CATANZARO – Fuori dal circolo della violenza con il progetto “Energia” gestito dalla Casa Rifugio “Mondo Rosa”

Si chiama Energia il progetto gestito dalla Casa Rifugio “Mondo Rosa” del Centro Calabrese di solidarietà di Catanzaro, partito nei mesi scorsi con l’obiettivo di accompagnare le donne ospiti della struttura e sostenerle nella fase di uscita dal circolo della violenza, accogliendole e proteggendole.

In sostanza il progetto vuole favorire quel percorso di empowerment che è alla base di una vita autonoma e libera dagli abusi. Il progetto è finanziato nell’ambito delle azioni del Dipartimento delle Pari Opportunità ai sensi dell’Avviso Pubblico pubblicato su Gazzetta Ufficiale n. 133 del novembre 2011 e ha ottenuto il contributo regionale ai sensi del DPCM del 24 luglio 2014.

Tra le attività svolte nell’ambito del progetto il sostegno sociale: questa attività si basa sull’affiancamento alle donne della Casa Rifugio nella ricerca, mappatura e condivisione di informazioni reperibili in rete e il successivo accompagnamento presso gli organismi competenti e specializzati nel settore socio-assistenziale (Regione, Comuni e Assessorati alle Politiche sociali, oltre che centro per l’impiego).

L’autonomia futura delle donne vittime di violenza è strettamente correlata alla propria collocazione lavorativa stabile: per questo motivo il progetto prevede anche un’attività continua di orientamento specialistico mediante percorsi si bilancio di competenze strutturati in incontri settimanali della durata di 45 minuti, per un totale di cinque incontri destinati a ciascuna beneficiaria. Il percorso ha l’obiettivo di realizzare un’indagine sulle competenze specifiche individuali delle utenti, valorizzandone le risorse personali e integrando le stesse con le opportunità presenti sul territorio.

Partito con un importante coinvolgimento anche il laboratorio di Yoga ma indirizzato ai più piccoli, con il metodo Gioia 4hids. L’arte di educare con Gioia è uno stile di vita nel quale l’educazione avviene nella sua interezza e lo sviluppo cognitivo dipendono l’uno dall’altro, senza essere considerati separati. E questo principio è confluito nel laboratorio di yoga con le pratiche rivolte ai più piccoli: pratiche che orientano i bambini alla consapevolezza di ciò che li fa stare bene. Lo scopo di questa attività, quindi, è quello di portarli a compiere una trasformazione interiore che permetta loro di affrontare al meglio le difficoltà quotidiane, che talvolta possono renderli tristi, insicuri, e molto agitati. La gioia è la risposta fisica alle forze solari: è l’energia, tutta in un progetto. (rcz)

CATANZARO – Al via il progetto “Diamoci una mano” della Casa Rifiugio “Mondo Rosa”

Ha preso il via Diamoci una mano, il progetto della Casa Rifugio Mondo Rosa del Centro Calabrese di Solidarietà destinato alle donne vittime di violenza.

Il progetto, dunque, si pone come obiettivo proprio questo ambizioso traguardo: attraverso un corso finalizzato a far apprendere come eseguire professionalmente una perfetta manicure estetica e pedicure è propedeutico anche all’apprendimento della tecnica del semipermanente, le donne che parteciperanno avranno gli strumenti per individuare un percorso lavorativo che le renda e indipendenti e sicure di sé. Il progetto è finanziato dalla Regione Calabria, grazie alla ripartizione delle risorse del “fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, DPCM 16.11.2021.

«Le mani sono un aspetto sempre più importante nella cura della persona, è un atto d’amore verso se stessi e gli altri.  Le mani sono sottoposte a tutte le aggressioni esterne: freddo, caldo, detersivi, lavori domestici, e sono le prime a mostrare segni di fatica. Per questo bisogna averne cura – spiega la referente del progetto, Katia Vitale –.  Il corso finalizzato a far apprendere come eseguire professionalmente una perfetta manicure estetica e pedicure è propedeutico anche all’apprendimento della tecnica del semipermanente».

