IL PARLAMENTARE REGGINO: NECESSARIA LA PREVENZIONE PER BLOCCARE LA TRASMISSIONE DEL VIRUS;
Marco Siclari

In Calabria paura del contagio del coronavirus
L’allarme da medico del senatore Marco Siclari

di SANTO STRATI – Marco Siclari, senatore azzurro alla prima legislatura, ma prim’ancora medico e dirigente sanitario, aveva lanciato, per primo, un allarme inascoltato già lo scorso 26 gennaio, invitando il ministro della Salute Roberto Speranza a riferire in aula. Il ministro si è presentato quattro giorni dopo, quattro giorni preziosi per valutare in tempo i provvedimenti da prendere per la “straordinaria” prevenzione che il senatore aveva suggerito, un documento elaborato con alcuni colleghi anche cinesi e statunitensi. Adesso, la regione teme il contagio, quello di ritorno, quello potenziale dei suoi figli che vivono nelle zone colpite dall’epidemia e sottoposte a una pesante quarantena e che pensavano di tornare dai propri familiari in Calabria. A questo proposito Siclari mette in guardia sul probabile arrivo di emigrati e studenti: «Sta accadendo – ha detto – che mentre noi chiudiamo in Lombardia qualche città, in Piemonte qualche altra città, i cittadini,come pure gli studenti universitari che hanno visto le università chiuse del Nord, stanno tornando al loro paese d’origine. Quindi abbiamo un controesodo nelle proprie terre d’origine che può preoccupare. Noi dobbiamo consigliare a questi studenti, se hanno frequentato loro colleghi che vengono dalle città o dai comuni che sono stati messi in quarantena, di porsi il problema della quarantena anche loro, una quarantena volontaria. È un appello da estendere a tutti i governatori delle Regioni».

La Presidente Jole Santelli ha colto gli appelli che sono giunti da varie parti della regione e ha subito formulato l’ipotesi di un’ordinanza con le misure precauzionali rispetto all’emergenza coronavirus e le varie proposte sono al vaglio del comitato tecnico scientifico della Protezione Civile Nazionale che aspetta il parere vincolante del ministro della Salute. L’ordinanza regionale prevede la chiusura delle scuole e delle università e la sospensione delle manifestazioni pubbliche, nonché misure relative al controllo aeroportuale per il transito nazionale, l’istituzione di un ulteriore numero verde gestito dalla Protezione Civile Regionale e dal Dipartimento Sanità. L’ordinanza contiene anche l’adozione di misure precauzionali relative alle persone che arrivano in Calabria dalla cosiddetta “zona rossa” (intendendo, perciò, gli 11 comuni interessati dalle misure più restrittive) e le zone ad alto rischio, Cina e Corea. Se appare corretta l’adozione della quarantena là dove esistono focolai di infezione, d’altra parte non sembra opportuno “bloccare” città e attività in nome della cautela: occorre semmai predisporre i necessari presidi – come suggerisce il sen. Siclari – per evitare che i luoghi della sanità diventino essi stessi un focolaio dell’epidemia, in assenza di accorgimenti necessari per la prevenzione.

Ieri mattina, a SkyTg24, il sen. Siclari aveva esposto la sua preoccupazione di medico, sottolineando la necessità di bloccare la trasmissione del virus, anche utilizzando un questionario da lui elaborato con altri colleghi, che permette di fare uno screening preliminare sugli arrivi. Il questionario (che dovrebbe essere adottato a breve anche dal Parlamento Europeo) andrebbe compilato alla frontiera e alle dogane prima dello sbarco o della discesa dei passeggeri di navi, aerei, treni, pullman, nonché applicato su autisti e viaggiatori. Siclari ha ipotizzato, in caso di un forte coordinamento europeo sui controlli, l’eventuale sospensione del trattato di Schengen. «Se i Paesi europei non si adeguano e non si coordinano – ha detto Siclari – agiamo da soli con controlli per chiunque arriva, utilizzando il questionario, il cordone sanitario e la quarantena obbligatoria quando necessaria».

Sottoporre il questionario – afferma il sen. Siclari – significa poter conoscere lo stato di salute, dove e come hanno trascorso gli ultimi 30 giorni (in Cina o a contatto con persone provenienti dalla Cina o che sono stati nel paese nell’ultimo mese). Un questionario che permette di monitorare ogni ingresso e ogni eventuale ricovero, includendo anche i familiari che fanno visita negli ospedali, dove va anche indicato dove si è diretti, in modo da poter controllare eventuali rischi di ulteriore contagio.

Secondo il sen. Siclari in accordo con la Protezione Civile e utilizzando l’esercito vanno predisposti centri di prima selezione specifiche per chi ha sintomi da coronavirus in modo da evitare che vadano in ospedale a contagiare pazienti e personale medico e paramedico, com’è avvenuto in Veneto. Il tampone obbligatorio (gratuito) permetterà di individuare tra i ricoverati e i loro familiari eventuali tracce del virus, che com’è noto ha caratteristiche asintomatiche.

