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Philìa

REGGIO – Al MArRC la mostra “Philìa”

Questo pomeriggio, alle 17.30, al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria s’inaugura la mostra Philìa. Restauri sostenuti dai privati con l’Art Bonus a cura di Carmelo Malacrino, direttore del Museo.

In esposizione tanti reperti presentati per la prima volta al pubblico dopo il loro restauro finanziato attraverso le elargizioni esterne.

«Questa nuova mostra, che accoglierà tutti i visitatori al loro ingresso al MArRC, assume un significato tutto particolare – cha dichiarato il direttore Malacrino- . Lo stesso titolo, che dal greco si può tradurre con “amicizia” nel senso più ampio del termine, evidenzia il significato dei rapporti fra le attività del Museo e le azioni di mecenatismo da parte di soggetti esterni particolarmente sensibili alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale. Sin dalla sua riapertura nel 2016 si è inteso promuovere, accanto alla conoscenza degli straordinari reperti archeologici esposti nelle sale, anche le varie attività che si svolgono negli uffici e nei suoi laboratori per lo studio e la conservazione delle collezioni esposte o collocate nei depositi».

«Già con la mostra A nuova vita. Restauri al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria – ha proseguito il direttore Malacrino nel 2017 si era deciso di proporre un’esposizione costruita a “filo doppio”: da un lato presentare per la prima volta al pubblico tanti reperti archeologici fino ad allora conservati nei magazzini; dall’altro valorizzare l’attività condotta nel laboratorio di restauro del Museo, che nel solo biennio 2016-2017 contava già oltre 250 opere restaurate».

«Con questa mostra – ha proseguito Malacrino – a quel “filo doppio” si aggiunge oggi una perla, che risplende della generosità dei primi mecenati che, credendo nel progetto gestionale del Museo, hanno voluto offrire un proprio contributo, sostenendo una serie di interventi volti al restauro e alla valorizzazione delle collezioni. Si tratta di realtà imprenditoriali, associazioni ed enti molto diversi tra loro, ma tutti accomunati dalla sensibilità di investire in cultura, partecipando concretamente alla conservazione del patrimonio».

«Questa esposizione – ha concluso Malacrino – assume anche il senso di una “restituzione” nei confronti dei nostri primi mecenati, costituita dall’impegno delle tante professionalità che al Museo hanno trasformato una elargizione liberale nel restauro di opere da studiare, valorizzare e consegnare alle prossime generazioni». (rrc)