COMINCIA LA CAMPAGNA PER IL BALLOTTAGGIO: GLI ELETTORI VOGLIONO SAPERE I NOMI DI CHI GOVERNERÀ ;
Reggio Calabria, Palazzo San Giorgio

FUTURO SINDACO, PIACE VINCERE FACILE?
ILLUSTRA SUBITO QUALE SARÀ LA GIUNTA

di SANTO STRATI – Primi giorni del dopo-voto e già c’è un gran turbinio per il ballottaggio, nonostante lo scandaloso ritardo nel chiudere gli scrutini. Tre sezioni inspiegabilmente “bloccate” senza risultati e il fulmine a ciel sereno di Klaus Davi che per una manciata di voti (a suo dire annullati senza ragione) perderebbe il seggio. In questo scenario si avvia un’esperienza nuova per Reggio, da quando c’è l’elezione diretta del sindaco, e trova entrambi i candidati, Giuseppe Falcomatà, sindaco uscente, e Nino Minicuci sfidante, a fronteggiare un ballottaggio i cui esiti non sembrano per niente scontati.

I numeri non consentono di marcare uno scostamento talmente ampio per indicare il perdente più probabile. La differenza di tre punti circa a favore di Falcomatà non lo danno vincitore, anzi il sindaco uscente dovrebbe domandarsi che fine hanno fatto i 23.714 voti (escludendo le tre sezioni fantasma) che ha perso rispetto al 2014 e come fare per recuperarne almeno una parte. Il suo avversario di allora (Lucio Dattola) raccolse 26.070 voti; al contrario, Minicuci ne ha presi quasi 5.500 in più: saranno tutti della Lega che nel 2014 non era in competizione? Ne dubitiamo. Certo un bel po’ di voti a Falcomatà li ha sottratti Saverio Pazzano (5.894 come voti a sindaco, ma solamente 4.414 come liste). Il voto disgiunto ha giocato un tiro birichino ai due candidati forti: quasi 3mila i voti di lista a Falcomatà in più rispetto al voto a sindaco) e oltre 5mila i voti di lista che mancano a Minicuci. Il quale, a sua volta, sarà tormentato dall’esigenza di sdoganare il suo essere “uomo di Salvini” magari aprendo la sua Giunta a uomini e donne della società civile, non legati a partiti, e convincere i reggini – a questo punto a dargli fiducia. Questa sfida, sia chiaro, si gioca tutta sull’annuncio della squadra di governo. La squadra che convincerà di più i reggini segnerà l’affermazione dell’aspirante sindaco.

È interessante quanto scrive lo storico reggino Pasquale Amato «Il ballottaggio è una nuova campagna elettorale, totalmente diversa da quella del primo turno: i due contendenti saranno quasi soli e dovranno andare alla ricerca di nuovi consensi o recuperare i consensi non ricevuti nel primo turno. Dovranno convincere dicendo cosa vogliono fare e con chi. Diminuirà la percentuale degli elettori, perché sarà assente, tenue o meno intensa la pressione di centinaia di candidati consiglieri. Gli unici che affiancheranno con il massimo impegno i due candidati saranno i loro Comitati elettorali, i Consiglieri già eletti delle rispettive coalizioni e gli otto aspiranti Consiglieri che da una parte o dall’altra sarebbero eletti col premio di maggioranza; Saranno irrilevanti gli inviti degli altri candidati Sindaci. Nonostante le pressioni private e l’incalzante assedio dei media sul “dare indicazioni”, sinora hanno fatto la scelta più intelligente e saggia. Hanno rifiutato di offendere i loro elettori trattandoli come proprietari di “semplici oggetti”, di cui possono fare ciò che vogliono soltanto perché li hanno votati. Ed hanno mostrato un profondo rispetto verso i loro elettori, considerandoli giustamente come soggetti liberi e pensanti. E lasciandoli liberi di decidere».

Un’analisi condivisibile in pieno, anche se ci permettiamo di suggerire provocatoriamente una facile strada ai due sfidanti per conquistare consenso: preparino (se non l’hanno già fatto) e presentino subito agli elettori quella che sarà la loro Giunta, in caso di elezione. La gente vuol sapere chi sono gli amministratori che governeranno la città affiancando il sindaco in una sfida più complicata del solito. Pesa la minaccia della pandemia con eventuali ritorni di contagio, pesa il debito della città, sono troppi i problemi irrisolti da affrontare con determinazione e risolutezza, a cominciare dai rifiuti.

Inutile continuare a scambiarsi invettive e contumelie che non incantano più nessuno: “l’uomo della Lega”, “il simbolo del fallimento” e via discorrendo. Gli elettori hanno mostrato una grande maturità recandosi alle urne in misura superiore ad ogni aspettativa. È il segnale – lo ribadiamo ancora una volta – della voglia di partecipazione alla politica: il popolo vuole essere protagonista e non osservatore. e men che meno “suddito”, È sbagliato impostare questa veloce nuova campagna elettorale di appena dieci giorni facendo rilevare le manchevolezze o i difetti dell’uno e dell’altro. Così non si va da nessuna parte, ovvero si incentiva solo la diserzione al secondo turno.

Sia ben chiaro, non è pensabile di ritrovare la stessa percentuale di affluenza di domenica e lunedì scorsi, probabilmente torneranno a votare la metà di chi ha già votato con l’aggiunta di qualche pentito del non-voto che cercherà di “redimersi” andando alle urne. Ma per votare chi? È questo l’errore che non devono compiere i due sfidanti, non solo di Reggio, ma anche di Crotone e delle altre quattro città calabresi (Castrovillari, Cirò, San Giovanni in Fiore e Taurianova) dove, in assenza di vincitori, il ballottaggio s’è reso necessario. Occorre parlare alla gente indicando la squadra, non bastano programmi generici e fumosi, di cui facilmente dimenticarsi il giorno dopo l’ingresso a Palazzo San Giorgio. No, c’è un modo di vincere facile questa sfida: parlare di uomini e donne cui sarà affidato il governo della città. Un modo onesto, semplice e di facile realizzazione. Senza proclami né comizi in cerca di folla che il covid vieta: un messaggio semplice con cui spiegare come e perché si sceglie Tizio piuttosto che Caio, Tizia anziché Sempronia, anche forzando le regole del patto politico e tentando apparentamenti che sulla carta potrebbero apparire difficili. Dieci giorni per decidere il proprio futuro, che comunque sia resta sempre nelle mani di chi andrà a votare. (s)