Il Governo nel decreto contro il coronavirus ha accolto le misure proposte dal sen. Siclari, recepite anche dal Consiglio d’Europa, bloccando iniziative pubbliche che prevedano di mettere a contatto grandi masse di persone e imponendo la quarantena là dove si siano riscontrati focolai di contagio. Il rischio è che ogni Regione attivi un suo protocollo che non necessariamente rispetta le indicazioni del decreto contro l’epidemia. E sarebbe un grave errore, perché sarebbe inevitabile una dispersione di risorse e di forze. A Cosenza, il sindaco Mario Occhiuto ha annullato la tradizionale Fiera di San Giuseppe. A Belvedere Marittimo il sindaco Vincenzo Cascini ha disposto la chiusura delle scuole (motivandola con l’esigenza di una necessaria disinfezione) e nell’alto Tirreno Cosentino, a Cetraro, Fuscaldo, San Demetrio Corone sono andate in autoquarantena alcune famiglie rientrate dalle cosiddette zone rosse della Lombardia. A Castrovillari il sindaco Domenico Lo Polito ha annullata la sfilata di Carnevale e i sindacati confederali Cgil CIsl e Uil Calabria hanno chiesto un incontro urgente alla Presidente Santelli e il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà ha invitato chi rientra dalle regioni del Nord a comunicare alle autorità sanitarie il loro arrivo per valutare l’eventuale quarantena volontaria presso il proprio domicilio. In poche parole, l’appello ai calabresi che vivono nelle regioni sottoposte a quarantena è di non tornare in Calabria, in questo momento. La prevenzione deve prevalere sulla paura, la consapevolezza e la ragione devono vincere la pur legittima voglia di scappare lontano e tornare nella propria terra. Quindi, è evidente che sarebbe opportuno rinviare i rientri in Calabria da zone a rischio.

I media, in verità, stanno forse esagerando: si consideri che il tasso di mortalità – con tutto il rispetto dovuto per chi è rimasto vittima del virus – è molto basso. Per intenderci, solo ogni giorno si contano una decina di morti vittime di incidenti stradali, ma questo non significa che bisogna abbassare la guardia. Il problema principale è che ancora non si è capito come ha fatto l’Italia ad essere il terzo Paese per numero di contagi. La risposta, molto banale ma più che ovvia, è che probabilmente negli altri Paesi non hanno attuato un’adeguato screening per valutare correttamente l’entità del contagio, come stiamo facendo in Italia. È una guerra contro l’ignoto che si è accanito, incredibilmente, contro le opulente regioni del Nord, trascurando il Centro-Sud. Ma è l’Italia tutta che deve combattere unita e con convinzione contro l’epidemia. Perché a Milano i bar sono costretti a chiudere alle 18? Fino alle 18 non c’è rischio di contagio? Possono far sorridere alcuni provvedimenti, ma si devono accettare le indicazioni della task force governativa e le misure imposte vanno sopportate se si vuole uscire da quest’incubo, senza commettere errori provocati da superficialità o approssimazione.

Marco Siclari a SkyTg24

Siclari a SkyTg24 ha ribadito che occorre fare tesoro degli errori compiuti dalla Cina «che s’è trovata improvvisamente con un picco di persone infettate e con un picco di medici e infermieri infettati. Noi dobbiamo evitare questo. Dobbiamo permettere al Paese di poter dare assistenza sanitaria a tutti per i prossimi mesi, anche qualora ci fosse un picco importante. per cui la prima cosa che bisogna fare è mettere in sicurezza le strutture sanitarie private, pubbliche, ospedali e centri di ricerca, dove chiunque, preso dal panico, dalla paura, va in prima persona a rivolgersi, per chiedere assistenza e diagnosi certa. Noi abbiamo fatto delle proposte: Caro Governo, fai un accordo con la Protezione civile e con l’Esercito. Negli ospedali più importanti di tutte le città, a Roma l’Umberto I, il Gemelli, Tor Vergata, il San Raffaele a Milano, il Gom che è l’ospedale metropolitano di Reggio Calabria, attrezziamo questi punti centrali dove va il cittadino a curarsi con delle strutture esterne, roulottes, moduli prefabbricati, però all’esterno, che siano dedicati a quei cittadini che hanno il sospetto di avere contratto il coronavirus. Evitiamo che possano entrare in un Pronto Soccorso o in un’area interna di qualunque ospedale, perché significherebbe chiudere l’ospedale, com’è avvenuto al Nord, e trovarci i medici infettati. Noi abbiamo bisogno degli ospedali, abbiamo bisogno dei medici, abbiamo bisogno degli infermieri e sempre di più per i prossimi giorni e le prossime settimane. perché aumenteranno i turni e crescerà il numero dei medici e degli infermieri che dovranno recarsi a domicilio per fare il tampone. Ecco le soluzioni immediate sono due: attrezziamo le strutture esterne e cerchiamo di formare i militari, gli infermieri e i medici per andare al domicilio di chi ha bisogno di assistenza. Occorre prendere atto che l’unica arma che abbiamo è la prevenzione per contenere il contagio».

Al momento tutti i casi sospetti in Calabria, dopo il controllo col tampone, hanno comunque dato esito negativo. Occorre, però, ugualmente tenere alto lo stato di allerta. Oggi a Catanzaro si terrà in Prefettura un vertice regionale, concordato con la Presidente Santelli, al quale partecipano i prefetti delle cinque province calabresi, i questori e i comandanti regionali e provinciali dell’Arma, i comandanti dei Vigili del Fuoco, il dirigente della Protezione Civile Calabria e altri responsabili sanitari e delle forze dell’ordine della regione: l’obiettivo è concertare una comune azione di prevenzione, l’arma più efficace contro la diffusione del virus. (s)

Il video del sen. Marco Siclari a SkyTg24