;
Imprenditoria a Reggio Calabria

Cresce la voglia di fare impresa a Reggio, seconda realtà imprenditoriale calabrese

Sono positivi i dati della Camera di Commercio di Reggio sulla voglia di impresa: con un saldo positivo pari a 554 imprese, la Città metropolitana di Reggio Calabria sfiora la quota complessiva di 53 mila unità produttiva nel 2018. Un saldo positivo dato dalla differenza tra 2.727 iscrizioni e 2.173 cessazioni che, in sintesi, si traduce in un tasso di crescita del +1,06% .

La performance annuale di crescita appare migliore di quella media regionale (+0,75%) e circa il doppio di quella nazionale (+0,52%). Tra i confini calabresi, solo la provincia di Vibo Valentia riesce a fare di più, grazie ad un saldo di +194 imprese che determina un tasso di crescita pari al +1,44%.Anche le imprese attive del territorio metropolitano hanno proseguito il trend positivo: in particolare, nel 2018, sono aumentate sino a superare la quota di 45mila unità, con una variazione complessiva che, rispetto al 2013, è addirittura pari a +4,7%.

Afferma il Presidente della Camera di Commercio Antonino Tramontana: «Il quadro delle informazioni statistiche che puntualmente ci restituisce la Camera di Commercio conferma la vitalità del nostro territorio. Sempre più imprese popolano la nostra economia e, tra queste, sono sempre più frequenti quelle che scelgono di adottare forme organizzative più strutturate, più capaci, cioè, di reggere alle pressioni competitive attuali, soprattutto in chiave di accesso ai mercati internazionali».

Guardando agli ultimi dati, ad una sostanziale stazionarietà delle imprese individuali (pari al 68% delle imprese registrate sul territorio), si associa una crescita delle società di capitali (+6,1%) che conferma il trend pluriennale in atto e che traina lo sviluppo del sistema imprenditoriale. Di contro, le società di persone (l’11,6% di
quelle registrate in provincia) esprimono un tasso di crescita negativo (-0,93%), sostanzialmente in linea con la performance tendenziale dell’anno precedente.

Tra le nuove leve dell’imprenditoria locale, spiccano le dinamiche delle imprese giovanili e straniere. Le prime registrano un tasso di crescita pari al +9,3% mentre le seconde si fermano al +2,9%. Ad oggi, le due componenti incidono, rispettivamente, per il 13,8% e 9,2% della base imprenditoriale reggina. Ancora oggi, quasi un’impresa su quattro (24,1%) è principalmente guidata da donne, nonostante un tasso di crescita pari ad appena il +0,85%, meno della media generale, come visto
superiore al punto percentuale.

Pertanto, la Città metropolitana di Reggio Calabria si conferma, al 31 dicembre 2018, la seconda realtà della Calabria quanto ai numeri del tessuto imprenditoriale, dietro solo alla provincia di Cosenza (dove sono localizzate il 36,5% delle imprese regionali). A seguire, si torva la provincia di Catanzaro (18,3% delle imprese) e, bene distanziate, le province di Crotone (9,5%) e Vibo Valentia (7,3%).

La dinamica annuale reggina è da considerare in chiave positiva soprattutto alla luce di quanto registrato l’anno precedente, quando il tasso di crescita locale, così come per la provincia di Cosenza, fu il più basso tra quelli calabresi.

Al 31 dicembre 2018, le imprese reggine “attive”, ossia che hanno svolto un’effettiva attività produttiva per almeno sei mesi nel corso dell’anno, superano le 45mila unità, essendo cresciute del +0,5% rispetto alla stessa data del 2017. Si conferma, pertanto, il trend di crescita che ha interessato il tessuto imprenditoriale locale fin dal 2013.

Negli ultimi sei anni, il numero delle imprese attive è complessivamente cresciuto del +4,7%; una variazione positiva di oltre duemila unità, dalle 43.111 del 2013 alle 45.151 del 2018. Stando ai dati più recenti, le imprese attive localizzate nella Città metropolitana di Reggio Calabria rappresentano l’85,2% delle imprese complessivamente iscritte presso il registro delle imprese.

All’interno del sistema produttivo reggino, particolarmente diffuse sono le ditte individuali; esse rappresentano il 68,0% delle imprese totali. Si tratta di organizzazioni aziendali molto diffuse ma anche poco solide; una fragilità che trova riscontro dall’analisi della nati/mortalità: in un anno sono state costituite 1.980 ditte individuali a fronte delle 1.911 che sono state chiuse. Il loro numero è cresciuto (+0,19%), seppur ad un ritmo inferiore rispetto al 2017 (+0,59%). Le ditte individuali nascono come “alternativa” ad un mercato del lavoro debole, spesso al fine di trovare soluzione alle problematiche inerenti la ricerca di lavoro.

