LO SCENARIO DOPO LE ELEZIONI: COSA CAMBIA NEL CONSIGLIO REGIONALE ALLA LUCE DEI RISULTATI DEL VOTO;
Cosa rimane delle elezioni regionali in Calabria 2021

PROMOSSI & BOCCIATI, IL FLOP DI OLIVERIO
IL PIÚ ELETTO GIANLUCA GALLO: 21.692 VOTI

dalla REDAZIONE ROMANA – All’indomani di una delle più sciatte campagne elettorali che si ricordino in Calabria, è possibile tracciare – sotto forma di pagelle – una geografia dei vincenti e dei perdenti, dei promossi e dei bocciati dalle urne. In evidenza il flop dell’ex governatore Mario Oliverio e la straordinaria performance del neo presidente Roberto Occhiuto, ma in questa sede non si parla solo di candidati, bensì di tutti i protagonisti diretti e indiretti. Ci sono scontate conferme, ma non mancano anche clamorose sorprese.

Nel nuovo Consiglio regionale rivedremo in quota Forza Italia l’assessore all’Agricoltura Gianluca Gallo e il presidente uscente del Consiglio regionale Giovanni Arruzzolo, Giacomo Crinò e Pierluigi Caputo (Forza Azzurri), in quota Fratelli d’Italia l’assessore Fausto Orsomarso e Giuseppe Neri, in quota Lega Filippo Mancuso e Pietro Raso, in quota UdC Giuseppe Graziano, in quota Pd Mimmo Bevacqua e Nicola Irto.

Sei donne nel nuovo Consiglio regionale e numerose new entry: con Forza Italia Katya Gentile, Pasqualina Straface, Valeria Fedele, Michele Comito e Giuseppe Mattiani; Coraggio Italia manda due consiglieri: Francesco De Nisi e Salvatore Cirillo; due nuovi ingressi in Fratelli d’Italia Luciana De Francesco e Antonio Montuoro; per la Lega Simona Loizzo e Giuseppe Gelardi; per il PD, oltre ad Amalia Bruni che entra di diritto come miglior perdente, le facce “nuove” sono quelle di Franco Iacucci (attuale Presidente della Provincia di Cosenza), Francesco Alecci (attuale sindaco di Soverato) e Raffaele Mammoliti. La prima volta dei Cinque Stelle in Consiglio regionale vede l’arrivo di Davide Tavernise e Francesco Afflitto, mentre Luigi De Magistris – rimasto fuori – manda a Palazzo Campanella il medico ambientalista Ferdinando Laghi e Antonio Lo Schiavo.

Restano fuori i consiglieri regionali uscenti: Flora Sculco, Tilde Minasi, Marcello Anastasi, Antonio De Caprio, Pietro Santo Molinaro,  Antonio Billari, Graziano Di NataleBaldo Esposito, Domenico Giannetta, Luigi Tassone e Giuseppe Aieta. Non si sono ricandidati Domenico Tallini, Carlo Guccione, Luigi Tassone, Francesco Pitaro, Vito Pitaro, Domenico Creazzo  e Libero Notarangelo.

I risultati e i numeri parlano chiaro perché, anche se alcuni non sono d’accordo, la politica è una scienza perfetta. Ed ecco, quindi, le pagelle di Calabria.Live su vincitori e vinti, promossi e bocciati. Non ci sono esami di riparazione, per gli esclusi se ne parla al prossimo giro.

I PROMOSSI

ROBERTO OCCHIUTO – voto 10
È l’indiscusso vincitore di queste elezioni, il primo a riuscire nell’impresa di confermare lo schieramento uscente alla Regione. Diventa Governatore quasi per inerzia, andando anche al di là di quello che gli assegnavano i sondaggi, ma il suo capolavoro è il boom elettorale di Forza Italia che raggiunge una percentuale altissima al punto da diventare il primo partito in Calabria. Il Cavaliere non crede ai suoi occhi.

GIANLUCA GALLO – voto 9
È il recordman delle preferenze, ben 21.692, a testimonianza dell’ottimo lavoro svolto come assessore all’agricoltura. Tratti gentili e mai sopra le righe, si accredita come uno dei protagonisti del prossimo governo regionale.

CICCIO CANNIZZARO – voto 9
Il funambolico deputato reggino riesce a toccare con la lista di Forza Italia l’iperbolica percentuale del 21% nella provincia di Reggio Calabria,  roba mai vista dai tempi dello splendore berlusconiano. In qualche Comune, vedi Melito Porto Salvo, gli azzurri arrivano a superare il 30%.

GAETANO QUAGLIARELLO – voto 8
Il senatore che rappresenta una delle due anime della lista Coraggio (l’altra è rappresentata dal sindaco di Venezia Brugnaro) piazza un colpo doppio, eleggendo due consiglieri regionali, uno nella Circoscrizione centro, l’altro in quella Sud.

