L'UNIVERSITÀ DI ARCAVACATA (CS) E QUELLA DI REGGIO AI PRIMI POSTI, LA MAGNA GRECIA DI CATANZARO AL 14°;
Studenti universitari

QUANDO VALE FORMARSI NEI NOSTRI ATENEI
IL CENSIS PREMIA UNICAL E MEDITERRANEA

di FRANCO BARTUCCI –  Le Università calabresi brillano nel panorama della formazione. Il Censis, infatti, nel suo rapporto annuale, ha posizionato l’Università della Calabria terza nella graduatoria dei grandi Atenei, l’Università Mediterranea di Reggio Calabria tra quelli piccoli e l’Università Magna Graecia di Catanzaro 14esima tra le Accademie di medie dimensioni.

Risultati che non devono sbalordire anzi, devono inorgoglire in primis gli studenti, poi tutti coloro che, ogni giorno, si impegnano per garantire una formazione a trecentosessanta gradi a chi decide di rimanere e investire il proprio futuro nella propria terra, partendo proprio da quei Poli che sono l’inizio di un riscatto di cui ha bisogno e che merita una terra come la Calabria.

Un riscatto che parte proprio dagli Atenei calabresi che, negli anni, hanno formato fior di professionisti che hanno portato il proprio contributo al mondo o alla loro terra. Per questo, dati come quelli rilevati dal Censis, devono essere uno sprone ai politici a impegnarsi e a puntare sempre di più sui suoi cavalli di battaglia, che sono proprio gli Atenei calabresi, che riescono a invertire anche tendenze negative, come nel caso dell’Unical, che ha registrato un incremento del +2,7% delle immatricolazioni, mentre gli altri Atenei, purtroppo, registrano un calo significativo, che è del -2,8%.

E proprio l’Unical – che ricordiamo è coordinatrice del progetto dell’Ecosistema dell’Innovazione di Calabria e Basilicata – riconquista dopo alcuni anni il podio tra i grandi atenei statali italiani, nell’edizione 2022/2023, nella tradizionale classifica Censis.

Il rapporto, che conta 69 graduatorie e prende in considerazione 924 variabili, si propone ormai da vent’anni di fornire un’analisi del sistema universitario italiano basato sulla valutazione delle strutture, dei servizi, del livello di internazionalizzazione, della capacità di comunicazione, del tasso di occupazione dei propri laureati dopo la laurea.

L’Università della Calabria si è piazzata in quest’ultima graduatoria al terzo posto, con un punteggio di 90,3. La classifica nelle posizioni di testa è in realtà molto corta: l’ateneo è a meno di un punto dalla prima, Pavia, che si è attestata su una valutazione complessiva di 91 punti.

Una classifica che il Censis ha creato venti anni addietro e che grazie alle potenzialità del Centro Residenziale, unico in Italia, l’Università della Calabria ha goduto del primato assoluto per molti anni, perso poi nel tempo per varie ragioni di competenze e concorrenza con le altre Università italiane che hanno cominciato a credere in tale analisi realizzata in comune con il quotidiano La Repubblica

L’ateneo – viene specificato nella nota del polo di comunicazione –  conferma il primato assoluto – considerando tutti gli atenei, al di là delle dimensioni – per i servizi (residenze e mense) e migliora il proprio punteggio per le borse di studio. Un dato rilevante quest’ultimo, tanto più perché l’ateneo si mostra in controtendenza rispetto a quanto il Censis ha rilevato nel resto del Paese: l’Unical non solo non arretra rispetto alle voci servizi e borse, ma migliora grazie a un deciso investimento sul diritto allo studio.

Ovvio, quindi, il compiacimento del Rettore prof. Nicola Leone che dichiara: «Siamo molto soddisfatti dei dati dell’annuale rilevazione Censis, che tracciano il ritratto di un ateneo attento agli studenti, con servizi di alto livello e impegnato a garantire a tutti l’accesso alla formazione universitaria, superando le barriere economiche che rappresentano oggi ancora un freno all’attuazione del dettato costituzionale».

«Per questo – ha proseguito – sono ancor più fiero del dato relativo alle borse di studio, che registra per l’Unical un importante miglioramento: abbiamo lavorato molto su questo punto, in questi mesi, consapevoli che la pandemia avrebbe ridotto ancor di più le disponibilità economiche di molte famiglie. Ed il prossimo anno gli studenti avranno ulteriori vantaggi, il nostro nuovo bando aumenta gli importi delle borse e amplia la platea dei beneficiari».

