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Saccomanno (Lega): A Cosenza ancora truffe col reddito di cittadinanza

Il commissario regionale della Lega, Giacomo Saccomanno, ha denunciato come «non è concepibile che, dopo tante truffe e miliardi persi, si continui a sostenere il reddito di cittadinanza da parte del movimento 5S. È di oggi (venerdì 22 dicembre, ndr) l’inchiesta della Guardia di Finanza di Cosenza che ha scoperto un giro di imbrogli che ha portato ad un’indagine che vede coinvolti circa 900 persone per aver incassato somme non dovute».

«E di queste ve ne sono a migliaia! – ha continuato –. Nel 2022 sono stati spesi per il Reddito e la pensione di cittadinanza 7,99 miliardi. È quanto emerge dagli Osservatori Inps sulla misura di contrasto alla povertà secondo i quali nell’anno hanno avuto accesso ad almeno una mensilità del sussidio 1.685.161 famiglie per 3.662.803 persone coinvolte e 551,11 euro medi di assegno. Il Sud e le Isole hanno avuto il maggior numero di famiglie coinvolte con 1.040.957 famiglie con almeno una mensilità (il 61% del totale di quelle con il sussidio) , 2.399.875 persone coinvolte (il 65,5% del totale) e 583,27 euro medi per l’assegno».

«Ebbene, sono numeri di rilievo e che, da una parte – ha proseguito Saccomanno – dimostrano i miliardi spesi senza però alcun ritorno effettivo in termini di crescita ed occupazione, dall’altra una situazione importante di povertà, specialmente al sud. La nuova misura adottata dal Governo è di rilevante importanza e cerca di creare un sistema virtuoso: le persone che hanno effettivo bisogno e non possono lavorare saranno assistite con un reddito riconosciuto. Quelle che, invece, possono lavorare, avranno un riconoscimento a tempo, e verranno, però, avviate al lavoro. Si tratta di una misura equilibrata, ma che, certamente, crea polemiche nelle persone che non hanno voglia di lavorare».

«Ma, come è ben noto – ha concluso – il bilancio dello Stato non consente la creazione di ulteriore debito. In questa direzione è necessario che vi sia la collaborazione di tutti affinché la misura possa radicarsi e dare quella assistenza che necessità per le famiglie in povertà. Naturalmente, ogni provvedimento è modificabile nel momento in cui non dovesse funzionare. Sicuramente, l’attuale strumento non consentirà ai più furbi di rubare risorse che, invece, devono essere utilizzate con parsimonia e molta attenzione e nell’interesse di tutti, specialmente delle fasce deboli». (rcz)