miracoloso arresto: il senso delle antiche chiese, dello storico Tomaso Montanari, in occasione delle celebrazioni degli 800 anni del Duomo.

Sabato 28, inoltre, alle ore 11.30, a Palazzo Arnone, sede della Galleria Nazionale, si assisterà alla lectio magistralis di Luciana Castellina La mia vita a sinistra è, ancora, la scoperta del mondo; mentre nel pomeriggio, a partire dalle 18.30, si terrà la cerimonia di premiazionedella decima edizione del Premio, condotta dalla giornalista e scrittrice Ritanna Armeni: a Lagioia, Uyangonda e Castellina verranno consegnati, come di consueto, i bronzetti realizzati dal maestro Mimmo Paladino. Domenica 29, infine, dal cuore del centro storico bruzio ci si trasferirà nella sede di Camigliatello Silano della Fondazione Premio Sila: sarà qui, dalle 11, che il giurato del Premio Valerio Magrelli leggerà alcune delle poesie tratte dalla sua ultima raccolta “Exfanzia” (Einaudi).

Tuffatori, il manifesto dell’edizione 2021 del Premio è stato realizzato dall’artista di origine calabrese Natino Chirico. Sarà proprio incentrata sulle opere del raffinato disegnatore e ritrattista, la mostra che dal 30 maggio fino al 21 giugno potrà essere visitata all’interno delle sale del Museo dei Brettii e degli Enotri del quartiere Spirito Santo. Un evento, quest’ultimo, che chiude gli incontri e i pregiati appuntamenti della primavera del Premio Sila ’49, a cui tutta la città è invitata a partecipare, sempre nel rispetto delle normative anti-Covid. (rcs)

COSENZA – Premio Sila ’49, venerdì la presentazione del libro di Mario Fortunato

Venerdì 29 ottobre, a Cosenza, alle 18, presso la sede della Fondazione Premio Sila, la presentazione del libro Sud di Mario Fortunato.

L’evento è il penultimo incontro con gli autori della decina del Premio.

Conversa con l’autore Battista Sangineto, docente dell’Unical.

Per partecipare all’evento è necessario prenotarsi inviando una mail a premiosila49@premiosila49.it e soprattutto munirsi di Green pass! (rcs)

COSENZA – La presentazione del libro “Quanto tornerò” di Marco Balzano

Sabato 16 ottobre, a Cosenza, alle 18, all’Officina delle Arti, Marco Balzano presenta il suo libro Quando tornerò, edito da Einaudi.

L’evento rientra nell’ambito del ciclo di incontri dedicato agli autori che sono rientrati nella decina del Premio Sila ’49, giunto alla decima edizione.

Con l’autore converseranno Viviana Andreotti e Pier Paolo De Salvo. Per partecipare è necessario esibire il Green pass. (rcs)

RENDE (CS) – Giovedì la presentazione del libro “Spatriati” di Mario Desiati

Giovedì 30 settembre, a Rende, alle 18, nella Sala Consiliare, la presentazione del libro Spatriati di Mario Desiati, per il Premio Sila ’49.

L’evento, che rientra nell’ambito del ciclo di presentazioni dei libri in decina 2021, è stato organizzato all’interno del Settembre Rendese.

Lo scrittore d’origine pugliese, classe 1977, illustrerà infatti al pubblico il suo romanzo, Spatriati (Einaudi 2021), dialogando con la giornalista Alessia Principe. A moderare l’evento, la direttrice del Sila, Gemma Cestari(rcs)

 

RENDE (CS) – Martedì Gilda Policastro presenta “La parte di Malvasia”

Martedì 21 settembre, a Rende, alle 18.30, al Museo del Presente di Rende, Gilda Policastro presenta il libro La parte di Malvasia, per il premio Sila 49.

Nel corso dell’incontro, che tra l’altro rientra nel cartellone del Settembre Rendese, l’autrice dialogherà con Ines Crispini, ordinaria di Filosofia Morale presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Unical.