«Registro, inoltre, un altro dato rilevante per l’Unical – ha concluso –. Dall’analisi più ampia fatta dal Censis emerge un calo delle iscrizioni negli atenei italiani, correlato alla pandemia e alla contrazione dei redditi familiari. Anche qui l’Unical sorprende in controtendenza: i nostri dati sulle immatricolazioni non solo confermano il grande aumento dello scorso anno, ma segnalano un ulteriore incremento del 2,7% degli iscritti al I anno di università».

I dati

La performance dell’Unical registra un miglioramento in diversi parametri. Per i servizi riconferma il primato in Italia, mantenendo il punteggio massimo di 110. Significativo è il risultato per le borse di studio (parametro che comprende tutti i sussidi e benefici connessi al diritto allo studio): l’Unical sale da 98 dello scorso anno a 102, secondo migliore risultato tra gli atenei di grandi dimensioni (20mila-40mila iscritti). 

L’ateneo guadagna poi anche un punto alla voce strutture (aule, biblioteche, laboratori), che passa da 81 a 82 e migliora il proprio punteggio per comunicazione e servizi digitali, crescendo da 97 a 100. Stabile il punteggio relativo all’internazionalizzazione (iscritti stranieri e studenti che trascorrono un periodo all’estero), pari a 75. L’Unical registra un lieve calo alla voce occupabilità, dovuto principalmente agli effetti della pandemia ed al difficile contesto meridionale.

Se nell’edizione di quest’anno del rapporto Censis l’UniCal è collocata al terzo posto tra i grandi Atenei italiani, conoscendo le sue potenzialità, si può  certamente recuperare e riconquistare il primato assoluto intervenendo più massicciamente su tutte le voci che la compongono, tranne che per i servizi residenziali che ha già il massimo di 110 punti, non trascurando comunque che anche in questo settore la sfida continua, dato il grande interesse che da tre anni  la voce internazionalizzazione riscuote tra i giovani di vari Paesi del mondo (90 circa) per la specializzazione dei loro studi universitari.

Negli ultimi tre anni si è registrata una media di oltre cinquemila domande di iscrizione portando ad oggi, per effetto delle novecento ammissioni, il numero degli studenti stranieri presenti nel campus di Arcavacata a circa 1.300 unità, portando la dirigenza del Centro Residenziale e dell’Università, come la stessa Presidente, prof.ssa Patrizia Piro, delegata del Rettore prof. Nicola Leone, a compiere sforzi crescenti nel rendere il campus sempre più accogliente e aggregante socialmente e culturalmente. Insomma è prendere coscienza che il Campus costituisce il fiore all’occhiello  dell’Università della Calabria.

Si può migliorare nel rapporto tra Università e città, come sulle borse di studio se la Regione Calabria concorre a tale crescita come accaduto durate la presidenza del governatore Mario Oliverio. Circa la voce strutture (aule, biblioteche, laboratori) c’è un campo aperto su cui intervenire portando a completamento il progetto Gregotti/Martenson cercando di utilizzare, in accordo con i Comuni sede dell’Università (Rende e Montalto Uffugo) e la Regione Calabria, i vari fondi europei.  Detto della internazionalizzazione resta la voce comunicazione e servizi digitali anch’esse aperte ad una crescita nell’ampliamento del servizio con più informazioni e comunicazione istituzionale attinenti le attività di tutti gli apparati didattici e scientifici dell’Ateneo. Chissà che tutto ciò possa portare anche a far crescere la voce occupazione dei propri laureati sia all’interno dell’Ateneo che fuori con progetti ben mirati. 

Ma non è solo l’Unical ad aver ottenuto importanti risultati: La Mediterranea – che a breve vedrà l’elezione del nuovo Rettore – nonostante la tempesta che si è abbattuta, è riuscita a guadagnare una posizione di rispetto, addirittura migliore di quella dell’anno scorso. I dati, tuttavia, la premiano per le Borse di Studio, le strutture, la comunicazione e i servizi digitali, e l’occupabilità, che è appena un punto sotto l’Unical.

Per l’Università Magna Graecia, infine, non ha registrato importanti progressi a livello generale, ma ha ottenuto buoni risultati su Borse di studio, comunicazione e servizi digitali e occupabilità, anche se il dato è inferiore a Unical e Mediterranea. (fb)