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Report di fine mandato di Mario Oliverio

Il passaggio di testimone di Mario Oliverio: un report di 200 pagine

Il passaggio di testimone del governatore Mario Oliverio è racchiuso in un corposo report di 200 pagine lasciato “a memoria” della nuova Presidente Jole Santelli e della futura Giunta regionale. «La presentazione di un rendiconto a fine mandato – scrive Oliverio presentando il report – è un dovere civico e un atto di trasparenza amministrativa. È un importante patrimonio di conoscenza per le forze economiche e sociali della Calabria e per i futuri amministratori della Regione».

Oliverio afferma che «sono stati anni di intenso lavoro fondato sul superamento della scissione tra i bisogni dell’emergenza e la necessità dello sviluppo stabile e produttivo, accompagnati dalla difesa della Calabria dal centralismo statale, dal recupero di autonomia e di orgoglio della Calabria e di credibilità nei confronti degli interlocutori nazionali ed europei. I fatti e i dati parlano da soli. Non c’è settore dell’economia, della società e delle istituzioni calabresi che non siano stati destinatari di importanti investimenti e di cambiamenti in atto, i cui effetti sono visibili e si proietteranno negli anni futuri. Penso alle infrastrutture, al porto ed al polo industriale di Gioia Tauro, al sistema portuale ed aeroportuale, alla Ferrovia Jonica, ai progetti per la ricerca universitaria e al diritto allo studio, al programma “Scuole Sicure”, ai sistemi metropolitani, alla lotta al precariato, alla digitalizzazione della presentazione dei progetti, al protagonismo dei Comuni nell’attuazione della spesa pubblica, alla spesa realizzata con il POR, il PSR, il PAC e FSC».

Oliverio conclude affermando che si è trattato di «un’attività che è stata svolta nel segno della trasparenza delle scelte, presupposto fondamentale di una legalità praticata e di una azione coerente di lotta alla mafia. I numeri e le schede del report offrono una documentazione concreta di quanto realizzato e delle potenzialità della Calabria, una terra ingiustamente denigrata e non valutata per le cose fatte e le potenzialità esistenti. La lotta politica non si può svolgere a danno dei calabresi. Sono sicuro che questo lavoro possa costituire le basi per un’ulteriore crescita e sviluppo». (rp)

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