Il libro è edito da La Nave di Teseo.

Chi è Malvasia? Una donna che arriva non si sa da dove e che vive in paese da “straniera”: colta, anticonformista, eccentrica, l’hanno vista fare una lunga passeggiata e da quel momento di lei si sono perse le tracce. Quando viene ritrovata morta, si pensa all’omicidio passionale e scattano le indagini, affidate al commissario Arena e al suo assistente Gippo. Nel susseguirsi di testimonianze e di ipotesi, indagatori e indagati prendono a confondersi. Il giallo della morte diventa il grigio delle esistenze di individui mortificati nelle loro ambizioni e svelati nelle loro nature contraddittorie ed elastiche, nella capacità di provare sentimenti opposti e di compiere azioni impensabili. Come nella tragedia greca, l’umano supera se stesso nell’estremo, ma nella tragedia moderna si muore senza un motivo e senza un colpevole. (rcs)

COSENZA – Domenico Dara presenta “Malinverno”

Mercoledì 8 settembre, a Cosenza, alle 17.30, a Villa Vecchia, Domenico Dara presenta il suo libro Malinverno, edito da Feltrinelli.

L’evento apre la decima edizione del Premio Sila ’49, organizzato dall’omonima Fondazione, con l’obiettivo di «riprendere le fila di un discorso interrotto per stimolare la ricostruzione di un tessuto sociale attraverso percorsi culturali che richiedono attenzione, sensibilità e partecipazione».

Dialoga con l’autore Gianluca Veltri(rcs)

COSENZA – È pronta la decina del Premio Sila ’49

Silvia AvalloneMario Desiati, Andrea Bajani, Marco Balzano, Giuseppe Catozzella, Domenico Dara, Mario Fortunato, Nicola Lagioia, Paolo Nori e Gilda Policastro sono i dieci finalisti del Premio Sila ’49, giunto alla decima edizione.

Grande entusiamo, «dell’attenzione che le case editrici ci riservano candidando i propri libri, della qualità degli arrivi (dall’autore esordiente e sconosciuto al grande circuito, ai nomi più importanti) e infine del grande lavoro della giuria tecnica, che in tempi strettissimi è riuscita a selezionare il meglio per un’edizione per noi importantissima. Come sempre, con qualche piccolo rimpianto per le opere rimaste fuori» è stata espressa da Gemma Cestari, direttrice del Premio, che ha detto di non vedere «l’ora di ospitare questi splendidi autori in città per i consueti incontri con i lettori in autunno, e di dare davvero inizio alla decima edizione».

Quella 2021 sarà infatti la decima edizione per il Premio Sila ’49, «un traguardo che abbiamo raggiunto lavorando tantissimo sui contatti, sulla qualità delle selezioni, ma anche sull’indiscutibile valore della nostra giuria e sulla qualità degli eventi e degli incontri che abbiamo offerto alla città in questi dieci anni».

Il presidente della Fondazione Premio Sila, Enzo Paolini, racconta così le edizioni che hanno preceduto quella del decimo anniversario, ricordando anche l’ultima, quella del 2020 funestata dalla pandemia di Covid.

«Eppure è stata un’edizione memorabile – ha detto Paolini – che, rimandando di qualche mese, siamo riusciti a celebrare a modo nostro, con incontri di altissimo livello che hanno animato il centro storico della città. Neanche due mesi fa consegnavamo i premi a Bazzi, Bonaiuto e Mancuso e oggi siamo pronti a svelare la decina 2021 che passerà adesso al vaglio del comitato dei lettori. Dieci autori e dieci libri che meritano attenzione, per i motivi più diversi». (rcs)

COSENZA – Conclusa con successo la nona edizione del Premio Sila ’49

È con la vittoria di Jonathan BazziAnna BonaiutoStefano Mancuso, che si è chiusa, a Cosenza, la nona edizione del Premio Sila ’49, organizzata dall’omonima Fondazione.