GIUSEPPE CONTE – voto 7
Non sfonda, non riempie le urne al pari delle piazze, ma riesce ugualmente nell’impresa di fare entrare il Movimento Cinquestelle in Consiglio regionale per la prima volta nella sua storia.

NICOLA IRTO – voto 7
Perde 2.000 voti rispetto al 2020, ma con le sue 10.333 preferenze si conferma il più votato in assoluto del Partito democratico calabrese. Molti si chiedono se con la sua candidatura ci sarebbe stata una sconfitta più contenuta.

FERDINANDO LAGHI – voto 7
Medico e attivista dell’ambientalismo, è il primo eletto della coalizione De Magistris. Sarà in Consiglio regionale lo scudiero della legalità e della difesa dell’ambiente.

SIMONA LOIZZO – voto 7
Primario dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, la Loizzo – vedova di Lucio Marrocco, il medico antiCovd suicidatosi nel gennaio scorso –, è stata eletta Consigliere regionale nelle liste della Lega, scavalcando l’uscente Pietro Santo Molinaro.

JASMINE CRISTALLO – voto 7
La “sardina rossa”, che più volte aveva invocato l’unità di tutte le sinistre alternative alla destra per battere Occhiuto, si è presa una bella rivincita. Aveva puntato sulla candidatura del professore antimafia Enzo Ciconte, ma il commissario PD Graziano l’ha liquidata. E lei si è consolata sostenendo a Bologna il suo inseparabile amico Mattia Santori, primo eletto nel PD.

I BOCCIATI

AMALIA BRUNI – voto 4
Prende meno voti di Pippo Callipo che non aveva al fianco nemmeno i Cinquestelle. Una campagna elettorale sbagliata nei toni e nei contenuti ha fatto il resto. Unica attenuante il fatto di essere entrata tardi in competizione e solo dopo un estenuante casting.

STEFANO GRAZIANO – voto 3
È l’autore, secondo i suoi più accaniti critici, del secondo disastro consecutivo in appena due anni e mezzo. La sua “larga coalizione” si è rivelata inconsistente, anche per la presenza di liste fantasma come quella “Animalista” composta in gran parte da candidati della Campania. I sondaggi da lui sbandierati, che parlavano di un testa a testa della Bruni con Occhiuto, sono stati clamorosamente sconfessati dalla voragine di ben 27 punti di distacco.

CARLO TANSI – voto 3
Il “grande fustigatore” che voleva distruggere dall’interno il PUT (Partito Unico della Torta) resta fuori dalla pasticceria con un clamoroso flop, perdendo ben 40.000 voti rispetto al 2020. La sua lista si arresta ad un misero 2,28%. Le sue continue giravolte (corsa solitaria, alleanza con De Magistris, poi alleanza con la Bruni) non gli hanno certo giovato.

SINIBALDO ESPOSITO – voto 4
Il campione delle preferenze resta incredibilmente fuori dal Consiglio Comunale non solo per il calo di consensi, piuttosto per la scelta sbagliata della lista che non conquista il seggio nella Circoscrizione Centro.

LUIGI INCARNATO – voto 4
Non arriva nemmeno all’1% la lista del PSI, cocciutamente voluta dal segretario regionale. Macchia con questo risultato una grande storia politica della Calabria. Come sono lontani i tempi di Mancini e Principe.

FLORA SCULCO – voto 4
Finisce, almeno per il momento, la storia dinastica degli Sculco da Crotone. La passionaria Flora viene sorpassata nelle preferenze da Baldo Esposito, ma in realtà è il quorum a mancare all’UdC.

TILDE MINASI – voto 4
Esce di scena la fedelissima di Peppe Scopelliti, arrivata solo terza nella lista reggina della Lega. Paga evidentemente la difficoltà di cucire i rapporti con il territorio e la presenza di candidati molto competitivi.

MARIO OLIVERIO – voto 3
Il “lupo della Sila” non è riuscito a mandare il suo ululato. La corsa solitaria non è riuscita a scalfire, se non marginalmente, con il suo misero 1,7%, i consensi del Partito Democratico. Non si comprende il senso di una decisione che non ha inciso per nulla sull’esito del voto.

I “SUFFICIENTI”

LUIGI DE MAGISTRIS – voto 6
Il “masaniello arancione” ha accarezzato a lungo il sogno di una improbabile vittoria o comunque del secondo posto come miglior perdente. Pur avendo condotto una bella campagna elettorale e conseguito una considerevole percentuale (16,17%) e l’elezione di 2 consiglieri regionali, è arrivato ben distante dall’obiettivo. Gli è mancato il voto di opinione recuperabile dall’astensione.

MIMMO LUCANO – voto 6
Il “fuorilegge” condannato a 13 anni per il “reato d’umanità” non ha visto tradotta in voti l’ondata di solidarietà che gli è arrivata dai social. Appena 10.000 voti complessivi nelle tre circoscrizioni, un’autentica delusione che si aggiunge all’amarezza per la condanna. (rrm)

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