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Vincenzo Scaramuzza

CROTONE – Un successo la due giorni di studio su Vincenzo Scaramuzza

Sono state un vero e proprio successo, a Crotone, le due giornate di studio dedicate a Vincenzo Scaramuzza, insigne pianista crotonese emigrato in Argentina, dalla cui scuola di Scaramuzza si formarono generazioni di pianisti, tra i quali alcuni dei più grandi concertisti del nostro tempo.

Le due giornate di studi sono state organizzate dall’Istituto di Bibliografia Musicale Calabrese (Ibimus Calabrese), presieduto da Annunziato Pugliese, un’Associazione culturale che, da oltre trent’anni, promuove lo sviluppo e la diffusione degli studi storico-musicali a livello nazionale e internazionale in relazione al patrimonio bibliografico, storico, artistico e documentario delle arti musicali fiorite in Italia dal Medio Evo all’età contemporanea, con particolare attenzione alla Calabria e al suo ricco patrimonio storico-musicale.

Il Convegno, svoltosi nel Museo di Pitagora, si proponeva di indagare la vita e soprattutto l’opera di Vincenzo Scaramuzza, la “sua” Scuola, il suo modo di insegnare, di formare un grande pianista.

L’evento, realizzato con il contributo della Regione Calabria (PAC CALABRIA 2014/2020 Azione 3 Tipologia 3.2) e con il patrocinio della Società Italiana di Musicologia, dall’Istituto Italiano per la Storia della Musica e dal Comune di Crotone, ha visto la partecipazione di numerosi studiosi che hanno avuto modo di relazionare sulla vita e sull’opera di Vincenzo Scaramuzza (Crotone, 1885) e sulla sua straordinaria scuola di pianoforte fondata Buenos Aires agli inizi del Novecento, fucina di numerosi talenti della tastiera, che il grande didatta calabrese portò avanti fino al 1968, anno della sua scomparsa.

All’apertura dei lavori Valentina Galdieri, Assessore alla Cultura del Comune di Crotone, ha voluto salutare gli studiosi e il pubblico presente a questo importante appuntamento culturale per la Città di Crotone.

«Il maestro Scaramuzza – ha dichiarato l’Assessore Galdieri – rappresenta appieno la capacità artistica e la creatività di questa nostra terra. Un uomo che ha dato prestigio a questa città e alla Calabria. Si parla troppo spesso di Crotone in termini negativi. Personalità ed esempi come il maestro Scaramuzza rappresentano anche il riscatto sociale di questo territorio. Qui sono nate le note musicali, qui artisti come Scaramuzza hanno trasformato le sette note in vera arte. Un filo diretto tra Kroton e Crotone che ci rende orgogliosi di appartenere a questa terra e che impegna l’amministrazione a dare il massimo rilievo a tutti coloro che hanno reso noto Crotone nel mondo».

Nel corso della prima giornata, presieduta da Francesco Paolo Russo, gli interventi degli studiosi si sono incentrati sugli anni di formazione del maestro al Conservatorio di Napoli e sull’ambiente che accolse Scaramuzza al suo arrivo in Argentina, nel 1907.

Massimo Distilo ha tracciato un quadro compiuto e approfondito sulla figura di Sigismund Thalberg (1812-1871), il celebre pianista-compositore austriaco che ebbe modo di adottare una serie di formule tecniche assolutamente innovative e rivoluzionarie. Il suo pianismo fu l’unico ad essere accostato e, per certi versi, contrapposto al pianismo trascendentale di Liszt.

Il cammino umano e artistico di Vincenzo Scaramuzza tracciato nell’accuratissimo intervento di Pamela Panzica, che ha toccato anche alcuni aspetti degli indirizzi pedagogici del musicista crotonese, compreso lo Scaramuzza compositore, certamente quello meno conosciuto, che pure meriterebbe una indagine e uno studio più puntuale e approfondito. Il suo metodo di insegnamento, in cui applicava la tecnica pianistica direttamente sull’opera da studiare, e la personalizzazione dell’impostazione tecnica, che doveva essere sempre modellata sull’artista, sono stati alcuni degli ambiti trattati dalla studiosa, autrice tra l’altro di un fondamentale volume sulla vita e sull’opera del musicista.

La prima giornata si è conclusa nella cornice del Duomo di Crotone con il concerto che il Trio formato da Anna Pugliese al violino, Gesualdo Coggi al pianoforte e dal grande bandeonista Marcello Nisinman, ha dedicato alla musica italo-argentina, una manifestazione resa possibile grazie alla sensibilità di Don Serafino Parisi, parroco della cattedrale della città pitagorica e dell’Arcivescovo di Crotone.

Nella seconda giornata di studi significativa è stata la testimonianza di Maria Cristina Scaramuzza, nipote del maestro, e quella di Beba Pugliese attraverso una videointervista.

Silvina Luz Manzilla, nella sua relazione registrata, ha fornito un importante contributo sullo Scaramuzza compositore, soffermandosi, in particolare, su un brano vocale, Io amo un fiore, che il musicista crotonese compose su una poesia di Heinrich Heine tradotta in lingua italiana.

Il brano fu inserito nel Tomo VII di una collezione antologica, La me mejor música del mundo, edita tra il 1918 e il 1922 negli Stati Uniti, e costituisce una importante testimonianza sulla circolazione della musica da salotto nei paesi di lingua spagnola dell’America Latina. Il brano è stato poi eseguito dalla cantante Silvina Martino coadiuvata al pianoforte da Juan Pablo Scafidi. (rkr)