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Paolo Bolano

Idea Magna Grecia: una Città della Cultura dalla Calabria al Mediterraneo

di PAOLO BOLANO

Si parla sempre meno di Mezzogiorno, eppure è un grosso problema irrisolto, palla al piede, per tutti i governi di destra e di sinistra sin dall’Unità d’Italia. Oggi anche la stampa italiana trascura il Mezzogiorno. Bisogna superare i ritardi in fretta per fermare l’emigrazione giovanile che ha svuotato interi paesi del Sud. Guardare all’Europa, ma allungare l’altro occhio all’Africa. Dove c’è una parte di futuro del Mezzogiorno.

In questo millennio bisogna sanare le ferite Nord-Sud e uscire dal sottosviluppo. Con l’Unità d’Italia abbiamo assistito a una fuga di massa. Un rabbioso addio alla terra che costringeva milioni di contadini poveri a baciare la mano del barone per avere un pezzo di terra e sfamare la famiglia. I ribelli, però, quelli che odiavano il barone, partirono in cerca di fortuna. L’esodo dal Mezzogiorno continua ancora, giovani laureati e diplomati portano il loro sapere oltreoceano e non solo. Bisogna fermare questo esodo!

Un grande meridionalista come Giustino Fortunato, nobile, liberale, proprietario terriero, deputato, illo tempore, cercò di sensibilizzare il Parlamento nato dopo l’Unità d’Italia per dare risposte concrete alla “questione meridionale” e ai tanti ritardi che assillavano – e tutt’ora assillano – il Sud. Chiedeva in Parlamento provvedimenti urgenti per uscire dal sottosviluppo: «…Valli da bonificare, pendii da rimboscare, vie da aprire, attività industriali da avviare…».

A dire il vero, si fece poco o nulla e il problema è ancora lì, irrisolto. Oggi, cosa fare dunque? In questo terzo millennio alla questione meridionale si è aggiunta quella mediterranea. Il nostro futuro è l’Africa. Un continente ricco, pieno di materie prime. Dobbiamo collaborare con questi popoli nell’interesse di tutti i paesi rivieraschi del Mediterraneo per produrre ricchezza e posti di lavoro. Bisogna investire nell’eolico, nel solare, in agricoltura, turismo e cultura.

È giusto il detto che con una fava si possono catturare due piccioni. Infatti, sviluppando queste terre possiamo, da un lato, dare occupazione ai nostri giovani laureati e, dall’altro, offrire lavoro ai tanti disperati immigrati che rischiano la vita ogni giorno per attraversare il Mediterraneo.

Non bisogna, intanto, dimenticare che il Mezzogiorno è la Magna Grecia. Qui, tremila anni fa, queste nostre terre furono invase dai coloni greci in cerca di terreni fertili. Con loro portarono la cultura: la filosofia, la medicina, il teatro, la scultura, la pittura, la musica.

Anche la Magna Grecia divenne una terra di grande cultura nel Mediterraneo. Infatti, anche qui è nato il teatro e il bello che poi, valicando i nostri monti, raggiunse il mondo intero allora conosciuto. Oggi bisogna confrontarsi con tutti i paesi che si affacciano nel Mediterraneo. È fondamentale per stabilire la centralità della cultura mediterranea quale punto di partenza per un nuovo sviluppo di questo sud del mondo.

A questo punto, vorremmo indicare ai nostri governanti, spesso stanchi e incapaci, una prima via per un percorso culturale di crescita e di sviluppo di tutto il Mediterraneo. Un mare di pace, dunque, e di lavoro. Per iniziare si potrebbe costruire una grande Città della Cultura in Calabria: “CinecittàCalabria”. Una Città del cinema, della tv, del teatro, della musica, con la presenza e la partecipazione di tutti i Paesi del Mediterraneo.

“CinecittàCalabria” dovrebbe produrre cinema, televisione, teatro e musica per tutto il Mediterraneo e parte dell’Africa. Una scuola di cinema, di televisione, di teatro e di musica, con il compito di preparare le figure artistiche e professionali che serviranno poi a produrre film, telefilm, sceneggiati, serie televisive, documentari, opere teatrali e musicali e comunicazione.

Questo investimento produrrebbe non meno di diecimila posti di lavoro. È una piccola cosa, ma sarebbe una buona partenza per un Mezzogiorno dimenticato che guarda avanti, guarda all’Africa per scrivere il futuro. Va, dunque, creato un gruppo di lavoro che sostenga quest’idea: enti locali, imprenditori, uomini di cultura e giovani intellettuali: Il dibattito è appena aperto: si attendono idee e suggerimenti.

Nella foto: Il giornalista e regista Paolo Bolano