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Sant'Anna Hospital

Sapia (Alt. c’è) scrive a Occhiuto e a Longo: Serve tavolo istituzionali per salvare il Sant’Anna Hospital di Catanzaro

«Vi chiedo di promuovere un Tavolo istituzionale per affrontare insieme il problema del futuro del Sant’Anna Hospital». È l’appello fatto dal deputato di L’Alternativa c’èFrancesco Sapia, al neo presidente della Regione, Roberto Occhiuto e al commissario ad acta, Guido Longo.

«Il Sant’Anna Hospital di Catanzaro sta chiudendo per mancanza di soldi – ha spiegato il deputato –. La struttura vanta crediti dall’Asp di Catanzaro, che verso la clinica ha già mostrato un atteggiamento in sostanza penalizzante, tra l’altro confermato da pronunciamenti contrari all’azienda sanitaria da parte del Tar della Calabria».

«Nei mesi scorsi e molto di recente – ha aggiunto – ho posto l’attenzione sull’urgenza di salvaguardare le attività del Sant’Anna, ma non mi pare che sul piano politico e istituzionale ci sia stata l’attenzione che il caso meritava. Né mi sembra che ad oggi vi siano elementi che ci autorizzino ad esprimerci in altro senso».

«Finora – ha proseguito – l’autonoma vicenda penale che riguarda la clinica è stata utilizzata come elemento ostativo all’effettiva prosecuzione della convenzione in corso tra il privato e il pubblico. Esiste un contratto, sottoscritto e valido, tra il Sant’Anna e l’Asp di Catanzaro. E vi sono dati che indicano, al di là di ogni opinione individuale, quanto questa clinica sia stata utile al Servizio sanitario regionale, in termini di risposte fornite ai pazienti, di buone cure e di alleggerimento dell’emigrazione sanitaria verso il Nord».

«Ho già esternato la mia preoccupazione per il silenzio e l’immobilismo generali – ha spiegato ancora – che si sono registrati a proposito delle sorti del Sant’Anna. Non intendo affatto polemizzare, tuttavia. Credo che sia giunto il momento dei fatti. In proposito auspico, allora, immediata collaborazione tra i vari livelli di responsabilità pubblica. Per questo mi rivolgo in primo luogo a voi, affinché nel merito assumiate in tempi rapidi specifiche iniziative istituzionali».

«Non possiamo perdere questa struttura – ha concluso – in cui lavorano professionisti, padri e madri di famiglia, persone che hanno il diritto di andare avanti e di non finire in stato di disoccupazione. Peraltro, non ho ancora capito come saranno curati i malati di cuore, nell’ipotesi in cui il Sant’Anna dovesse cessare l’attività, epilogo che dobbiamo scongiurare in ogni modo». (rrm)