Riprende in Calabria la sfida dell’innovazione
I giovani delle tre Università si mettono in gioco

di SANTO STRATI – La Calabria è innovazione, ma non a parole o nei propositi: c’è l’impegno a fare rete dei tre atenei della regione per valorizzare competenze e capacità dei giovani. Studenti, laureati o ricercatori: chiunque abbia qualche idea, da solo o in team, nei settori chiave dell’innovazione tecnologica si faccia avanti, c’è la dodicesima edizione della Start Cup, una singolare quanto esemplare competizione che mette a confronto le idee. La trasformazione di un’idea da progetto a impresa segue degli step ben precisi: prima occorre individuare il progetto, quindi vanno formate le risorse umane che devono apprendere cosa significare fare impresa, infine bisogna individuare i fondi necessari per l’avvio. Un percorso che le tre università calabresi, l’Unical di Cosenza, la Mediterranea di Reggio e la Magna Graecia di Catanzaro, hanno mostrato di essere in grado di proporre e seguire per valorizzare il patrimonio umano dei nostri ragazzi: a questo serve la competizione che selezionerà dodici idee potenzialmente trasformabili in startup innovative tra cui pescare quelle tre che riceveranno anche l’assistenza finanziaria della Regione, con il coinvolgimento della Fincalabra.

Santo Marcello Zimbone, Rettore dell'Università Mediterranea di Reggio

Questo magnifico progetto di creazione d’impresa per una sfida d’innovazione che parte dalla Calabria è stato presentato, con evidente orgoglio e soddisfazione, in teleconferenza dai tre rettori, Santo Marcello Zimbone della Mediterranea, Nicola Leone dell’Università della Calabria e Giovambattista De Sarro della Magna Graecia, moderati da Alba Battista, con la partecipazione del responsabile del progetto della Mediterranea Claudio De Capua. Alla conferenza stampa di presentazione della XII Start Cup ha preso parte  anche il presidente della Fincalabra Carmelo Salvino il quale ha sottolineato il pieno coinvolgimento nell’iniziativa e nelle altre che mettono in evidenza la capacità di innovazione della Regione. La Start Cup – ha detto Salvino – è anche la testimonianza di un modello della collaborazione tra la filiera istituzionale e l’università che sta dando i suoi frutti.

Nicola Leone, Rettore di Unical

Il rettore Zimbone ha parlato di iniziativa consolidata: sono dodici anni che quest’appuntamento si rinnova, con 650 idee di impresa prese in esame, di cui il 5% sono diventate 30 realtà produttive con 6 milioni di investimenti. Zimbone ha sottolineato che questi mesi hanno messo in evidenza le tante opportunità che derivano da una situazione emergenziale: sono fiorite idee imprenditoriali, quasi tutte di carattere innovativo, che vanno a travalicare i confini nazionali per raggiungere il mondo. Nella globalità emerge la forza della Calabria che trova nella ricchezza di idee dei suoi giovani “innovatori” il vero traino per lo sviluppo possibile. È cambiato il modo di lavorare e si stanno aprendo porte a idee e progetti che sembravano impossibili, con la differenza che, nel dopo Covid, i margini di crescita sono aperti a chi fino ad oggi ha avuto minime possibilità. E l’Università deve svolgere a pieno il suo ruolo che non è più solo di formazione, ma anche di progettualità e di creazione di opportunità: il sistema universitario calabrese non si è mai fermato, in questi mesi di lockdown, perché ha ben chiaro il compito difficile ma non irraggiungibile di creare occasioni di crescita e sviluppo per i giovani.