Incontri, lectio magistralis e una serata dedicata al vincitore della sezione letteratura, Jonathan Bazzi, e alla consegna dei bronzetti di Mimmo Paladino.

«Siamo felici che la nostra scelta di non rinunciare alla cerimonia in presenza sia stata premiata da una così grande partecipazione da parte della città. Abbiamo scommesso sulla voglia dei cosentini di ritrovarsi e ritrovarci nei modi e nei luoghi che ci sono più cari – ha detto il presidente della Fondazione Premio Sila, Enzo Paolini – e abbiamo vinto. Tre eventi partecipati, emozionanti, interessanti. Un’edizione speciale, da ricordare, proprio perché sa di resistenza e di rinascita».

È stata Anna Bonaiuto, che ha ricevuto il premio alla carriera 2020, ad aprire la due giorni di eventi con una lectio magistralis dal titolo Alla ricerca dell’attore perduto, un viaggio nella memoria dell’attrice fra racconti d’infanzia, dove nasce la passione per il teatro, per il pubblico, «per il piacere che esibirsi, dare, donarsi, dà ad ogni attore – ha spiegato la Bonaiuto – la vera essenza del nostro lavoro», e aneddoti con protagonisti i giganti del teatro e del cinema italiano, da Ronconi a Servillo.

Un flusso di pensieri, più che una lectio, da condividere con il pubblico dell’Arenella perché, ha spiegato l’attrice, «io non ho niente da insegnare, non mi sento maestra di niente e una lectio non l’ho mai fatta». Ma i racconti di una vita straordinaria fra palcoscenici e set d’eccezione rapiscono i presenti, affascinati dall’attrice friulano-napoletana.

«Questo è un premio ad una categoria – ha concluso la Bonaiuto – non soltanto a me. Un premio soprattutto al mondo dei giovani attori e attrici che in questi mesi hanno vissuto enormi difficoltà».

Venerdì mattina, in una Villa Vecchia lussureggiante, è stata la volta dello scienziato e botanico Stefano Mancuso.

«Siamo qui non a caso – ha precisato Gemma Cestari, direttrice del Premio – questo è un posto magico, soprattutto in questa stagione, un posto che ben rappresenta la grandezza della natura, delle piante in particolare, il contributo straordinario che possono dare alle nostre vite, non soltanto in termini pratici, scientifici. Non sono soltanto il nostro polmone, sono anche bellezza, maestosità, memoria. È il posto perfetto per rendere omaggio all’intelligenza, all’importanza, alla imprescindibilità delle piante per l’umanità».

E il professor Mancuso, insieme a Tomaso Montanari, storico dell’arte, professore universitario e giurato del Premio Sila, ha parlato per più di un’ora proprio di quanto il mondo vegetale sia “superiore” alle altre specie, non foss’altro che per il tempo infinitamente superiore rispetto a tutti gli altri esseri che ha trascorso sul nostro pianeta. Un messaggio ambientalista, ma molto diverso da quelli che siamo abituati ad ascoltare, perché motivato, convinto, appassionato. Ripensare totalmente il mondo vegetale e con esso la presunta superiorità della specie umana sulle altre è l’obiettivo che il professor Mancuso persegue nel suo bellissimo libro, un obiettivo che lo scienziato raggiunge pienamente.

«La nazione delle piante è un libro che fa venir voglia di fare davvero qualcosa per il nostro pianeta» ha detto Montanari a conclusione dell’incontro. E Mancuso ha lasciato la platea a bocca aperta sostenendo che malgrado tutto qualcosa da fare c’è, si può fare: «Piantare mille miliardi di alberi potrebbe ridurre di due terzi le emissioni di Co2 e risolvere così per qualche tempo la terribile crisi ambientale che stiamo attraversando. Certo, non è facile, non è economico, non è popolare. Ma è possibile e anche bellissimo». (rcs)

COSENZA – Presentato il manifesto del “Premio Sila 49”

Il Premio Sila ’49, come di consueto, ha presentato il manifesto dell’edizione in corso, anche se la cerimonia di premiazione è stata spostata in primavera a causa della pandemia in corso.

