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Manifestazione contro autonomia, Rende c’è: «Un dovere esserci»

C’è anche la città di Rende alla manifestazione contro l’autonomia differenziata, in programma sabato 10 giugno a Cosenza. Lo hanno reso noto la vicesindaca Marta Petrusewicz e l’assessora alle pari opportunità, Lisa Sorrentino,.

La vicesindaca ha sottolineato come «contro il progetto legge Calderoli, è urgente un’azione collettiva che unisca il movimento dei sindaci all’indignazione della società civile. Anzi, dobbiamo prepararci a una lotta senza quartiere, perché il progetto sull’Autonomia Differenziata è un’epifania dei luoghi chiusi, del sovranismo e dell’egoismo delle regioni ricche».

«Mentre le differenze storiche regionali sono una delle grandi ricchezze del nostro paese, non possiamo permettere che tronfino politiche che spingono alle divisioni e alla competizione tra i luoghi per i diritti fondamentali. Le sorti dei luoghi sono e devono restare comuni, all’interno dell’unità nazionale, e necessitano politiche attente alle carenze e disuguaglianze, portate avanti nello spirito della cooperazione e non della competizione», ha aggiunto la vicensidaca.

«Oltre alle conseguenze economiche è necessario valutare la forte incidenza sui diritti sociali, soprattutto se si considerano questioni delicate e di primaria importanza come la salute e la scuola – ha detto l’assessora Sorrentino –. L’autonomia differenziata, non solo aumenterà i divari fra la qualità del servizio sanitario offerto fra Nord e Sud, ma farà crescere anche la mobilità sanitaria, i terribili viaggi della speranza e anche per la scuola verranno cristallizzate sempre maggiori differenze. Che aiuto potrà dare tutto questo al futuro delle nostre studentesse e studenti?».

«Un pericoloso progetto che manifesta altresì molte incompatibilità con la Costituzione. Del tutto evidente è difatti la distanza con i suoi principi fondamentali. L’autonomia differenziata rappresenta l’emblema delle disuguaglianze andando di fatto a punire i cittadini e le cittadine dei territori che non sono stati in grado di raggiungere determinati risultati, determinati livelli – ha concluso –. Un vero e proprio attacco ai principi di solidarietà e uguaglianza rintracciabili nella visione unitaria di valori condivisi, finalizzata ad evitare le derive autonomiste. Non è un caso che Gianfranco Viesti abbia definito il regionalismo differenziato come «la secessione dei ricchi». (rcs)