È anche questo il modo di limitare – ha detto il rettore De Sarro – la fuga dei giovani cervelli che dopo la laurea non trovano sbocchi. «Abbiamo vissuto con entusiasmo questo campionato dei giovani ricercatori dello scorso anno grazie al prof. Gallelli che ha seguito alcuni studenti: ha vinto una giovane ricercatrice di Catanzaro – la cosa ci ha riempito di gioia – e credo che rappresenterà l’Italia sia a livello europeo che mondiale. Speriamo di poter offrire, Covid permettendo, tutta l’ospitalità che è tipica della nostra Università ma che è comune a tutti gli atenei calabresi. Lo stesso entusiasmo riversiamo in questa edizione che pur limitando gli incontri ravvicinati  si presenta già ai nastri di partenza con ottime prospettive di partecipazione di di interessanti proposte innovative. Il ruolo dell’Università – ha sottolineato il rettore De Sarro – travalica l’ idea di formazione tradizionale e i nuovi strumenti di comunicazione permettono di mantenere alto il livello didattico. Certo, nel caso delle materie scientifiche e, soprattutto della medicina, è fondamentale l’approccio personale per la formazione dei futuri medici o operatori sanitari, ma nonostante le limitazioni siamo riusciti e riusciamo ad convivere con l’emergenza.

Il rettore Leone, un’autorità mondiale nel campo dell’Intelligenza artificiale, ha ricordato che proprio all’inizio della Start Cup, dodici anni fa, ha seguito, da docente, un gruppo di giovani ricercatori, arrivati con successo alla meta. Occorre credere in queste iniziative e immaginare l’Università in una visione che la proietti come agente promotore di sviluppo. Da questa competizione sono nate aziende diventate oggi realtà importanti. L’obiettivo è quello di offrire chances a chi ha idee: i nostri giovani hanno mostrato di essere efficaci e apprezzati. I giovani calabresi sono creativi e competitivi, occorre perciò offrire loro l’assistenza necessaria e il training di formazione al modello di impresa cui ispirarsi.

Ai giovani ha lanciato un invito caloroso l’assessore regionale alla Ricerca Scientifica e l’Università, l’astrofisica Sandra Savaglio: «liberate la vostra energia, tirate fuori le idee, avete il mondo ai vostri piedi, senza non rinunciare a sognare. In fondo, il Covid ha aperto importanti opportunità per chi ha le capacità e le competenze per emergere. Dateci dentro, ragazzi!» – ha detto, come faceva abitualmente nelle sue lezioni nelle aule dell’Unical prima dell’incarico istituzionale.

Uno stimolo che si aggiunge alla voglia di realizzarsi e di trasformare i sogni in realtà. La capacità dei nostri ragazzi è testimoniata dalle migliaia di cervelli “rapiti” dalle grandi industrie del Nord, dell’Europa, del mondo. L’attrazione è stata troppo forte, a fronte del vuoto assoluto che una classe politica inetta ha presentato ai nostri laureati, ai ricercatori, agli specializzandi. Più volte su queste pagine abbiamo detto che qualcuno, prima poi, dovrà rispondere del futuro rubato ai nostri giovani, ma le cose stanno ora cambiando sul serio. La Regione ha preso a cuore il mondo dell’Università e della ricerca scientifica, il capitale umano che questa terra è stata in grado di esprimere e continua a mettere sul mercato non va più disperso. Occorre offrire opportunità e occasioni di lavoro, formazione, specializzazione a casa propria, per poi mettere al servizio della propria collettività conoscenza, capacità, competenze.

La Rete dei tre atenei calabresi funziona egregiamente, lo hanno confermato i tre rettori rispondendo a calabria.live: il senso di soddisfazione del lavoro fin qui svolto e le risposte della Regione  hanno permesso una risposta ottimistica e piena di speranzose certezze. Gli investimenti ci sono, forse sarebbero utili più fondi per creare borse di studio – ha detto il rettore De Sarro citando i progetti dello scienziato farmacologo Pino Nisticò, già presidente della Regione Calabria, che immagina una Calabria-Silicon Valley in grado di competere a livello internazionale con le grandi università del mondo. Zimbone ha detto che occorre rivedere gli aspetti metodologici per condividere un successo collaudato. Tanto forte e soddisfacente da far dire all’assessore Savaglio che bisogna far arrivare i giovani in Calabria, non farli partire. Non è un’immagine romantica o di maniera: è una realtà di cui i calabresi sentono già di poter andare fieri. È un punto di partenza, importante e significativo, su cui innestare solide basi per la crescita e lo sviluppo. Lo chiedono le nuove generazioni e glielo dobbiamo. (s)

Nella foto di copertina del prof. Francesco Aiello, l’Unical desolatamente deserta, causa Covid.