«Le allieve riceveranno nozioni teoriche – ha proseguito – quali l’anatomia della mano e la fisiologia e patologie delle unghie, per poi passare alla parte pratica dove andranno a realizzare in modo professionale i trattamenti, partendo dal taglio e limatura dell’unghia fino all’applicazione dello smalto. Al termine del corso le allieve saranno in grado di realizzare la manicure idonea alla forma della mano e dell’unghia della cliente, rimuovere dove serve le antiestetiche cuticole ma soprattutto anche riconoscere eventuali patologie dell’unghia potendo così sapere se la cliente può essere trattata o se le si deve consigliare una visita medica specialistica».

Il progetto, che ha una durata di 12 mesi, quindi ha l’obiettivo specifico di favorire l’empowerment economico e sociale attraverso il rafforzamento delle competenze professionali, diminuendo così l’insicurezza personale e occupazionale e favorendone l’integrazione nella società civile delle beneficiarie svantaggiate.

Per finalizzare quest’obiettivo, verrà offerto alle beneficiarie un percorso di orientamento e bilancio delle competenze e un corso di formazione.

«L’esperienza maturata in questi anni di gestione della Casa Rifugio, ci permette di sostenere con forza la necessità di voler continuare ad investire in un progetto finalizzato a potenziare azioni di sostegno territoriale per garantire alle donne la fattiva possibilità di uscita dalla violenza – ha proseguito Vitale –. Il punto centrale del progetto è la competenza del personale impiegato nell’ ascoltare e raccogliere, nel lavoro con le donne che subiscono violenza e maltrattamenti, le difficoltà a nominare i propri vissuti, le disparità relazionali ricorrenti, le risposte ricevute dalle proprie reti informali e formali. Un momento cardine diviene il metodo centrato su un percorso individualizzato che parte dal dare credito al racconto della donna e dalla fiducia costruita nella relazione. Si tratta di offrire prestazioni trasformate in relazioni». (rcz)

CATANZARO – Domani l’evento “Stare al Centro”

Domani pomeriggio, alle 18.30, al Teatro Comunale di Catanzaro, è in programma Stare al centro, il secondo evento del settore Fundraising del Centro Calabrese di solidarietà organizzato per festeggiare i 37 anni di attività dell’associazione.

La manifestazione fa parte della campagna “Aiutaci ad Aiutare” di Fundraising finalizzata a dare sostegno a tutte le attività del Centro Calabrese di Solidarietà per raggiungere quanti più obiettivi di accoglienza e sostegno possibili.

Ogni anno un passo in avanti verso la costruzione di un legame solido e sincero con la città e, prima ancora, con le donne e gli uomini che hanno varcato la soglia delle strutture dell’associazione – Ente del Terzo settore che opera nel campo del disagio e dell’emarginazione giovanile, con particolare attenzione alla prevenzione, al recupero, e al reinserimento sociale di soggetti con problematiche di dipendenza patologica – per rimettersi in cammino, ritrovando se stessi. Il luogo delle seconde opportunità, quelle che si nutrono della fiducia e della speranza.

Un caleidoscopio di sentimenti che si proietterà sul palcoscenico del teatro nel centro del centro storico di Catanzaro, grazie ai racconti, alle storie, alle emozioni e all’entusiasmo di quanti – a partire dagli studenti e dalle studentesse di alcuni Istituti superiori del Capoluogo – hanno costruito assieme questo evento.

Sul palco, per la parte musicale anche Piero Dardano che riproporrà successi dei grandi cantautori italiani.

Protagonisti della serata anche l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, monsignor Claudio Maniago, e l’arcivescovo di Napoli monsignor Mimmo Battaglia, che del Centro è stato a lungo presidente (e di cui è presidente onorario).

«Possiamo fare dilagare il bene e chiediamo aiuto per farlo», ha avuto modo di sottolineare la presidente del Centro Calabrese di Solidarietà, Isolina Mantelli.  Basta infatti la cifra simbolica di 10 euro, tanto ammonta il costo del biglietto che è acquistabile sul sito del Teatro Comunale:www.ilcomunalecz.it. (rcz)

CATANZARO – Concluso il progetto “Libera di esserci” del Centro Calabrese di Solidarietà

Si è concluso, a Catanzaro, il progetto Libera di esserci del Centro Calabrese di Solidarietànell’ambito del Centro Antiviolenza – Casa rifugio “Mondo Rosa” e finalizzato al potenziamento dei servizi dedicati alle donne, ai minori e alla promozione della mission della Casa Rifugio.

