GUERRIGLIA INTERNA NEL MOVIMENTO E IL CANDIDATO FRANCESCO AIELLO NON PIACE ATUTTI;
Paolo Parentela

Regionali, la solitudine dei “grillini” calabresi. Umiliati e scontenti, ma graziati da Rousseau

di SANTO STRATI – Dopo l’umiliazione del ricorso alla piattaforma Rousseau (che però li ha graziati), i pentastellati di Calabria sono sempre più scontenti e continuano in una sorta di guerriglia fratricida, con svariati mal di pancia per presentare il candidato (il prof. Francesco Aiello, che non piace a tutti) e predisporre le liste entro il 27 dicembre. La preoccupazione è la percentuale di voti che si preannuncia estremamente bassa (alle comunali Lamezia sono arrivati appena al 4%) e la sensazione più diffusa è una clamorosa batosta che darebbe il colpo di grazia al Movimento e al lavoro di questi anni sul territorio.

La scelta di Luigi Di Maio di affidare alla base il dilemma se saltare il turno non è stata felice: i calabresi si sono sentiti umiliati e mortificati dalla mancanza di attenzione nei loro confronti da parte del Capo politico. Le dimissioni immediate del deputato Paolo Parentela (rientrate dopo il responso di Rousseau) da coordinatore delle elezioni sono state il segnale più evidente dello sconforto che alberga tra i cinquestelle calabresi. Parentela è di nuovo in pista, dopo aver fatto proclami su candidature di prestigio (prima che si avesse la risposta di Rousseau) tenendo il segreto di Pulcinella sul candidato prescelto (Aiello) e annunciando una lista (senza nomi) di grandi figure a rappresentare il Movimento. La verità è che i parlamentari grillini si mostrano più litigiosi dei democratici in queste elezioni che passeranno come le più divisive della storia calabrese e non riescono a trovare la cosiddetta quadra che garantisca almeno una pur minima rappresentanza in Consiglio regionale e, allo stesso tempo, recuperi visibilità su un territorio praticamente dimenticato da Di Maio e dalla dirigenza M5S. Quanto interessa al Di Maio la Calabria? Poco o niente, si desume, visto l’atteggiamento più confuso del solito a proposito di elezioni regionali.

Il risultato della piattaforma Rousseau, fin troppo modesto nella partecipazione, non va considerato come una bocciatura contro Di Maio che appariva più che mai convinto della necessità di saltare un giro per Emilia e Calabria e «rifondare» il Movimento, ma è un chiaro segnale dello scontento che serpeggia nel popolo pentastellato: la scelta di andare alle urne espressa da 19.248 su 27.273 partecipanti – erano 125.018 aventi diritto al voto – ha “graziato” i calabresi, ma non ha calmato le acque sempre più agitate, mostrando chiaramente – come ha riconosciuto Di Maio – «il momento di difficoltà del Movimento». Il sospetto che la piattaforma Rousseau voglia disarcionare il Capo politico è comunque legittimo: Grillo e Casaleggio non hanno il sostituto ideale (Alessandro Di Battista è mal digerito da molti grillini) e devono tentare di tappare le falle che si stanno aprendo in tutt’Italia. L’intesa governativa coi i dem si sta rivelando ogni giorno più difficile da gestire, soprattutto in termini di consenso (da ogni parte) e l’idea che il Governo non veda passare le prime rondini si fa sempre più strada.

