Aree rurali, per 9 Comuni calabresi 820 mila euro

I Comuni di Simeri Crichi, Acquappesa, Bisignano, Castrolibero, Montalto Uffugo, Montegiordano, Nocara, Oriolo, Zambrone, sono beneficiari di circa 820.000 euro, per effetto dello scorrimento della graduatoria della misura 7.4.1 del Psr, annualità 2018, relativa ad investimenti per l’introduzione, il miglioramento o l’espansione di servizi di base a livello locale.

La decisione è formalizzata in un decreto del dipartimento Agricoltura, disponibile sul sito www.calabriapsr.it, con il quale si da atto anche dell’avvenuto reperimento – attraverso economie di spesa e l’erogazione di ulteriori risorse – dei fondi necessari a consentire la concretizzazione di progetti giudicati ammissibili ma non finanziabili all’atto della pubblicazione (nel luglio 2020) della graduatoria con la quale si disponeva la spesa di 6.235.499,81 euro in favore di altri 80 Comuni.

«In questi mesi – ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo – gli uffici si sono adoperati per ricercare le somme utili a garantire l’estensione dei benefici di una misura fondamentale per contenere il grado di isolamento di comunità insediate in zone che, più di altre, sono penalizzate da carenze infrastrutturali e di collegamenti, con negative ripercussioni sulla gamma e qualità dei servizi essenziali e conseguente, progressivo spopolamento».

Da qui la scelta di sostenere interventi finalizzati al miglioramento della qualità di vita, mediante azioni concernenti l’uso di mezzi alternativi di sistemi di trasporto pubblico, l’invecchiamento attivo ed i servizi alla persona (comprese le attività culturali e ricreative), attraverso forme innovative e sostenibili.

Nello specifico, i Comuni beneficiari potranno dare il via a investimenti per la fornitura di nuovi servizi idonei a dare risposta a fabbisogni emergenti, come pure all’adeguamento funzionale di beni immobili di proprietà pubblica; all’acquisto di attrezzature e strumentazioni, nonché di hardware e di programmi informatici, connessi ai contenuti dell’investimento, oltre che di mezzi per la mobilità. (rcz)

LE AREE RURALI DEL REVENTINO-SAVUTO
UN MODELLO PER LA CRESCITA DEI BORGHI

Un recente saggio di Pierluigi Grandinetti e Roberto Grandinetti pubblicato su Regional Economy espone i principali risultati emersi da una ricerca finalizzata alla predisposizione di strategie e azioni finalizzate alla valorizzazione sostenibile di borghi rurali di elevato valore storico, culturale e ambientale. Si tratta di un patrimonio diffuso in tutta la penisola italiana, formato da mille borghi ciascuno contraddistinto da una sua specifica identità a forte valenza rurale.

Tra i territori rurali della penisola calabra, un caso di particolare interesse è rappresentato dall’area del Reventino-Savuto: un anfiteatro naturale che si affaccia sul mar Tirreno, costituito dall’intorno del fiume Savuto e dalle pendici del monte Reventino. Questo territorio a partire dal 2016 è stato oggetto di una ricerca multidisciplinare dell’Università Iuav di Venezia sul tema “Architetture e paesaggi rurali”.

Attraverso la ricerca è stato possibile costruire un metodo di lavoro, basato sulla conoscenza del borgo per coglierne l’identità e proporne il recupero in chiave sostenibile. Le conoscenze acquisite hanno consentito di individuare specifiche azioni prioritarie: il coinvolgimento di attività imprenditoriali disponibili a insediarsi nel borgo (ad esempio, nel caso del borgo di Cleto, la produzione e commercializzazione dell’olio d’oliva); la costruzione progressiva di un circuito di fruizione turistica integrata del borgo e del suo intorno, che coinvolga i luoghi e le architetture più significative, e le attività di interesse; l’individuazione di linee-guida per il restauro e riuso delle unità edilizie storiche, con il recupero dei modi tradizionali d’intervento e l’utilizzazione di maestranze locali.

Si tratta di una strategia di sviluppo locale concepita come un “percorso di marketing territoriale”, con l’obiettivo di sviluppare – prima ancora della comunicazione esterna – quella interna, tra gli attori della strategia pubblici e privati (aziende agricole, agriturismi, associazioni locali, ecc.), per individuare soluzioni condivise a fronte delle problematiche incontrate. Nonostante la consapevolezza tra gli attori locali che la cooperazione tra loro risulta necessaria per ottenere risultati utili e duraturi da progetti di questo tipo, il passaggio a comportamenti coerenti rimane ancora incompleto.

Il lavoro realizzato può costituire un’esperienza che contribuisce a rendere realistico l’imperativo di far uscire la Calabria dalla logica dell’assistenzialismo, andando nella direzione della consapevolezza delle proprie risorse e del loro impiego in un’ottica di sviluppo appropriato e sostenibile, fondamentale in regioni ove lo sviluppo ha seguito modelli importati, conseguendo risultati fallimentari. (oc)

[courtesy opencalabria]


La versione integrale del saggio è consultabile da questo link: “I borghi della Calabria: una risorsa per lo sviluppo” di Pierluigi Grandinetti and Roberto Grandinetti