Molto meno numerose sono le società di capitali e le società di persone (cumulativamente pari al 28,2% delle imprese reggine). Le società di capitali (16,6%) sono cresciute del +6,1% nel corso dell’ultimo anno (+ 6,6% nel 2017) e rappresentano la categoria imprenditoriale di maggior sviluppo. Si tratta delle imprese più strutturate e capaci di affrontare le difficoltà di un mercato locale fortemente incentrato su attività tradizionali e scarsamente aperto ai mercati internazionali. Non a caso, le società di capitali presentano un saldo anagrafico particolarmente positivo (dato dalla differenza fra 611 nuove società e 107 imprese “chiuse”) che suggerisce un percorso di  irrobustimento produttivo che, in futuro, potrebbe contribuire al sostegno dei fattori di produttività e, più in generale, alla capacità del sistema produttivo locale di accedere con facilità e stabilità sui mercati internazionali.

Di contro, le società di persone (11,6%) registrano un tasso di decrescita vicino all’1%, sostanzialmente in linea con la performance tendenziale dell’anno precedente  (-1,16%). Quest’ultima categoria di imprese, infatti, mostra un saldo negativo (pari a -58) risultato dalla differenza fra le 79 iscrizione e le 137 cessazioni avvenute negli ultimi 12 mesi.

Le “altre forme” organizzative, che pur rappresentano il 3,8% delle imprese, sono aumentate del +2,0% rispetto all’anno precedente, in contrapposizione con la decrescita registrata nel 2017 (-8,8%).

Il 61,3% delle imprese della Città metropolitana di Reggio Calabria si trova ad operare in tre soli settori: commercio, agricoltura e costruzioni.

Nello specifico, le attività commerciali sono 18.802 (pari al 35,5% dello stock complessivo; +0,3% rispetto al 2017), le aziende agricole sono 8.093 (pari al 15,3% del totale; +3,2% rispetto al 2017) e le imprese edili 5.589 (pari al 10,5% del totale; +0,3%). A seguire, troviamo le imprese del comparto manifatturiero (il 7,3%; -1,1% rispetto al dato del 2017) e del turismo (il 6,1%, +1,9%).

Superano le migliaia anche le imprese di servizi, le ditte di trasporto e magazzinaggio, le attività professionali e di “noleggio e, in conclusione, le agenzie di viaggio e supporto alle imprese”. Le imprese operanti in tutti gli altri settori mostrano una quota che non raggiunge il 2%.

Da segnalare come nel corso del 2018, siano aumentate di ben 6 unità le società che si occupano di fornitura di energia elettrica e gas (44 in tutto; erano 38 nel 2017) mentre la crisi del mercato delle case sembra pesare ancora sulle opportunità di fare impresa, stante un numero di attività immobiliari sceso fino a 380 (-1,04%).

Il patrimonio informativo del sistema camerale consente di analizzare il tessuto produttivo reggino anche sulla base delle opportunità rappresentate da alcuni segmenti della “popolazione” imprenditoriale. Si tratta delle nuove leve dell’imprenditoria (imprese femminili, giovanili e straniere), che contribuiscono alla crescita del sistema produttivo territoriale, come si può vedere dai tassi di crescita di anno in anno registrati.

Tra le tre, le imprese femminili rappresentano ancora la categoria più rilevante quanto ad incidenza sullo stock complessivo di registrate (24,1%). Una quota cui ha contribuito anche la performance registrata durante l’anno, con 790 nuove imprese cui hanno corrisposto 682 cessazioni (saldo di 108 imprese, pari allo 0,85% dello stock di imprese registrate l’anno precedente).

Maggiore dinamicità si riscontra in riferimento alle imprese giovanili (pari al 13,8% delle imprese reggine). Le under 35, infatti, hanno mostrato un vero e proprio exploit durante il 2018 (1.181 registrate a fronte di 484 cessazioni). Nonostante la crescita veloce (+9,31% grazie ad un saldo pari a 697 imprese), il valore complessivo appare inferiore di 200 unità rispetto quello del 2017. Un’apparente anomalia in realtà da attribuire alla fuoriuscita dal perimetro di età di un numero consistente di imprese, derivante dalla naturale crescita anagrafica dei soci titolari. (rrc)

Alla composizione del tessuto economico della provincia hanno contribuito anche le imprese straniere, ossia le imprese in cui la partecipazione di persone non nate in Italia risulta complessivamente superiore al 50%. Gli imprenditori stranieri detengono la titolarità del 9,2% delle imprese reggine, in crescita di un decimo di punto rispetto la rilevazione precedente. (zc)