L'ANALISI DELL'ASSOCIAZIONE MEDICI DI FAMIGLIA DI CATANZARO DOPO LE PAROLE DEL SOTTOSEGRETARIO COSTA;
Sanità in Calabria

SANITÀ, IL GIGANTESCO DEFICIT DERIVATO
DA 12 ANNI DI INFELICE PIANO DI RIENTRO

di GIACINTO NANCIIl sottosegretario alla sanità Andrea Costa nei giorni scorsi durante una sua visita in Calabria ha affermato che “siamo sulla strada giusta per la fine del commissariamento della sanità calabrese”. Vuoi vedere che finalmente al governo hanno capito che il piano di rientro sanitario imposto alla Calabria nel lontano dicembre del 2009 è proprio la causa della disastrosa situazione della sanità calabrese?

Infatti del “percorso positivo che ha già dato dei risultati positivi” citato dal sottosegretario non vi è neanche l’ombra perché dopo 12 anni di piano di rientro sanitario il deficit annuale della sanità calabrese è raddoppiato e la spesa dei calabresi fuori regione è perfino triplicata raggiungendo la stratosferica cifra di 329 milioni di euro. Ripetiamo, forse al governo hanno capito che è stato proprio il piano di rientro a causare e ad incrementare il deficit sanitario e le spese dei calabresi fuori regione. Infatti a governare la sanità calabrese in questi 12 anni non sono stati i calabresi ma i ministeri dell’Economia e della Salute tramite i loro commissari che si sono succeduti, e negli ultimi 4 anni, come se ciò non bastasse, hanno commissariato tutte e cinque le Asp e i tre maggiori ospedali calabresi.

Finalmente hanno capito che se in 12 anni di commissariamento la situazione è fortemente peggiorata vuol dire che c’era e c’è qualche altro motivo a causare il deficit sanitario calabrese che non l’incapacità dei calabresi ad amministrare la salute. E il motivo c’è ed è dovuto al fatto che la Calabria, dove ci sono molti più malati cronici, è la regione che da oltre 20 anni ha ricevuto meno fondi sanitari delle altre regioni, ad esempio nell’ultimo riparto dei fondi tra la regione Emilia Romagna che ha ricevuto più fondi pro capite e la Calabria che è quella che ne ha avuti di meno in assoluto ci sono ben 400,5 euro pro capite di differenza e se la Calabria avesse ricevuto 400,5 euro pro capite in più per i suoi 1.947.000 di abitanti avremmo avuto ben 779 milioni di euro in più.

E questa ingiustizia è ancora più grave considerando che in Calabria ci sono ben 287.000 malati cronici in più rispetto ad altri circa due milioni di altri italiani, dato certificato dai ministeri dell’Economia e da quello della Salute che hanno vidimato il DCA n103 del 30/09/2015 del commissario Scura che quantificava questi malati cronici in più con tanto di specifiche tabelle. Adesso siamo tutti contenti perché arrivano in Calabria per la sanità i 350 milioni del Pnrr, ma viste le cifre appena esposte quanti “PNNR” da 20 anni ogni anno sono stati sottratti alla Calabria?.

Infatti nel 2017 la Conferenza stato Regioni ha fatto una parzialissima modifica (per come dichiarato dal suo presidente Bonaccini) al criterio di riparto dei fondi sanitari alle regioni considerando non solo l’età ma anche la presenza delle patologie nelle varie regioni. Il risultato è stato che alla Calabria sono spettati 29 milioni di euro in più e quasi mezzo miliardo in più a tutto il sud. Se la modifica fosse stata completa i 29 milioni si sarebbero potuti moltiplicare almeno per 4, ovviamente la modifica non è stata ne ampliata ne ripetuta e la Calabria è tornata ad essere la regione con meno fondi pro capite in assoluto. Una promessa del genere l’aveva fatta nientemeno che il ministro della salute Fazio in un solenne comizio a Napoli il primo di Aprile del 2011 (sì già nel lontano 2011) dove aveva detto: “Entro due anni potremo ripartire i fondi in base alla prevalenza delle malattie e non più rispetto al parametro dell’età…”.

Il ministro è passato e il vecchio criterio che ha penalizzato e penalizza le regioni come la Calabria è rimasto. E quando al danno si aggiunge altro danno dobbiamo ricordare che in applicazione del piano di rientro noi calabresi da 12 anni ogni anno paghiamo oltre 100 milioni di euro di tasse e accise in più per ripianare il presunto deficit. E quando al danno si aggiunge anche la beffa noi calabresi siamo condannati a restituire 950 milioni in trenta anni per un prestito di 422 milioni che il governo ci ha fatto all’inizio del piano di rientro con un tasso di interesse del 4,89% che è molto vicino al tasso usuraio che è del 6.03%, mentre quello corretto per questo tipo prestito è dell’1%.

Infine sig. sottosegretario Andrea Costa è un bene la fine del piano di rientro sanitario ma se non viene modificato il criterio di riparto dei fondi sanitari alle regioni che ha penalizzato da oltre 20 anni la Calabria saremo come prima, anzi peggio, perché dopo 12 anni di tagli del piano di rientro che hanno significato chiusura di ospedali, blocco del turn over, aumento di viaggi della speranza fuori regione, allungamento delle liste di attesa, aumento dei ticket che hanno causato come dato conclusivo il fatto che i Calabria a parità di patologia si muore prima che nel resto d’Italia. Ripetiamo non basta la fine del piano di rientro ma il corretto finanziamento della salute, più fondi dove ci sono più malati e non il contrario come è stato da oltre 20 anni a questa parte. (gn)