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Nicola Leone

Il nuovo rettore Nicola Leone: per l’Unical attenzione a didattica e campus

Da ieri l’Unical, l’Università della Calabria, ha un nuovo rettore: il prof. Nicola Leone, apprezzatissimo docente ed esperto di Intelligenza Artificiale, si è insediato ieri ricevendo la tradizionale campanella e relativo badge di accesso al Rettorato  (le chiavi non si usano più) dalle mani del rettore uscente Gino Mirocle Crisci. Una cerimonia semplice, ma di grande suggestione per i moltissimi presenti, docenti, studenti e numerose autorità che hanno riempito completamente l’aula magna. Tra questi il presidente della Regione Mario Oliverio, il presidente della Conferenza Episcopale Calabria mons. Vincenzo Bertolone, l’arcivescovo di Cosenza-Bisignano Francesco Nolè, il procuratore della Repubblica Mario Spagnuolo, il questore di Cosenza Giovanna Petrocca e il viceprefetto Eufemia Tarsia. Erano, inoltre, presenti gli ex rettori Giovanni Latorre, Rosario Aiello e Giuseppe Frega

Il rettore Crisci ha voluto ricordare gli esordi dell’Università della Calabria (presso la quale da studente si è laureato il prof. Leone): «A quell’epoca non c’era nulla su queste colline e fu una grande e rischiosa scommessa per ciascuno di noi lanciarsi in questa meravigliosa avventura. Una scommessa, possiamo dire oggi, pienamente vinta. Nicola Leone era invece tra gli studenti che scelsero di formarsi nella terra di origine, di studiare e laurearsi in una sede accademica che non era ancora il “gigante” che è diventato. Nel 2019 l’ateneo di Arcavacata conta 30.000 studenti e un migliaio tra docenti e dipendenti; offre alloggi a 2500 iscritti, gode della funzionalità di due teatri, di un centro sportivo, di musei e laboratori di ricerca. Oggi lascio l’Università in salute: sono stati messi a bando attività per migliorare i laboratori, le aule, e altre strutture ma la vera sfida sarà essere al passo con la didattica condivisa e quella a distanza».

Il neo rettore Leone ha ricordato i suoi anni da studenti: «Mi iscrissi a questa università nel lontano 1981, poi docente e oggi rettore. È un sogno e una gioia incredibile, anche perché si realizza il sogno di Andreatta, secondo il quale l’università deve creare la classe dirigente calabrese e questo chiaramente mi riempie di orgoglio e ulteriore responsabilità». Il prof. Leone ha voluto sottolineare che «Particolare attenzione sarà data alla didattica che sia più al passo con i tempi saranno messe in atto azioni per rilanciare il campus e crediamo fortemente nell’internazionalizzazione. Sono un informatico e certamente informatizzeremo ancora di più l’ateneo, ma non diventeremo dei robot».

È necessario – ha rimarcato il neo rettore creare nuove prospettive per frenare la fuga dei nostri giovani talenti. Su questa affermazione, da registrare la dichiarazione di Giuseppe Nucera, candidato presidente alla Regione Calabria: «Condivido – ha detto Nucera – con decisione il riferimento al ruolo dell’università quale istituzione autonoma e indipendente che offre il proprio contributo alla realizzazione di una società migliore. Occorre a tal fine ricordare che nella nostra regione è in atto da tempo un vero e proprio declino demografico, e tale declino riguarda soprattutto le generazioni di giovani ultra-qualificati, costretti ad abbandonare la nostra terra per mancanza di prospettive concrete».

«I nostri giovani ricercatori – denuncia Nucera – vanno via dalla Calabria anche per colpa di chi per troppo tempo ha predicato legalità, ma nei fatti non ha mai compiuto alcuna azione concreta per invertire la rotta quando il sistema universitario si è rivelato autoreferenziale e refrattario al cambiamento. Purtroppo, negli ultimi anni, l’università calabrese ha finito per cullarsi nell’abbraccio mortifero della politica regionale, e ciò ha ostacolato la diffusione del sapere tra ampie fasce della popolazione calabrese, rimaste emarginate o escluse dai benefici offerti dalla scienza. È mancata la capacità di cogliere le connessioni tra università e società, e come entrambe possano essere d’aiuto reciproco nella risoluzione dei problemi economici, sociali ed ambientali della nostra regione. Secondo l’ex presidente di Confindustria Reggio Calabria «in Calabria non mancano università, centri e fondazioni regionali di ricerca, ma finora le Istituzioni non sono state in grado di collaborare a risolvere i problemi della Calabria, la cui situazione socioeconomica è invece peggiorata nel confronto con le altre regioni italiane ed europee. Tutto ciò dovrà cambiare. L’idea di università che intendiamo contribuire a promuovere è quella di un sistema in grado di riconoscere e premiare il talento ovunque esso si trovi e, soprattutto, che sia capace di realizzare una comunità aperta, nella quale studenti e docenti si dedichino a coltivare i saperi all’interno di un clima di fruttuoso dialogo interdisciplinare con le comunità locali».
«Concepiamo l’università – spiega in conclusione Giuseppe Nucera – come una autentica fucina di talenti, e intendiamo fare la nostra parte perché si superino personalismi, campanilismi o steccati, e si accelerino le ricadute industriali della ricerca scientifico-tecnologica, con l’ulteriore vantaggio di creare posti di lavoro di qualità nella nostra terra. Questa visione di università, fondata su una concezione di sviluppo integrale della persona, assume oggi una rilevanza nuova ed inedita, in considerazione anche del fatto che il mercato del lavoro tende spesso a valorizzare l’aspetto tecnico-professionalizzante della formazione universitaria a discapito della componente umanistica, la quale rimane invece un inesauribile giacimento culturale  soprattutto in regioni come la Calabria, oggi fortunata erede della cultura magnogreca». (mp)