;
Alle Muse si presenta il libro "Rosella Staltari – La selvaggia diventata Santa"

REGGIO – Alle Muse si presenta il libro “Rosella Staltari – La selvaggia diventata Santa”

Domani pomeriggio, a Reggio, alle 18, nella sede de Le Muse, è in programma la presentazione del libro Rosella Staltari – La selvagia diventata Santa di Oreste Arconte.

L’evento rientra tra gli appuntamenti organizzato dall’Associazione Culturale Le Muse, guidata da Giuseppe Livoti.

Rosella Stàltari nacque ad Antonimina, in provincia di Reggio Calabria. Rimase orfana a due anni, così suo padre, che voleva comunque assicurarle una crescita serena, decise di affidarla alle Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario, che a Locri avevano un istituto per l’infanzia abbandonata. Rosella rimase lì fino ai quattordici anni, dopo aver ottenuto la licenza media di avviamento professionale. Nel 1965 venne quindi accolta nell’istituto «Maria Mater Gratiae», dove si diplomò tre anni dopo come segretaria d’azienda, ottenendo anche l’abilitazione all’insegnamento nella scuola materna.

L’istituto era gestito dalle Figlie di Maria Santissima Corredentrice, di recentissima fondazione. La ragazza conobbe il fondatore, don Vittorio Dante Forno, e lo scelse come direttore spirituale, nonché la cofondatrice e direttrice, suor Maria Salemi. Di fatto, Rosella chiese di essere ammessa in quella congregazione: dopo due anni da postulante, il 2 luglio 1972 cominciò il noviziato, e un anno dopo, emise i voti religiosi. Nel 1973 fu trasferita a Palermo come maestra presso l’Istituto «Pietro Ardizzone».

Fu particolarmente attenta agli orfani, ma anche ai bisogni delle consorelle. Anche se aveva sofferto molto nell’infanzia, cercava di non lasciarsi prendere dal pessimismo. Approfondì il carisma della congregazione, che consisteva nell’affiancare il sacerdozio cattolico prendendo a modello la Vergine Maria ai piedi della Croce. Neanche un anno dopo il suo arrivo, fu trovata morta nel suo letto, con una statuetta della Madonna in mano e il crocifisso della professione religiosa al collo. In effetti, Rosella era spesso soggetta a crisi convulsive e a svenimenti. Al momento della morte, aveva ventidue anni. La diocesi di Locri-Gerace ha seguito l’inchiesta sulle sue virtù dal 24 settembre 2002 al 14 ottobre 2006. Il 21 dicembre 2020 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui Rosella veniva dichiarata Venerabile.

«Un appuntamento – ha dichiarato il presidente Muse prof. Giuseppe Livoti – dal grande impatto emotivo e soprattutto religioso poiché viene per la prima volta presentato a livello nazionale, un testo sulla storia di questa “serva di Dio” che il Sommo Pontefice ha disposto con decreto pubblicato ed inserito negli atti della Congregazione delle Cause dei Santi con segretario Marcello Bartolucci – arciv. Tit di Bavagna e Marcello Card. Semeraro – prefetto».

La vita di Rosella è stata così recuperata dalla memoria collettiva da parte di Oreste Arconte, giornalista e regista teatrale che ne ha tratto un racconto suddiviso in 5 quadri. L’avvio alla lettura ed alla comprensione del testo vedrà come protagonisti oltre l’autore, Mons. Antonio Denisi per la parte storica e spirituale, mentre per la parte letteraria la vice presidente Muse e già dirigente scolastico Orsola Latella che ne analizzerà linguaggio e costruzione letteraria. Per l’occasione dopo due anni di fermo il Coro Giovanile Laudamus diretto dai Maestri Enza e Marina Cuzzola eseguiranno dei brani per seguire l’iter narrativo della biografia della Staltari con l’accompagnamento al flauto di Francesca Latella e come maestro accompagnatore il maestro Bruno De Benedetto.

Il Laboratorio di lettura interpretativa Muse diretto da Clara Condello vedrà una lettura scenica e teatrale con le interpretazioni di Mimma Conti, Sonia Impalà, Santina Milardi, Mariolina Priolo.

«Avremo così ancora una volta – ha ricordato il presidente Muse Giuseppe Livoti – un viaggio anche nella storia di personaggi di fede e di speranza che hanno caratterizzato la nostra terra e che per questa prima nuova presentazione sicuramente darà un segno tangibile su una giovane donna che ha caratterizzato il contemporaneo». 

La Serva di Dio esercitò eroicamente la virtù della fede soprattutto nell’intensità con cui si dedicò alla vita di preghiera, alla quale ricorreva costantemente per comprendere gli avvenimenti e riconoscere in essi la volontà di Dio. La devozione a Maria la sostenne nel suo vissuto di fede. Nonostante le sofferenze che caratterizzarono la sua infanzia, la speranza eroica la rese capace di rifuggire da atteggiamenti pessimistici e di mantenersi attiva, intraprendente e serena. La Serva di Dio manifestò la sua carità verso Dio in particolare nel desiderio di conformarsi a Cristo, soprattutto nella sua dedizione agli altri. Tradusse l’amore per Dio nella carità verso gli ammalati e gli orfani. Aveva una spiccata capacità di intuire le esigenze e i bisogni degli altri e di soddisfarli con gesti semplici ma carichi di attenzione. Era molto generosa e disponibile: si caricava dei servizi più umili, anche al posto delle altre consorelle. (rrc)