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REGGIO - Venerdì l'iniziativa pubblica su "Strage di Reggio del 6 maggio 1943"

REGGIO – Venerdì l’iniziativa pubblica su “Strage di Reggio del 6 maggio 1943”

Venerdì 6 aprile, a Reggio, alle 16.30, nella Sala Biblioteca “Gilda Trisolini” di Palazzo Alvaro, l’Associazione venticinqueaprile, in sinergia con la Città Metropolitana ed il Comune di Reggio Calabria, ha programmato una pubblica iniziativa su La Strage di Reggio Calabria del 6 maggio 1943.

Parteciperanno Carmelo Versace, Sindaco f.f. della Città Metropolitana di Reggio Calabria, e Paolo Brunetti, Sindaco f.f. del Comune di Reggio Calabria.

Relazionerà il Preside Agazio Trombetta, Storico, autore del libro Reggio, ricordi? 1940-1944. Interverranno: Franco Arillotta, Storico, Domenico Ficarra, docente di Storia, Domenico Minuto, Preside, e Sandro Vitale, del Comitato Promotore di venticinqueaprile AMPA. Coordinerà Stefano Perri, dell’Ufficio Stampa della Città Metropolitana.

Il 6 maggio 1943 gli aerei delle forze armate alleate contro il nazifascismo effettuarono numerosi voli sui cieli di Reggio Calabria, sganciando tonnellate di micidiali bombe che causarono morte e distruzione in tutta la città, in particolare nei quartieri a nord (Santa Caterina e Tremulini) prossimi al porto.

 I tragici fatti del maggio del 1943 (così come tutte le tragedie e gli orrori di quegli anni) furono determinati dalla guerra scatenata prima dal dittatore nazista, Hitler, e successivamente dal dittatore fascista, Mussolini, uniti insieme da un disegno criminale e folle di dominio del mondo.

Molti sono ancora i cittadini reggini che hanno memoria di quel tragico giorno, che non solo determinò lutti e distruzioni ma spinse molti a fuggire lontano dalla guerra e dalla città pesantemente colpita. Molti furono i cittadini reggini che, nella speranza di scampare ai bombardamenti, fuggirono verso l’entroterra o verso città e regioni lontane dal teatro del conflitto che in quei giorni si svolgeva nel Meridione; tra gli “sfollati”, l’associazione venticinqueaprile ricorda, tra le altre, le famiglie Chiantella, Condò e Piazza che trovarono ospitalità presso amici e parenti, rispettivamente in Friuli, Piemonte e Veneto.

Numerosi furono tra gli sfollati meridionali i giovani (alcuni giovanissimi, come Ruggero ed Anna Condò, Aldo Chiantella e Giuseppe Piazza) che al Centro-Nord decisero di unirsi alle formazioni partigiane che si battevano contro la dittatura e la sua guerra. (rrc)