Domani sera, a Lamezia Terme, alle 19, al Chiostro Caffè Letterario, è in programma la presentazione del libro La stanza di Adel di Ruggero Pegna.
L’incontro è organizzato dall’ Assessorato alla Cultura del Comune di Lamezia Terme, in collaborazione con Open Space Aps, Chiostro Caffè Letterario e Associazione Culturale Muricello, nell’ambito della rassegna Ormeggi Preview. Dialogherà con l’autore Antonio Chieffallo, interverranno l’Assessore alla Cultura Giorgia Gargano, Rita Giura di Open Space, la psicologa Tiziana Pirelli, l’attrice – regista Angelica Artemisia Pedatella.
Dopo aver condiviso in “Miracolo d’Amore” la storia della sua improvvisa leucemia fulminante e della miracolosa guarigione grazie al trapianto di midollo donato da una ragazza americana e, come sostiene, alle preghiere della mistica Natuzza Evolo, Pegna ha toccato il tema della pena di morte di un condannato innocente in “La penna di Donney” e quelli del razzismo e dell’integrazione nel toccante “Il cacciatore di meduse”, con protagonista un piccolo migrante somalo sbarcato con la madre a Lampedusa. Ora, con “La stanza di Adel” ha scelto di addentrarsi nel tema dell’adozione, che s’intreccia a quelli dell’essere genitori, della famiglia, dei figli, dell’esistenza stessa; un tema delicato, spesso gravato da burocrazia e difficoltà sia per le adozioni nazionali e, soprattutto, per le internazionali. Una storia di particolare attualità, che stride con le cronache di guerra di questi giorni, anche perché la protagonista è proprio Adeliya, una bimba russa adottata da genitori italiani. Ancora una volta sono la realtà, l’umanità e temi di grande attualità, a trasformarsi in un romanzo del promoter lametino.
“La stanza di Adel” è un libro da non perdere, sia per chi ha vissuto e vive questa stupenda realtà, sia per chi volesse emozionarsi con l’avventura di una genitorialità piena raccontata con sensibilità, delicatezza e senso poetico, a tratti fiabesco. Un padre ripercorre la sua vita tra paure, sogni, speranze e la sofferenza dovuta all’impossibilità di avere un figlio, finché incontra la piccola Adeliya di pochi mesi. Raggiunta la maggiore età, lei decide di tornare nella città natale con il suo ragazzo. Durante l’assenza, preso da sconforto e nostalgia, il padre s’impossessa della sua cameretta e rivive la loro storia, dal desiderio di un figlio fino alla lotta per un’adozione, tra burocrazia e timori, nell’inquieta e incerta attesa del suo ritorno, a tratti come se fosse una favola.
«Non esiste un figlio adottato, ma semplicemente un figlio, a volte portato nel luogo sbagliato da una cicogna sbadata che smarrisce l’orientamento e la destinazione, e che i genitori devono cercare, con coraggio e amore, fino a trovarlo in una qualsiasi parte del mondo!”, dice l’autore, animato dal desiderio di trasmettere ancora una volta forti emozioni legate a storie vere, seppure romanzate dalla sua penna originale e con finali davvero sorprendenti. “A volte la società tende a sottolineare una sorta di diversità nell’essere genitori e figli – conclude – arrivando quasi ad affermare che l’adozione o altre opportunità di creare una famiglia non siano naturali; ma la realtà è ben diversa, l’amore supera ogni schema e convenzione!».
“La stanza di Adel” è un romanzo capace di avvicinare il lettore ai sentimenti più forti e, forse, di contribuire a dipanare ogni dubbio sull’adozione. È un romanzo avvincente dedicato a tutti i bambini, in un momento di grande sofferenza in molti luoghi del mondo, come si legge nella pagina iniziale: “Ai bimbi che siamo stati, a quelli che verranno; a quelli fortunati, sperando che ne siano consapevoli e seminino bene per il mondo; ai bimbi miseri e abbandonati, a quelli malati o affamati, a quelli soli; a tutti i bimbi infelici, feriti, mutilati o uccisi, vittime innocenti di guerre, violenza e abusi; ai tanti bimbi troppo presto uomini, operai, schiavi o soldati, ai bimbi di ogni colore; a padri e madri, custodi delle loro piccole vite; ai bimbi nati per caso, a quelli indesiderati, ai bimbi mai nati!” .