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L'Anpi Condò: Digos intervenga per manifestazione "Reggio è morta"

REGGIO – L’Anpi Condò: Digos intervenga per manifestazione “Reggio è morta”

L’Anpi – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ha chiesto l’intervento della Digos in merito alla manifestazione Reggio è morta. Una iniziativa che «si era già palesata come iniziativa – si legge – fortemente politicizzata a destra; sia per Chi la stava promuovendo e pubblicizzando che per il profilo della stessa».

«Il corteo dei circa 200 partecipanti (a dispetto di fantasiose cronache) è stato aperto dai militanti di Nfp (sigla-acronimo di PNF: Partito Nazionale Fascista); ovvero dai referenti di quel movimento neo-fascista cittadino che continua, da anni, a praticare inequivocabilmente “apologia di fascismo” in modo scandalosamente impunito».

«Non solo loro (che non nascondono minimamente il loro credo anticostituzionale, reazionario ed illegale) – si legge – ma anche “Il Popolo di Archi” con il suo referente Luciano Surace (già candidato con il cdx alle ultime elezioni comunali) che, come gli aderenti di Nfp, si professa apertamente fascista e mussoliniano propagandando a più livelli e contro ogni legge l’ideologia fascista; in ogni sede ed in ogni dove; addirittura stampando e divulgando illegalmente “giornali di quartiere” a supporto della figura del Duce».

«Lo stesso Surace, durante la manifestazione – scrive l’Anpi Condò – si fa e divulga sui suoi canali social un selfie con la vergognosa didascalia “La Marcia su Reggio. Siamo passati e passeremo” (con tanto di emoticon con la mano del saluto romano). Questa è solo l’ultima delle sue eclatanti ed inaccettabili espressioni a sostegno delle idee fasciste; le ha palesate anche all’interno di altre manifestazioni pubbliche passate sempre organizzate da movimenti di destra e le palesa con dichiarazioni razziste, omofobiche o contro i movimenti femministi e per i diritti LGBT».

«Sia il Surace che NFP – prosegue la nota – sono stati più volte segnalati (anche in Prefettura) ma, ancora, inspiegabilmente senza sostanziali e concreti provvedimenti. La democrazia è una conquista frutto della Resistenza e della Liberazione dal nazi-fascismo; il nostro Paese, sopravvissuto a quei crimini, si è dato una delle Costituzioni più avanzate e progressiste del mondo in termini, soprattutto, di diritti e garanzie delle libertà individuali e collettive».

«Chi rinnega la nostra carta Costituzionale – viene evidenziato – rifacendosi a idee di un Regime dittatoriale, dichiarate criminali ed illegali, va perseguito come previsto per legge. Non sono affatto “bravate” e non è folklore; non lo è se gruppi organizzati, in città, si radunano e programmano iniziative pubbliche ed attività politiche di divulgazione e promozione dell’ideologia fascista».

«Non entriamo in merito ai contenuti ed alle tematiche della protesta – si legge –; proprio perché siamo per la libera e democratica espressione del dissenso e contro ogni forma di repressione di esso purché si stia, per l’appunto, dentro i princìpi costituzionali. Abbiamo il dovere, tuttavia, di rappresentare presso ogni sede ed ogni organo preposto lo scenario cittadino di un’estrema destra che vorrebbe tingere di nero ogni orizzonte colorato, plurale e rispettoso delle specificità politico-culturali».

«I nostalgici del Duce – ha ribadito Anpi Condò – non possono e non devono trovare alcuna agibilità politica; non possono e non devono operare in barba ai valori assoluti ed inalienabili della libertà e della giustizia sociale senza che ne paghino le conseguenze previste dalla legge».

«Vogliamo ricordare che la legge 20 giugno 1952, n. 645, recante “norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale, comma primo, della Costituzione” (c.d. legge Scelba) – si legge – ha vietato la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista e previsto i reati di apologia di fascismo, di istigazione e reiterazione delle pratiche tipiche e proprie del partito e del regime. Costituisce in particolare apologia del fascismo (art. 4) la propaganda per la costituzione di una associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità proprie del partito fascista; la pena prevista è la reclusione da 6 mesi a 2 anni e la multa da euro 206 a euro 516».

«La stessa pena – viene ricordato – è inflitta a chi pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche. Aggravanti sono previste: se il fatto riguarda idee o metodi razzisti (reclusione da 1 a 3 anni e multa da euro 516 a euro 1.032) o se alcuno dei fatti che costituiscono apologia sono commessi col mezzo della stampa (reclusione da 2 a 5 anni e multa da euro 516 a euro 2.065). Analogamente, la legge n. 645 punisce le manifestazioni fasciste (art. 5) cioè il reato di chi, partecipando a pubbliche riunioni, compie manifestazioni usuali del disciolto partito fascista ovvero di organizzazioni naziste; la pena è quella della reclusione fino a tre anni e la multa da euro 206 a euro 516. Sia per l’apologia che per le manifestazioni fasciste è prevista, in sede di condanna, la pena accessoria dell’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici, dall’elettorato attivo e passivo e da ogni altro diritto politico».

«Chiediamo interventi immediati ed improcrastinabili – conclude la nota – da parte della Digos e, ripetiamo, di ogni altro soggetto preposto. Come Anpi non arretreremo di un passo e, qualora non verranno adottate le dovute misure, rappresenteremo la stessa istanza a livello nazionale per il riconosciuto ruolo che svolgiamo anche a livello istituzionale». (rrc)