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L’Usb Scuola denuncia: «Negato il diritto a rientrare da fuori provincia ai docenti di sostegno»

Leo Morabito, responsabile Usb Pi Scuola Calabria, sottolinea come sia stato negato il diritto a rientrare da fuori provincia ai docenti di sostegno.

«Da più giorni – dice Morabito – tiene banco la questione dei docenti di sostegno denominati gli “invisibili” i quali, per via di un accordo siglato tra l’Usr Calabria e i complici segretari delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, non riescono ad avere riconosciuto il diritto a rientrare da fuori provincia. I tempi purtroppo stringono e la questione si fa ogni giorno sempre più allarmante visto che l’1 settembre i docenti dovranno prendere servizio nelle sedi scolastiche di titolarità».

«Ritenendo insufficiente e palesemente contraddittorie le risposte fornite a mezzo stampa dalle organizzazioni sindacali per giustificare lo scellerato accordo firmato, come Unione sindacale di base abbiamo ritenuto necessario chiedere un incontro all’Usr – dice ancora Morabito – in merito alla vicenda e contemporaneamente abbiamo inviato al Ministero dell’Istruzione la richiesta di una interpretazione autentica per provare a risolvere una questione che riguarda decine di lavoratori e le loro famiglie. Si tratta di un problema molto serio poiché risulta che in altre province (Palermo, Messina, Caserta, Latina, Lecce e tante altre di regioni meridionali con analoga situazione della nostra) gli Uffici Scolastici Provinciali abbiano proceduto alla gestione della fase 42 assegnando i posti ai docenti titolari specializzati sul sostegno (dando loro la possibilità di rientrare a casa) e solo dopo hanno provveduto all’accantonamento dei posti in favore dei docenti inseriti nelle gps».

Aggiunge ancora Morabito: «Occorre un’interpretazione univoca del Ccni alla luce delle modifiche contenute a seguito dell’Accordo del 13 giugno 2023 che ha permesso ai docenti titolari specializzati sul sostegno di presentare domanda di assegnazione provvisoria. A questo punto riteniamo che ci sia un vero problema di disparità di trattamento tra situazioni identiche all’interno della stessa Amministrazione. Non si comprende affatto come sia possibile che l’Usr e le Organizzazioni Sindacali calabresi maggiormente rappresentative abbiano motu proprio deciso di adottare una determinata linea mentre Usr e Atp di tante regioni ne abbiano adottata una diametralmente opposta. Tutto ciò per l’Unione sindacale di base genera forti dubbi sulla correttezza delle procedure adottate dell’amministrazione che non può essere solo riferito al territorio calabrese ma risulta avere una portata di carattere nazionale e come tale è obbligatorio un tempestivo intervento da parte del Ministero dell’Istruzione al fine di dirimere questa differenza interpretativa in modo rapido. Ci appare l’unico modo per rasserenare l’intero corpo docente, provando ad evitare che si proceda come al solito ad un elevato ricorso ai contenziosi tra lavoratori e Amministrazione. L’auspicio è che nel frattempo l’Usr Calabria ritiri in autotutela il provvedimento adottato per assumere le necessarie determinazioni al fine di riportare il diritto alla base della sua azione amministrativa. Abbiamo richiesto in data odierna un incontro urgente con l’Usr Calabria al quale ci pare indispensabile partecipi una delegazione di questi lavoratori». (rcz)