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Il Comitato Magna Graecia: L’arco Jonico continua a essere ignorato nel Recovery Plan

Il Comitato Magna Graecia denuncia, ancora una volta, che l’arco Jonico è stato tagliato fuori dal Recovery Plan.

«Resta agli atti che, anche la nuova bozza – si legge in una nota – a fianco ad una velocizzazione per la linea Tirrenica, l’upgrading dell’elettrificazione a sud si Cz, l’investimento sulla FC Cs-Cz, il raccordo al porto di Gioia Tauro, la nuova stazione di Settimo (Montalto- Cosenza) lascia il resto della Regione nel più completo nulla, dimenticando che un parlamentare della Repubblica dovrebbe agire nell’interesse di tutta la Nazione, e non di una sola parte di essa. Detto ciò, appare ingeneroso, considerare un popolo, le sue associazioni, sigle sindacali ed una classe politica locale (seppur in maniera minimale quest’ultima), quasi come bambini capricciosi che protestano per il giocattolo non ricevuto».

«Egregio Onorevole – ha detto il Comitato alla deputata del PD Enza Bruno Bossio – le sarà sfuggito che non più tardi di giugno scorso, era stato sbandierato ai quattro venti un progetto denominato Diagonale del Mediterraneo. Un progetto che avrebbe dovuto congiungere Brindisi a Paola, previo velocizzazione della linea che sarebbe rimasta comunque monorotaia. Tale progetto, da noi aspramente criticato, era stato propinato come collettore di tre mari. Invero risultava essere privo di una visuale strategica e di progetto a sud di Sibari. Ebbene, apprendiamo che la già chiacchierata Diagonale, lascia spazio ad una linea mista Avr, con raddoppio del binario tra Taranto e Metaponto e varianti di tracciato tra Metaponto e Battipaglia ed il nulla totale a sud di Metaponto, fatta eccezione della nuova stazione ferroviaria di Settimo ed il raddoppio della galleria Santomarco».

«Appare ancora, privo di fondamento – continua la nota – il voler difendere un piano di Recovery che avrebbe, nelle intenzioni europee, dovuto colmare il gap infrastrutturale che il sud sconta rispetto al resto del Paese, quando poi al sud vengono riservate spicciolate e nel caso di specie alla Calabria solo funzionali agli interessi centralisti dei Capoluoghi storici. Se, poi, si considera la vicenda dell’Arco Jonico Sibarita e Crotoniate, appare ancora più lapalissiano che esista una sud nel sud. Perché, senza paura di smentita alcuna è inconfutabile il livello di degrado infrastrutturale, ai limiti della decenza, che l’asse Sibari-Crotone paga rispetto a qualunque altra area della Regione e rispetto al resto del Paese».

«Ci chiediamo – continua il Comitato – quale sia la logica di costringere le popolazioni dell’Arco Jonico Sibarita e Crotoniate, a percorrere un tragitto verso nord per poi incunearsi verso sud alla volta di Cosenza quindi risalire verso Paola ed il Tirreno e parimenti dicasi per la tratta Kr—Cz —Lamezia, dove per andare verso nord, si costringono i viaggiatori a circumnavigare la regione verso sud. Nulla contro la velocizzazione della linea Taranto-Battipaglia, ma ci chiediamo se siano state valutate le pose in opera dei deviatoi verso le trasversali in corrispondenza delle stazioni di Sibari e Metaponto, così come già fatto negli anni ’90 per Taranto, Montalto Uffugo e San Lucido. Non sembra, quantomeno non si fa alcun accenno a questo, nonostante con una spesa irrisoria si permetterebbe all’area Jonica di connettersi alle trasversali Sibari-Paola e Metaponto-Battipaglia, bypassando i cambi banco dei treni. Giova ricordare che i servizi freccia sono a mercato, ed un risparmio di tempo è da considerarsi preclusivo al loro usufrutto in termini di competitività e clientela».

«Detto ciò – continua la nota – rimaniamo comunque fiduciosi che, chi di competenza, si adoperi affinché si rivedano le progettualità proposte per la Calabria. L’indignazione palesata dalla stampa è assolutamente comprensibile se si considera che una nuova linea in Alta Velocità, non può non tenere conto dell’orografia del territorio e rappresentare il giusto compromesso alle esigenze delle due coste e dell’area valliva. Così come non si può tollerare che la vergognosa SS106, sia definita strada europea! E non si utilizzi il palliativo che l’Europa predilige solo i progetti di restyling e messa in sicurezza delle infrastrutture stradali, perché di rotonde e cunette non sappiamo che farcene! L’inesistenza di una strada di categoria B, a sud di Sibari, sta generando la morte degli Asset strategici già presenti sul segmento Sibari-Crotone: porti di Corigliano Rossano e Crotone, Aeroporto di Sant’Anna».

«L’Europa – conclude il Comitato – ha acconsentito di finanziare una cifra ingente per colmare il divario tra Nord e Sud. Non si può tollerare di finanziare opere per 7 miliardi di euro in Umbria e poco più di 2 miliardi in Calabria, quando la popolazione Umbra è pari circa alla sola ex Calabria Citra. Non abbiamo anelli al naso. Chiediamo solo dignità per una regione, e soprattutto per l’area dell’Arco Jonico Magnograeco che è sempre più costola dell’Africa piuttosto che appendice dell’Europa e porta sul Mediterraneo». (rkr)