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L'OPINIONE / Emilio Errigo: Il diritto al lavoro, il datore di lavoro e l'esecutore in Calabria

L’OPINIONE / Emilio Errigo: Il diritto al lavoro, il datore di lavoro e l’esecutore in Calabria

di EMILIO ERRIGO – Che l’Italia sia una Repubblica democratica fondata sul lavoro e che la sovranità appartiene al Popolo, che la esercita nelle forme e limiti della costituzione, credo che sia un fondamentale dettato costituzionale oramai patrimonio cognitivo di ogni giovane e adulto.

In Calabria questo principio fondamentale non sembra essere ancora percepito bene, perché del diritto al lavoro e del senso profondo della sovranità popolare, c’è molta confusione. Un giovane studente sin dalla frequenza della Scuola Media inferiore, percepisce il valore del lavoro inconsapevolmente  in famiglia, osservando alcune volte distrattamente, altre con più attenzione, a seconda dei bisogni personali, sia la Madre, che  il Padre, svolgere lavori famigliari o professionali, dentro e fuori della propria casa.

Altre volte ha modo di assistere al lavoro famigliare, chiamiamolo di prima necessità, in alternativa il padre o la madre, i quali assolvono con dedizione e straordinario impegno personale, ai compiti casalinghi e famigliari, generalmente distribuiti a uno o entrambi i Genitori.

Può accadere che a tali incombenze famigliari che al Sud Italia (Calabria), sono chiamati naturali, se ne occupi eccezionalmente, una persona estranea sotto il profilo parentale alla propria famiglia. Tali care a volte pure carissime persone, chiamate a volte simpaticamente col nome di Tata, Baby Sitter, Educatrice famigliare, Insegnante, Amica di famiglia, Assistente di studio, Badante, Fisioterapista, Infermiere,  altre volte,  con nomi inascoltabili, Donna di servizio, Domestica, Donna delle pulizie, Inserviente, ecc.ecc., si occupano a tempo e orari, determinati o indeterminati, di quasi tutte le incombenze famigliari e personali, dalla doccia ai figli più piccoli, vestizione, asciugatura corporea e dei capelli, agli acquisti alimentari e preparazione della prima, seconda e terza colazione.

Altri servizi casalinghi, domestici, famigliari, possono essere delegati o affidati, alla stessa persona, oppure a persone diverse, sempre comunque non della famiglia. Quindi ne Madre, Padre, Nonna o Nonno, sono impegnati nel dedicare parte del loro importante tempo, ai propri figli. Il benessere economico, nella vita può giocare brutti scherzi famigliari, con non insolite conseguenze educative famigliari negative, pure irreparabili.

In Calabria,  il destino e il buon Dio, ci sono venuti incontro, con conseguenze personali e famigliari, il più delle volte sicuramente positive. In Calabria,  essendo molto difficile, potremmo dire quasi impossibile,  beneficiare di un lavoro dignitoso e adeguatamente retribuito, pubblico o privato che sia, (anche se  questo diritto è costituzionale previsto non si trova), può riguardare a uno dei due coniugi, a volte lavora il marito e raramente la moglie.

La fortuna come si dice, di poter lavorare entrambi i Genitori, in Calabria è quasi una vera utopia. I detti degli antichi Nonni, non erano e non sono inutili per potersi orientare nella vita,  su come era ed è meglio agire per trovarsi bene, o non trovarsi male nel tempo che scorre veloce.m La più importante, acclarata e  migliore figura famigliare,  per eccellenza è la Madre, poi a seguire il Padre, tanto che qualcuno di molto importante per gli esseri umani, scrisse e tramandò ai posteri un messaggio da buon amico sincero: onora il Padre e la Madre!

Al Sud Italia, questa ricchezza morale, grazie a Dio e tutti i Santi, ancora è molto presente in tutte le famiglie. Difficilmente può accadere che i figli, non rispettino, si dimentichino, ledono, offendono la dignità, la persona,  disonorano, umiliano, un Genitore, ne che sia il Padre e nemmeno a pensarci la Madre.

