QUATTRO SEZIONI HANNO TENUTO LA CITTÀ COL FIATO SOSPESO. KLAUS DAVI DOPO I CONTEGGI AL 3,02%;
Il voto a Reggio

LA VERGOGNA DELLE SEZIONI “SCOMPARSE”
SCRUTINI FINITI A TARDA SERA A REGGIO

Ma ci sarà davvero il ballottaggio a Reggio Calabria il 4 e il 5 ottobre? Questa domanda è qualcosa di più di una provocazione. Tutti sanno che ci sarà, ma ufficialmente non è così, perché a più di 72 ore dalla chiusura dei seggi lo spoglio generale si è concluso solo a tarda sera e al momento in cui scriviamo non sono ancora stati proclamati ufficialmente i risultati del primo turno. Una situazione kafkiana che giustamente ha fatto dire al massmediologo Klaus Davi che cose del genere non accadono nemmeno nella Teheran degli Ayatollah.

Quattro sezioni a vario titolo non chiuse che hanno inchiodato anche il sito del Ministero dell’Interno, Eligendo, che ha continuato fino a. tarda sera a pubblicare il dato riferito a 215 sezioni su 218. Ma anche questo è un errore poiché in realtà le sezioni contestate erano quattro: la 34 (Scuola elementare S. Caterina, in via Italia), la 36 e la 38 (Scuola Ceravolo, viale Europa), e la 125 (vicino al Ponte di S. Anna, a Sbarre). A questo caos si aggiunge il giallo della sezione 205 (presso la Scuola Media Larizza, in Vico Botteghelle, a Reggio Sud) di cui non si trovava il verbale finale. Nell’elenco dei voti riportati nella sezione era assegnato a tutti i candidati un vistoso zero: un’inedita formula per non dichiarare che non ci sono più i verbali. Per fortuna, tutto si è definito con grande sollievo di tutti.

Ai due candidati che si sfideranno, Giuseppe Falcomatà e Nino Minicuci, questa situazione ha sottratto ben due giorni di campagna elettorale e di possibilità di stringere accordi di apparentamento (il termine stabilito dalla legge per queste operazioni scade lunedì mattina).

Non c’è dubbio che questo ritardo record, che purtroppo provoca una gran brutta immagine della città, ha leso direttamente il sacrosanto diritto dei due sfidanti ad organizzare la campagna elettorale in maniera serena e garantita. Si pensi, tanto per fare un esempio, anche al risultato finale delle singole liste che risulta in parte modificato dallo scrutinio delle sezioni “fantasma” e diventare tema di discussione politica in fase di ballottaggio. Intanto, anche se non è ufficiale, sembra che la lista di Klaus Davi ha superato il 3,02&, quindi entra di diritto in Consiglio comunale.

Sul piano puramente matematico, le quattro sezioni – dove erano in gioco poco più di 1600 schede elettorali – non possono modificare il risultato generale sui candidati sindaco, che è abbastanza consolidato. Ma qui intervengono questioni giuridiche, di rispetto delle leggi, che in un caso analogo, nel 2016, in un Municipio di Roma videro a forte rischio la celebrazione del ballottaggio.

Sicuramente, la mancata chiusura in termini fisiologici dello spoglio costituisce una macchia per questo ballottaggio. C’è materiale, evidentemente, per giuristi ed esperti di leggi e regolamenti elettorali. Sicuramente è una somma di incompetenze con presidenti e scrutatori per nulla informati e formati per l’incarico assunto. Basti pensare a quanto è accaduto alla sezione 34 dove il presidente del seggio ha annullato 41 schede marcandole con la propria firma e una X: è venuto fuori che solo dieci, effettivamente, potevano essere annullate. Quanto accaduto a questa competizione elettorale a Reggio non è certamente tollerabile, senza pensare a malafede e ingiustificabili prese di posizione a favore dell’una o dell’altra lista, c’è da constatare che sarebbe bastato consultare il vademecum fornito a tutti i presidenti di seggio dove sono illustrate (con immagini) tutte le situazioni di possibile criticità. In questi casi si cerca di rispettare la volontà dell’elettore e, per fortuna, è quanto è capitato in molte sezioni a proposito di schede contestate dai vari rappresentanti di lista. Il presidente della commissione elettorale del Tribunale, dott. Campana, che è dovuto intervenire a causa del ritardo negli scrutini (la legge impone che dopo 12 ore i plichi vanno sequestrati dalle forze dell’ordine e se ne deve occupare la commissione elettorale) s’è trovato con un lavoro immane (errori nei conteggi, verbali sbagliati, etc), con l’obiettivo di chiudere al più presto. Ma alle 21 di ieri sera ancora risultava una sezione non chiusa (la 125, a Viale Europa, Scuola Ceravolo), mentre è diventato un caso lo scrutinio della sezione 205 (presso la Scuola Media Larizza, in Vico Botteghelle) da cui erano scomparsi i verbali. Ora, considerando che ogni sezione in media ha da scrutinare circa 400 schede, possibile che per esaminare questa esigua quantità sia stato necessario un tempo interminabile? Qualcuno, prima o poi, dovrà pur dare qualche spiegazione e se ci sono responsabilità penali andranno perseguite senza indugio e con la massima pubblicità.

Si respira, insomma, una brutta aria di contestazione, ma, secondo la legge, le schede chiuse, in caso di contestazioni, possono essere ricontrollate solo in caso di un ricorso al Tar (costo medio 10mila euro) che probabilmente nessuno delle piccole liste (quelle più danneggiate da questa incredibile situazione) deciderà di presentare. Il caso più evidente è quella della lista di Klaus Davi che rischiava di essere esclusa dalla ripartizione dei seggi per appena una manciata di voti, che – evidentemente – sono usciti da queste quattro sezioni.

Certamente resterà un brutto esempio di disorganizzazione e incompetenza: peccato che a livello nazionale la cosa sembra non interessare alcuno. Nessuna testata nazionale, né stampa né tv ha fatto minimamente cenno del caso elettorale che si è registrato a Reggio. Dopo 72 ore lo scrutinio definitivo e stato consegnato alla città e i due sfidanti per Palazzo San Giorgio entro domenica dovranno dichiarare eventuali apparentamenti, mentre – come abbiamo suggerito ieri – gli elettori attendono di conoscere in anticipo la squadra di governo che ciascuno dei candidati ha in mente. Chi fa prima e soprattuto presenta una squadra affidabile, siamo pronti a scommettere, vince a colpo sicuro. (rp)

La fotografia della copertina è di Luigi Palamara.