Il manifesto è un’opera del Maestro Fabio Inverni, «splendido esempio di iperrealismo con un messaggio potentissimo» si legge in una nota.

«Ci aspettavamo un’opera significativa dal Maestro Fabio Inverni – ha detto Enzo Paolini, presidente della Fondazione Premio Sila – ma quello che ha regalato al Premio è qualcosa di più, è la rappresentazione perfetta di quello che stiamo vivendo, la plastica raffigurazione di un sentimento collettivo, quella dolorosa consapevolezza di essere costretti alla distanza con chi vorremmo invece avere vicino, di poter comunicare solo mettendo le nostre sensibilità, le nostre idee e le nostre immaginazioni in un pacco, spedito con l’avvertenza della fragilità del suo prezioso, irripetibile contenuto».

«Sono contrastanti – ha aggiunto –i sentimenti che suscita quest’opera:tristezza, rabbia, speranza. Ma nello stesso tempo da questa immagine riusciamo attrarre energia, forza; da un racconto di noi che ci fotografa nell’oggi, nella difficoltà estrema del momento pandemico che ha svelato tutta la debolezza della nostra terra, prendiamo slancio per il domani. Perché quello che adesso è sbagliato, così scopertamente sbagliato, ci consenta di determinare il nostro futuro. Quello, ancora, non l’ha scritto nessuno e la speranza che sia migliore del presente è molto più che un auspicio, è un impegno, una promessa che facciamo a noi stessi e ai nostri figli».

«Il manifesto di Inverni – ha concluso il presidente della Fondazione Premio Sila – è un olio su tela. Lo dico a beneficio di quanti non conoscono le altre sue opere e possono facilmente cadere nell’errore di credere che questo non sia un quadro, ma un’installazione, un’opera tridimensionale. Il risultato è così realistico (iperrealistico, appunto, come la corrente artistica cui appartiene il maestro fiorentino) che è bene precisarlo. La tecnica pittorica di Inverni è impressionante proprio per la difficoltà a discernere il vero dal raffigurato che induce nello spettatore. In questa difficoltà c’è tutto il talento di un artista non comune». (rcs)

In copertina, il Maestro Inverni

La presentazione del manifesto

COSENZA – I finalisti del Premio Sila ’49

Roberto Andò, con Il bambino nascosto (La Nave di Teseo), Marta Barone, con Città sommersa (Bompiani), Jonathan Bazzi, con Febbre (Fandango), Giorgio Fontana, con Prima di noi (Sellerio), Igiaba Scego, con La linea del colore (Bompiani) sono i finalisti dell’edizione 2020 del Premio Sila ’49 promosso dalla Fondazione Sila, guidata da Enzo Paolini.

La cinquina è stata selezionata dalla giuria tecnica, presieduta da Amedeo Di Maio, da una rosa di dieci titoli che, dai primi di settembre – prima in presenza e poi online – sono stati presentati al pubblico.

«Non abbiamo voluto interrompere – ha dichiarato il presidente Paolini – il flusso delle idee, delle suggestioni e dei sentimenti contenuti nei libri: sono le uniche armi che ci consentiranno di superare questo momento drammatico. D’altra parte, i libri servono proprio a questo, a darci strumenti di forza sociale per migliorare il mondo in cui viviamo. Per questo non ci siamo fermati, perché ora più che mai abbiamo bisogno di questo».

«Grazie ai ragazzi, agli insegnanti e ai dirigenti – ha concluso – per aver contribuito a definire questa cinquina con i voti e le belle recensioni. È stato importante per noi capire anche le preferenze di una generazione che conoscevamo poco e ci ha piacevolmente sorpresi». (rcs)