In Calabria, il valore morale e spirituale, grandioso, insuperabile del Padre e della Madre, a seguire dei figli, fratelli e sorelle ancora è indistruttibile e inalienabile, possiamo ben dire è universale! In Calabria, l’educazione famigliare  e l’assistenza  dei figli è generalmente affidata in primis ai Genitori,  quella scolastica, alle Donne care e indimenticabili Insegnanti, nelle Scuole dell’Infanzia, e Professori e Professoresse, nelle Scuole Medie inferiori e superiori, ai Docenti universitari, all’Università.

L’educazione sociale e del buon vivere civile in società, rispettando le regole che disciplinano giochi e ruoli, si acquisiscono le prime, durante la pratica di discipline sportive, in quanto ogni sport ha le sue regole da osservare e far osservare,  a cura di un Arbitro, Giudice  Sportivo, mentre le seconde, nel corso dello svolgimento di uno o tanti ruoli e compiti socialmente rilevanti, tra i quali spicca il volo, il “Volontariato Sociale”, a favore di coloro i quali hanno più bisogno di aiuto e assistenza sociale individuale.

In Calabria,  mancando o scarseggiando molto, il lavoro alle dipendenze altrui, essendo limitato ad alcune libere professioni quello autonomo, rimangono l’esercizio di lavori individuali d’impresa, artigiana, agricola, professioni e servizi diversi richiesti dal mercato o dall’utenza. Questa realtà occupazionale limitata a poche professioni e attività lavorative, consente alle persone, di avere molto tempo da dedicare alla famiglia ai figli, genitori e parenti. Per alcuni immaginabile e condivisibili  aspetti è un bene, per  molti altri, una grande disparità nel godimento del diritto fondamentale previsto dall’art. 1, della nostra Costituzione.

In Calabria, il datore di lavoro generalmente è pubblico, poi seguiva il privato, ora dal 2020, quando la Pandemia da Covid-19 e varianti, ha falcidiato vite umane e imprese individuali, il dramma del lavoro ha colpito inesorabilmente e senza alcuna pietà umana, i Calabresi più della morte da Covid.

In Calabria,  non solo si sono ridotti a pochi centinaia di migliaia i posti di lavoro dipendente privati, ma sono venuti progressivamente meno anche i posti di lavoro del così detto, “nel pubblico impiego”, generando problematiche famigliari  a catena incontrollabili.
Le tensioni  sociali giovanili degeneranti, fanno registrare giornalieri atti di inaudita violenza, tra giovani studenti minorenni, assolutamente ingiustificati e allo stato inspiegabili.

Occorre che lo Stato, e il Governo nazionale e regionale, prendano consapevolezza di questa deriva degenerativa sociale violenta e assumano i conseguenti adeguati provvedimenti giuridici, prima che in Calabria, ad eseguire  i  lavori pubblici e privati disponibili, siano  solo il Carabiniere, il Finanziere, il Poliziotto, l’infermiere, il medico chirurgo, psicologo, psichiatra o neurologo e i criminali.

In ultima analisi risolutiva della problematica emergente in Calabria, occorre che il lavoro pubblico sia assicurato alla maggior parte dei Giovani e dei loro disoccupati Genitori, prima che sia troppo tardi. L’indifferenza in Calabria, crea più danni della solitudine e della malavita, se il Governo non prende atto di questo stato situazionale regionale, non tarderà l’ora che la degenerazione giovanile incontrollata e la crescente disoccupazione, metteranno a dura prova la gestione dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica in Calabria e non solo. (er)

[Emilio Errigo è nato e cresciuto fino alla maggiore età in Calabria, Generale della Guardia di Finanza in ausiliaria, docente universitario di Diritto Internazionale, e Consigliere Giuridico nelle Forze Armate]