Torniamo, però, alla situazione in Calabria. Se si guardano le dichiarazioni di Parentela a partire da prima di Rousseau e dopo l’incontro con Di Maio non si può fare a meno di notare la navigazione a vista e la difficoltà di riuscire ad aggregare il territorio, a partire dai parlamentari eletti in Calabria. Sabato 16 novembre Parentela aveva dichiarato (prima dell’incontro con Di Maio) che «Il Movimento 5 Stelle sta lavorando per le Regionali della Calabria a partire dal programma, dal confronto interno e dal coinvolgimento di quella società civile che non teme di mettersi in gioco e che vuole sostenere il cambiamento concreto» sottolineando che «le nostre regole e i nostri princìpi non consentono, come ribadito a chiare lettere dal capo politico Luigi Di Maio, la candidatura di eletti con il Movimento 5 Stelle che siano in carica, che invito a spendere le loro energie per il bene della comunità calabrese, la nostra sola priorità, specie in questa fase di confusione e rimescolamento che interessa i vecchi partiti e non ci riguarda affatto». Era un nuovo, ulteriore affondo contro le posizioni di Dalila Nesci che, con grande azzardo personale insisteva a giocarsi il sicuro scranno della Camera e mettere a disposizione la propria candidatura.  Lunedì, Parentela (prima del voto su Rousseau) aveva detto di continuare a concentrarsi «sul programma elettorale e a dialogare ogni giorno con le tante espressioni della Calabria che vuole voltare pagina» per poi dimettersi da coordinatore delle elezioni in polemica con Di Maio: «Non c’è alcun nesso tra l’annunciata riorganizzazione del Movimento 5 Stelle, l’ennesima da circa un anno, e la scelta di chiedere agli iscritti di ogni parte d’Italia se partecipare o meno alle imminenti Regionali della Calabria e dell’Emilia».

«I vertici del Movimento 5 Stelle – ha accusato Parentela  giovedì 21 – scelgono di non scegliere, deludono le migliaia di attivisti calabresi che con sacrifici e rischi hanno sempre lavorato sul territorio, ignorano il percorso che abbiamo già avviato e scaricano su tutti gli iscritti la responsabilità di una scelta inquadrata in termini profondamente sbagliati. Gli stessi vertici hanno messo in gioco, cioè, il futuro del Movimento piuttosto che quello dei cittadini della Calabria e dell’Emilia Romagna, ai quali essi dovranno spiegare il perché della rinuncia a presentarci alle rispettive Regionali, nel caso in cui dovesse prevalere questo orientamento, legittimato da una consultazione democratica incomprensibilmente estesa a tanti che, vivendo altrove, non hanno le informazioni e gli strumenti valutativi per pronunciarsi con piena coscienza». Dimissioni ritirate subito dopo il responso di Rousseau: «Con il 70,6% dei 19.248 votanti, ha vinto la linea della partecipazione del Movimento 5 Stelle alle Regionali della Calabria e dell’Emilia Romagna. Ciò significa che il quadro delle emergenze che noi parlamentari dei rispettivi territori abbiamo riassunto nelle ultime ore ha concorso a convincere la base ad affrontare la sfida elettorale del prossimo 26 gennaio» e su richiesta di Di Maio e dei rappresentanti locali «ritiro le dimissioni perché credo che sia giusto e doveroso presentarci uniti, compatti e determinati a recuperare il tempo perso».

Ecco, il tempo. È l’elemento che maggiormente rema contro qualsiasi disegno abbia in mente il deputato Parentela, che punta sul prof. Francesco Aiello a candidato governatore, spazzando ancora una volta le ambizioni (e la generosa, quanto suicida, disponibilità) della Nesci. La deputata di Tropea, con molto fair play ha dichiarato a Calabria.Live che «il voto su Rousseau ha confermato che non era lineare e sicura la volontà del Movimento di Luigi Di Maio di presentarsi in Calabria. Le mie attenzioni e il porre la questione calabrese da tempo hanno dato due frutti, perché adesso con quel voto schiacciante non ci sono più dubbi sulla presentazione della lista. I miei colleghi parlamentari, a maggioranza, hanno dato questa linea di indirizzo sul candidato civico, quindi non posso che adeguarmi alla scelta che è stata fatta. Ho spiegato i motivi per cui andava fatta una candidatura prettamente politica con un percorso strutturato, ma hanno deciso diversamente». È un ritiro ufficiale alla candidatura? Niente affatto. Parentela e Di Maio dovranno confermare la candidatura di Aiello, ma non possono non fare i conti col territorio, che mostra più di un mal di pancia nei confronti del professore cosentino. Apprezzato docente all’Unical, persona rispettabilissima, Francesco Aiello non ha voluto rilasciare, al momento, dichiarazioni a Calabria.Live, forse perché all’entusiasmo per la sua designazione si affianca una dovuta prudenza e una seria valutazione – da parte sua – sulle percentuali di voto su cui contare. Il tempo non gioca a suo favore e il territorio si sente sempre più abbandonato e si domanda: possibile che si debba ricorrere, per forza, a “esterni” per recuperare la (bella?) avventura del Movimento in Calabria? Lo sapremo nei prossimi giorni. (s)