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Mons. Francescantonio Nolè

L’estremo saluto della Calabria commossa a mons. Francesco Nolè

di RAFFAELE IARIA – È continua e sincera la commozione di tanti che sin dall’annuncio della morte dell’arcivescovo di Cosenza-Bisignano, mons. Francescantonio Nolè, giovedì pomeriggio al “Gemelli di Roma”, hanno voluto essere in qualche modo “presenti”.
E tanti sono stati coloro che hanno accolto la salma al suo arrivo a Cosenza sabato mattina.
Tanti quelli che hanno voluto rendere omaggio al Pastore cosentino in cattedrale dove è stata allestita la camera ardente per permettere un saluto e la preghiera dei fedeli. Domani pomeriggio, alle 15, nella stessa cattedrale – dove si conserva l’icona della Madonna del Pilerio, patrona della diocesi e della città di Cosenza molto cara al presule defunto – la cerimonia funebre alla quale sono attesi molti fedeli e tutte le più alte cariche religiose ed istituzionali.
Dopo la celebrazione la salma muoverà per Giuliano, frazione di Potenza, per essere accolta nella piccola chiesa della contrada fino a martedì quando sarà portata in Cattedrale a Potenza.
Qui si terrà una celebrazione eucaristica al termine della quale si procederà alla tumulazione.

A Cosenza e a Bisignano domani lutto cittadino in occasione dei funerali come hanno stabilito i due sindaci Franz Caruso e Francesco Fucile che hanno anche disposto l’esposizione delle bandiere a mezz’asta sugli edifici comunali.
Una scelta, quella dei Sindaci, per manifestare in modo tangibile e solenne il dolore della due Città ed il profondo cordoglio delle Amministrazioni comunali per la scomparsa di mons. Nolè, ha scritto il settimanale diocesano “Parola di Vita” – diretto da don Enzo Gabrieli – che domani oggi uscirà con una edizione speciale dedicata all’arcivescovo Nolè.

In attesa del nuovo arcivescovo la Santa Sede ha provveduto alla nomina dell’Amministratore Apostolico della diocesi calabrese. Si tratta del vescovo emerito di Terni-Narni-Amelia, mons. Giuseppe Piemontese, francescano conventuale come mons. Nolè. Intanto continuano ad arrivare messaggi di cordoglio. 

Il card. Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, insieme al segretario generale, mons. Giuseppe Baturi e a tutta la Cei “affidano a Cristo Buon Pastore S.E.R. Monsignore Francescantonio Nolè, arcivescovo di Cosenza-Bisignano grati per il suo ministero episcopale a servizio delle Chiese di Cosenza – Bisignano e, prima, di Tursi – Lagonegro” ed “elevano a Dio Padre Misericordioso preghiere di suffragio perché lo accolga nel gaudio eterno ed esprimono vicinanza e cordoglio ai familiari, al presbiterio cosentino e all’intera comunità ecclesiale calabrese”. 

A sua volta il vice presidente della Cei per il Sud e vescovo di Cassano allo Ionio (diocesi suffraganea di Cosenza-Bisignano) racconta l’ultimo incontro avuto con il presule cosentino, il 5 settembre scorso al Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma dove era ricoverato dallo scorso 30 agosto e dove si è spento giovedì 15 settembre. Mons. Savino si trovava a Roma per una riunione in Cei e ha voluto salutare mons. Nolè: “l’avevo trovato lucido e sereno sebbene soffrisse molto. Mi sono accorto subito quanto gravi fossero le sue condizioni. 

Con lui, al ‘Gemelli’, c’erano una sorella e la nipote. Abbiamo parlato a lungo ed è stato un incontro molto forte per me dal punto di vista emotivo”. 

Monsignor Nolè era – ha aggiunto – “una persona amorevole e mite. Un francescano nello spirito: essenziale, discreto, riservato”. Un ricordo della figura di mons. Nolè anche dalla diocesi di Tursi-Lagonegro che aveva guidato dal 2001 al 2015.

 “Commossi e grati – si legge in una nota del vescovo, mons. Vincenzo Orofino anche a nome di tutto il presbiterio –  ricordano il padre premuroso e attento, l’amico fraterno e amorevole, la guida sicura e lungimirante. Rendono onore alla grande umanità di padre Francesco – come amava essere chiamato – frutto maturo di una fede profonda, di una speranza certa, di una carità operosa, di una umiltà attraente, del carisma contagioso di san Francesco di Assisi”. Mons. Orofino ha voluto aggiungere che mons. Nolè è “stato l’uomo delle istituzioni ma anche l’espressione carismatica della Chiesa. Ha saputo mettere insieme il carisma francescano e il servizio alle istituzioni, in un unico avvenimento di amore a Cristo e alla Chiesa. A noi il compito di custodire con fedeltà la memoria e l’eredità spirituale di un amico caro, imitandone le virtù umane e cristiane”. 

“Si spegne una luce per tutti noi. Il nostro Arcivescovo amava S. Francesco, i suoi “figli Minimi” e questo Santuario con un amore tutto speciale”, ha detto il Superiore Provinciale dei Minimi di san Francesco di Paola, p. Francesco Trebisonda: “ci mancheranno le sue parole, i suoi abbracci, la sua tenerezza, la sua sana ironia, il suo amore sconfinato per la Chiesa. Si spegne una luce quaggiù, si riaccende ancora più luminosa lassù, ove non c’è più sofferenza nè dolore. Grazie Padre carissimo per quanto ci hai trasmesso in così pochi anni. Avremmo avuto ancora bisogno di te”. 

Venerdì, prima di lasciare il Policlinico “Gemelli” alla volta di Cosenza, mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha presieduto una celebrazione eucaristica esequiale ed ha ricordato mons. Nolè come “un Pastore che aveva a cuore la comunità che gli era stata affidata; un Vescovo, Angelo della Chiesa”. 

“Il caro fratello Francesco Vescovo, nel momento del dolore più estremo della sofferenza, della consumazione di tutta la sua vita, con la sua straordinaria forza interiore nel sapere anche vivere il momento della malattia, non come una perdita o il dover rinunciare alle attività pastorali, ma come il culmine dell’offerta di sé – ha detto mons. Giuliodori – ha dato la più grande grande testimonianza pastorale che un Vescovo possa offrire alla sua comunità”. 

Ricordando mons. Nolè l’assistente generale dell’Università cattolica ha sdetto di averlo incontrato qualche volta negli incontri dei Vescovi e delle Assemblee della Cei: in lui “ho sempre colto un tratto di umanità, di grande tenerezza, di tanto flato pastorale, un Pastore che aveva a cuore il popolo di Dio che gli era stato affidato. 

Nell’incontro che ho avuto in questi ultimi giorni, qui in ospedale, ho colto che anche nel momento del dolore più estremo, nella sofferenza della consumazione di tutta la sua vita, non lo ha abbandonato una forza interiore nel sapere anche vivere il momento della morte, non come una perdita o il dover rinunciare alle attività pastorali, ma come il culmine dell’offerta di sé; la più grande testimonianza pastorale che un Vescovo possa offrire alla sua comunità”. 

Al “Gemelli”, nella mattinata di venerdì, sono arrivati, per un saluto al loro confratello, l’arcivescovo di Rossano-Cariati, mons. Maurizio Aloise, mons. Attilio Nostro, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea e mons. Serafino Parisi, vescovo di Lamezia Terme. (ri)