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Ad Arghillà concluso il progetto "Duru cu duru... non fabrica muru"

REGGIO – Ad Arghillà concluso il progetto “Duru cu duru… non fabrica muru”

Si è concluso, all’Istituto Penitenziario di Arghillà a Reggio Calabria, il progetto Duru cu duru ….. non fabbrica muru, ideato dai funzionari dell’area giuridico pedagogica Caterina Maria FrenoPatrizia Cosmano.

Il progetto è frutto della creatività e della volontà di mettersi in gioco di un gruppo di detenuti e ha coinvolto diverse discipline (musica, scrittura, poesia, pittura e teatro) che, in un contesto come quello penitenziario, hanno come fine primario non solo quello di rendere più sereno l’ambiente, ma soprattutto quello di ridurre i conflitti interni.

Queste attività, infatti, nel carcere rappresentano non solo un fotte strumento di cambiamento per i detenuti, ma anche e soprattutto un sostegno al sistema penitenziario per una maggiore conoscenza dei soggetti in ordine ai loro comportamenti e orientamenti di vita.

Del gruppo dei detenuti partecipanti, alcuni si sono occupati della realizzazione ed organizzazione dei canti, altri della redazione di poesie, altri ancora della realizzazione di brevi scenette teatrali da loro stessi ideate e, infine, un ulteriore gruppo della realizzazione della scenografia con materiale da riciclo ( carta, cationi e altro) per creare uno spettacolo finale nel quale tutte le predette discipline sono confluite armonicamente. Si è pensato di utilizzare quale filo conduttore delle quattro discipline la tematica della Calabria da qui il titolo del presente progetto in dialetto calabrese.

«Lo scopo di questa iniziativa – ha spiegato la dott.ssa Freno – è stato quello di creare un ambiente di reale collaborazione e inclusione, per andare oltre la “rigidità” dell’ambiente carcerario. Collaborazione che ha contribuito efficacemente a “liberare e organizzare” le capacità di ciascun partecipante che ha avuto un ruolo ben definito all’ interno del gruppo Si è cercato di costruire un ambiente educativo sereno e le attività (pratiche, tecniche, intellettuali), intimamente legate tra foro, hanno assunto una funzione importante: quella di promuovere comportamenti di collaborazione e confronto. Da qui il senso del titolo in dialetto calabrese, “Duru cu duru non fabbrica muru”, che vuol significare che abbattendo gli aspetti!) pigolosi e duri del proprio carattere si possono creare positive relazioni».

«Tutta la fase progettuale – ha aggiunto la dott.ssa Cosmano caratterizzata dalla scelta delle tematiche oggetto sia dell’attività poetica che teatrale che musicale è stato gestito dagli stessi detenuti che sono stati seguiti comunque dagli operatori dell’area trattamentale. Attraverso tale progetto si è mirato a far tirare fuori l’impegno e la determinazione di voler essere persone libere, che sognano un futuro fatto di bellezza». (rrc)