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REGGIO – Il programma del candidato sindaco Marcianò per l’emergenza rifiuti

Angela Marcianò, candidato a sindaco di Reggio Calabria punta al ripristino dei servizi pubblici essenziali, e Reggio città vivibile, che è uno dei punti cardine del programma elettorale, passa inevitabilmente anche dal riordino del sistema rifiuti, con necessarie modiche alla raccolta differenziata ed allo smaltimento.

La Marcianò, infatti, nel suo programma per risolvere l’emergenza rifiuti, propone di ripristinare i cassonetti in alcune aree strategiche, possibilmente quelli di ultima generazione con aperture che obblighino l’utente all’uso di tessere magnetiche, così evitando che possa utilizzarli chiunque per gettare qualunque tipo di rifiuto senza controllo ed scongiurando al contempo che, a causa della mancata raccolta dei rifiuti, gli utenti debbano ritrovarsi di fronte l’uscio di casa o uno spettacolo indecoroso; prevedere la collocazione di cassonetti “condominiali” per la raccolta differenziata con svuotamento giornaliero; in altre zone della Città, invece, il sistema porta a porta deve invece essere incrementato nella frequenza della raccolta, nella logica tendenziale che devono essere comunque ritirati giornalmente, seppur differenziati nell’esposizione e attuare maggiori controlli, coordinati con le forze di Polizia locale, per chi incivilmente deturpa le aree urbane del centro come della periferia adibendole a discariche a cielo aperto.

«Superata l’emergenza, il passaggio successivo – secondo Angela Marcianò  – è programmare una soluzione definitiva, non solo a livello cittadino, ma con una visione più ampia che riguardi tutto il territorio metropolitano».

Occorre, quindi, avviare un confronto con la Regione Calabria per la revisione del piano regionale dei rifiuti e per la ricerca di alternative alle attuali modalità di smaltimento.

«Non può accettarsi l’attuale scelta di collocare le cosiddette “ecoballe” nella zona di stoccaggio sita a Sambatello» ha ribadito la candidata a sindaco, che qualche settimana fa ha effettuato un sopralluogo sul posto. Scelta per altro denunciata da tempo e da tutti i residenti di quel territorio alle autorità competenti. Le ecoballe, oltre a rappresentare un reale impedimento all’avvio dei lavori del cantieri, sono una vera “bomba ecologica” allocata su un sito (oltretutto già bonificato) dichiarato dagli organi preposti a serio rischio idrogeologico. Tra l’altro, essendo l’area ubicata su una zona torrentizia, esiste anche il rischio di un eventuale inquinamento delle falde acquifere presenti alla profondità di circa 6-7 metri dal suolo interessato. 

Altro passaggio fondamentale in questa vicenda sarebbe l’accesso agli atti per avviare in tempi brevissimi l’impianto di valorizzazione dei rifiuti proprio a Sambatello, vigilando sui tempi previsti per l’esecuzione e il completamento dell’opera, per la cui realizzazione sono stati destinati 50 milioni di euro provenienti da fondi comunitari.

Questo impianto definito “ a riciclaggio spinto” (vedi rendering in allegato) tratterà tutte le categorie di rifiuti differenziati con l’integrazione di una nuova linea di riciclaggio dell’umido per cui, a fine del ciclo di lavorazione l’impianto produrrà metano combustibile e CDR-CSS Combustibile, con scarti di produzione ridotti quasi a zero e con degli introiti economici derivanti dalla produzione di bio gas e di energia elettrica.

L’opera, se finalmente realizzata, potrebbe servire tutto il rifiuto differenziato prodotto dai 97 comuni della Provincia reggina e finalmente, essendo lo stesso interamente autonomo, porrebbe fine a tutte le problematiche attuali riguardanti i conferimenti degli scarti da lavorazione, dell’umido, della plastica, vetro carta e legno, presso le discariche private o impianti ,come accade ormai da decenni e tuttora.

«Parallelamente, infatti – fa notare la Marcianò nelle sue 100 pagine di programma – risulta inopportuno pensare all’invio dei rifiuti fuori Regione che comporterebbe un notevole aggravio della tariffa. Andrebbe dunque  proposta la realizzazione di impianti di compostaggio mobili nell’ottica della ottimizzazione del ciclo integrato dei rifiuti fino alla completa realizzazione degli impianti pubblici di valorizzazione dei rifiuti. L’Ato metropolitano, definito il piano d’ambito, dovrà contestualmente avviare un’ azione di concertazione con i comuni del territorio metropolitano per definire una gara pubblica avente come oggetto la gestione del servizio di raccolta dei rifiuti su tutto il territorio metropolitano nonché la riscossione della relativa tariffa previamente concertata da parte dei singoli Comuni dell’Ato medesimo».

«Questo – ha aggiunto – consentirà economie di scala con una riduzione del costo del servizio che grava interamente sui cittadini e la sicura partecipazione di imprese di rilievo nazionale con una diretta ricaduta sulla qualità del servizio».

«Naturalmente – ha concluso Angela Marcianò – devono essere garantiti i livelli occupazionali attuali degli operatori impegnati nell’esecuzione del servizio di raccolta».

Secondo le previsioni del Dipartimento Ambiente, infatti, una volta a regime, il futuro impianto necessiterà di un rilevante incremento di risorse umane e lavorative. (rrc)