L'ATTENTA RIFLESSIONE DEL GIORNALISTA E SAGGISTA MIMMO NUNNARI NEL FATUO SILENZIO DEI PARLAMENTARI;
L'inaugurazione della nuova Caserma CC di Africo

LEGALITÀ, DA AFRICO LEZIONE DEI GIUDICI
BASTA PASSERELLE MA FATTI CONCRETI

di MIMMO NUNNARI – L’altro sabato ad Africo alla presenza del ministro dell’interno Matteo Piantedosi è stata inaugurata la nuova caserma dei carabinieri ospitata in una villetta confiscata a una potente famiglia di ‘ndrangheta della zona. Erano attesi anche – ma la notizia non è mai stata confermata – la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro della Difesa Guido Crosetto.

Probabilmente questa attenzione del Governo, per l’inaugurazione di una nuova caserma in Aspromonte, aveva un significato duplice: dotare la Calabria di un nuovo presidio di sicurezza e riaffermare – in un territorio a sovranità limitata, a causa della presenza pervasiva della mafia – che lo Stato c’è. Tutto giusto, se l’evento, con la sua enfatizzazione, non confermasse il vecchio vizio dei Governi di delegare solo a forze dell’ordine e magistratura il compito di combattere la mafia, restando assente invece nell’azione che dovrebbe essere la più efficace, per arginare il dominio mafioso: promuovere sviluppo nei settori dell’economia, del lavoro, del sociale. Paradossalmente questa “assenza” dello Stato finisce col favorire la mafia, che gli spazi vuoti tende a riempirli, sostituendosi volentieri naturalmente in maniera illegale – alle istituzioni.

Tutto ciò significa che in materia di lotta alla mafia serve altro oltre alla presenza di carabinieri e poliziotti e/o nuove caserme. Molti anni fa, lo storico Sergio Zoppi, spiegava che sbaglia chi pensa che per promuovere lo sviluppo in Calabria sia necessario prima vincere la mafia, o al contrario che occorre prima realizzare concreti obiettivi di sviluppo, e poi ingaggiare la definitiva battaglia contro la criminalità organizzata:

«Lungi dal porsi tra di loro in modo disgiunto, questi due termini della questione – ragionava Zoppi – si reggono soltanto in quanto tra di loro uniti e quasi complementari». Questo lucido quanto inascoltato ragionamento di uno degli studiosi più autorevoli della questione meridionale, ci è tornato in mente leggendo il documento dei magistrati di “Magistratura democratica” di Reggio – reso noto dopo la visita di Piantedosi ad Africo – in cui più o meno si dice la stessa cosa di Zoppi.

«Ci sarebbe piaciuto – hanno scritto i magistrati – che ad affiancarlo [il ministro Piantedosi] vi fossero stati: il ministro dellEconomia e quello dellAmbiente, per illustrare nuovi piani e progetti per rilanciare leconomia locale in termini eco-compatibili con il territorio; quello del Lavoro, per indicare nuove norme, volte ad agevolare le assunzioni in territori svantaggiati; quello delle Infrastrutture che riferisse dellavvio del raddoppio ed elettrificazione della linea ferrata e dellammodernamento della SS 106; quelli della Cultura e del Turismo che illustrassero le iniziative assunte per rilanciare la storia e le tradizioni dellarea-grecanica, in una prospettiva di riscoperta del territorio dalle spiagge dove le nidificano le tartarughe alle montagne dellAspromonte ricche di flora e fauna uniche».

Le esigenze di sicurezza, spiegano ancora i magistrati nel documento, sono ancora all’ordine del giorno, ma è necessario che in futuro lo sguardo si allarghi, anche per evitare che la destinazione alla pubblica sicurezza, in un simile quadro, assuma le sembianze di una “foglia di fico” che non riesce a nascondere più pressanti problematiche. Meritano un plauso questi magistrati di Md, che interpretano al meglio la responsabilità del loro ruolo costituzionale di difendere la giurisdizione, ma anche di porre attenzione ai diritti dei cittadini, soprattutto quando sono penalizzati dalle disuguaglianze, come in Calabria.  

Ci sarebbe piaciuto che le cose dette da loro le avessero dette – almeno in quest’occasione – i silenti parlamentari eletti in Calabria, anche quelli – tra loro ex magistrati – dirottati nel profondo Sud all’unico scopo di ottenere un seggio-premio a Palazzo Madama, o a Montecitorio. (mnu)