IL VIDEO DELLA PRESENTAZIONE DELLA XII START CUP

Start Cup Calabria 2020

Posted by Start Cup Calabria on Friday, 5 June 2020

Approvato il bilancio, con qualche bagarre in Consiglio regionale

Una lunga seduta, portata avanti fino a tarda sera, per l’approvazione del bilancio con decine di emendamenti. Alla fine il documento 2020-2022 è stato approvato a maggioranza.

«La maggioranza ci ha presentato un bilancio e un Documento economico e finanziario senz’anima, senza coraggio e senza alcun indirizzo politico – ha detto il consigliere Domenico Bevacqua (Pd)  –. Un bilancio che, per la prima volta, oltre a non essere passato dal vaglio di una commissione consiliare, non ha visto nessuna interlocuzione preliminare con le forze sociali e imprenditoriali. Il risultato è sconfortante: solo tagli lineari, inferti  con criteri esclusivamente ragionieristici. Non c’è una sola riga di prospettiva sulla emergenza Covid.19: quasi che la Calabria fosse un’isola felice e non dovesse tenere conto, per quest’anno e per i prossimi, di un fattore che sta stravolgendo le agende pubbliche del mondo intero. Non sappiamo cosa questa maggioranza voglia fare su sanità, turismo, agricoltura, aree interne, tematiche sociali».

Sostiene Bevacqua: «Noi vogliamo una battaglia comune per la fine del commissariamento e l’abolizione del ‘Decreto Calabria’. Vogliamo una sanità pubblica e centralizzata – ha sottolineato –  con la partenza dei nuovi ospedali già finanziati e l’avvio di un modello organizzativo che guardi ai territori (Aggregazioni Funzionali Territoriali e Unità Complesse di Cure Primarie), unitamente a servizi di assistenza domiciliare integrati. Proponiamo, un Centro Unico di Spesa per le Asp territoriali e le Aziende ospedaliere, insieme alla riattivazione della Stazione unica Appaltante, ferma da un anno. Siamo preoccupati per il disinteresse della maggioranza per gli aspetti connessi al trasporto pubblico locale, così come per la salvaguardia e rivalutazione delle nostre aree interne”. Ancora il capogruppo del Pd: “La stessa Legge di Stabilità non fa altro che confermare quest’analisi: i reboanti annunci che l’assessore Talarico ha usato nel presentarla alla stampa, poggiano su friabile sabbia. I 200 milioni da anticipare agli enti del servizio sanitario regionale per pagare qualche debito, sono una possibilità offerta dalla normativa nazionale e non sono altro che ulteriori debiti che la Regione si accolla e che deve restituire entro dicembre. Anche la sospensione dei mutui già contratti dalla Regione, è già disposta dal ‘Decreto Cura Italia’ e noi proponiamo che una parte di queste somme sia destinata agli operatori sanitari in prima linea nell’emergenza Covid. Quello di cui avremmo dovuto parlare oggi sono i 2,8 miliardi di fondi europei disponibili. Avevamo chiesto una seduta ad hoc per discutere la rimodulazione e riprogrammazione di questi fondi, per destinarli ai danni provocati ai calabresi dall’emergenza Covid: una situazione socio-economica che sta diventando esplosiva”.  Ha concluso Bevacqua: “Le nostre proposte sono pubbliche. Ne riepilogo alcune:  integrazione dei redditi familiari più bassi; bonus per microimprese e lavoratori autonomi; contributo per le spese di locazione degli immobili commerciali; fondo speciale per il comparto del turismo; contributo finalizzato alle spese di alloggio per gli studenti fuori sede. Anche su questo siamo disponibili al più ampio confronto per realizzare un fronte comune, per evitare che neanche un euro di ciò che è destinato al Sud possa prendere altre strade. A noi interessano la concretezza e l’immediatezza: le imprese calabresi hanno bisogno del fuoco che vada ad alimentare le loro attività, non certo del fumo che nulla risolve. Perciò diciamo alla maggioranza: assumiamoci ognuno le nostre responsabilità, ma non presentateci scatole vuote”.

(rp)