CONVOCAZIONE IN CITTADELLA DI TUTTE LE CATEGORIE ISTITUZIONALI, POLITICHE, SOCIALI ED ECONOMICHE;
Nino Spirlì

REGIONE, STATI GENERALI SULLA PANDEMIA
NUOVE STRATEGIE, PROBABILE ZONA ROSSA

Un vertice aperto a tutte le categorie istituzionali, politiche, sociali ed economiche della regione per un ampio confronto con l’unità di crisi per l’emergenza. Una sorta di Stati generali dell’epidemia dove sarà necessario far emergere idee e soluzioni per contrastare la pandemia che non accenna a diminuire. Saranno presenti, oltre al commissario ad acta per la Sanità Guido Longo, i commissari delle aziende sanitarie e ospedaliere della regione; i dirigenti della Protezione civile regionale; il presidente e i capigruppo di maggioranza e opposizione del Consiglio regionale; i presidenti delle Camere di commercio; i rappresentanti sindacali (Cgil, Cisl, Uil e Ugl), di categoria (industria, commercio, artigianato, esercenti e consumatori) e di Anci; i delegati della Conferenza Episcopale Calabra.

Mentre si profila, nelle annunciate intenzioni del presidente ff Nino Spirlì di trasformare nuovamente in zona rossa la Calabria, continuano a sussistere gravi disagi alla somministrazione dei vaccini e non si riesce a dare una sterzata alla cattiva organizzazione che sta caratterizzando questa gestione della pandemia.

I punti vaccinali crescono, in attesa dell’arrivo delle nuove dosi, ma si segnalano ovunque lunghe attese, soprattutto per persone anziane e fragili che non sono in alcun modo più tollerabili. Da Roma giunge notizia che il ministro Speranza sta ipotizzando di assegnare alle farmacie il compito di somministrare il vaccino e una certa disponibilità risulta dichiarata dalla categoria, ma la faciloneria con cui si individuano punti di vaccinazione si scontra con la realtà che è necessario costituire, là dove c’è somministrazione del siero (indipendentemente dalla marca commerciale utilizzata) un presidio medico in grado di fronteggiare qualsiasi emergenza (tipo shock anafilattico) che dovesse verificarsi dopo l’iniezione del vaccino.

Di sicuro manca non solo i vaccini, ma anche il personale medico e sanitario in grado di poter offrire l’adeguata prestazione necessaria per la somministrazione del siero anti-covid. Anche il ricorso ai medici di base sembra incontrare una serie di difficoltà per la somministrazione in studio: nella stragrande maggioranza dei casi mancano gli spazi adeguati per garantire il distanziamento e la necessaria assistenza. Sarebbe, invece, molto utile la disponibilità dei medici di famiglia di prestare la propria opera presso i punti vaccinali attrezzati, dove servono sempre e comunque medici in grado di dare una mano, alternandosi ai colleghi ospedalieri impegnati nelle vaccinazioni. Questo significherebbe poter allungare i tempi di somministrazione e un ampliamento del numero dei vaccini iniettati ogni giorno, anche fuori degli orari convenzionali. Restano, invece, ancora fuori le strutture private che hanno dato piena disponibilità a somministrare il vaccino, in assoluta sicurezza igienico-sanitaria. Mentre la Regione Piemonte ha già sottoscritto l’accordo con oltre venti istituti privati per aumentare in maniera considerevole la disponibilità di punti vaccinali “sicuri”, in Calabria non sono state nemmeno prese in considerazione le proposte avanzate a titolo gratuito dai responsabili di istituti diagnostici e cliniche private.

Sulla necessità di non perdere più tempo, ieri è intervenuta la segreteria regionale della Uil Pensionati, guidata da Alfonso Cirasa: «ogni tentennamento da parte della politica regionale – si legge in una nota – potrebbe trasformarsi in un danno irreparabile per il già debole tessuto sociale calabrese, per la sanità regionale che registra grosse difficoltà nella tenuta delle strutture ospedaliere che, da un anno, hanno le terapie intensive sature e sono costrette a fare i conti con una carenza di posti letto e di personale medico e infermieristico utili per fronteggiare senza timori reverenziali un nemico subdolo e pericoloso. Il tempo è la variabile determinante, la variabile più importante, in questa delicata fase storica. E di tempo, sino ad oggi, in Calabria – una regione che ancora deve dotarsi di un suo piano vaccinale, dove vengono vaccinati amici e compari, dove gli anziani sono costretti ad estenuanti file all’addiaccio prima di vedersi riconosciuto il diritto al vaccino, se ne è perso davvero tanto, nel silenzio indifferente della politica più tesa a risolvere rebus elettorali che a dare risposta alle problematiche dei suoi concittadini».

Gli Stati generali di Germaneto si potranno seguire in diretta streaming e sulla pagina Facebook della Regione. Si inizierà alle 10, sperando di poter chiudere l’incontro con idee propositive e iniziative concordate che vadano incontro alle esigenze della popolazione, nel rispetto della prevenzione e del contrasto alla pandemia. La nuova chiusura in zona rossa equivale mettere ancor di più in ginocchio l’economia delle piccole attività, per le quali – diciamo la verità – i ristori promessi e in parte arrivati non bastano a garantire la sopravvivenza delle imprese. Allo stesso tempo, naturalmente, la priorità va data alla sicurezza dei cittadini e all’attività di prevenzione. I numeri – ufficiali – della Regione non indicano l’esigenza di trasformare l’attuale zona arancione in zona rossa, ma la decisione tocca ai vertici regionali. Ci si augura che l’incontro con le varie categorie istituzionali, imprenditoriali e sindacali possa offrire elementi per una serena valutazione delle iniziative che dovranno essere prese. Serve, decisamente, una diversa strategia sia per la prevenzione sia per la somministrazione del vaccino: le capacità, nel territorio, non mancano. (rrm)