L’obiettivo di “Libera di esserci”, quindi, è quello di dare continuità ai servizi della Casa Rifugio “Mondo Rosa”, contribuendo a potenziarli dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo.

Attualmente, “Mondo Rosa” – Centro antiviolenza e Casa rifugio – struttura la riabilitazione del bambino attraverso il recupero della relazione con la mamma. “Per questo viene considerato prioritario il lavoro di rielaborazione del trauma da parte della donna, la ricostruzione di una rappresentazione del sé protetta e il recupero dell’autostima rispetto al suo ruolo di madre”, spiegano le referenti di progetto.

Il complesso delle attività progettuali ha previsto un rafforzamento di attività e metodologie già in atto all’interno di “Mondo Rosa”, ma che necessitavano di essere ampliate: uno degli elementi qualitativi, infatti, ha riguardato la metodologia elaborata con l’obiettivo di far sperimentare l’auto-riflessione, affinare competenze e favorire la messa in discussione delle abitudini mentali e comportamentali. Un altro elemento qualitativo è il sistema di presa in carico del minore non solo in quanto figlio di una vittima di violenza: il progetto mirava, infatti, alla messa in primo piano dei suoi bisogni di persona. Vengono utilizzati strumenti ed interventi psico-sociali e pedagogici definiti dalle caratteristiche dei minori e della matrice della violenza subita, quali: spazio-gioco per attività ludico-educative quali lettura di racconti e favole, giochi di gruppo.

In questo modo è stato offerto ai bambini uno spazio sicuro nel quale poter sperimentare la propria volontà e si sentano incoraggiati a “comunicare” i propri stati d’animo, le proprie percezioni, il rapporto con il padre, la relazione di attaccamento con la madre. Queste attività possono rappresentare un valido sostegno all’elaborazione del trauma della violenza assistita, e si affiancano a quelle di sostegno scolastico e ripetizioni, oltre che di accompagnamento alle iniziative, educative, culturali e di socializzazione presenti sul territorio.

“Mondo Rosa”, insomma, oltre a garantire concreto sostegno ed accoglienza alle donne vittime di violenza ed ai loro figli, ricopre un importante funzione di “catalizzatore” sociale, capace di sensibilizzare la comunità, attraverso la propria attività quotidiana, sul tema della violenza di genere, mediante metodologie innovative di diffusione dei risultati. Obiettivi che passano anche da progetti come “Libera di esserci”. (rcz)

CATANZARO – Violenza sulle donne, concluso il progetto “Libellula” del Centro Calabrese di Solidarietà

Si è concluso, a Catanzaro, il progetto Libellula del Centro Calabrese di Solidarietà nella Casa Rifugio “Mondo Rosa”, con l’obiettivo di restituire dignità e consapevolezza di sé alle donne maltrattate e vittime di violenza e ai figli.

“Mondo Rosa” è un luogo sicuro dove le donne possono abitare in autonomia, continuando le proprie attività quotidiane, ripensare e riprogettare la propria vita, per riconquistare la propria autostima, spesso indebolita dal vissuto di violenza e porre le basi per una vita indipendente e autonoma.

Quello vissuto nell’ambito del progetto “Libellula” è stato un anno intenso, concluso lo scorso 31 marzo, che ha visto una serie di attività finalizzate a perseguire il rafforzamento dei servizi integrati di accoglienza, presa in carico, sostegno psicologico e orientamento lavorativo per donne vittime di violenza ospiti della Casa Rifugio, puntando a rimuovere tutti quegli ostacoli che si frappongono alla concreta possibilità di recupero dell’autonomia psicologica, sociale ed economica delle donne che terminano il percorso di fuoriuscita dalla violenza.

I servizi previsti dal Progetto, già offerti dalla struttura, sono stati suddivisi in due macro-aree: accoglienza e ospitalità in protezione ed emergenza a donne vittime di violenza con o senza figli minori (per un totale di 10 posti letto). Garantito anche il sostegno e l’accompagnamento ai minori  vittime di violenza assistita, mediante laboratori ludico-educativi e di sostegno scolastico per i minori vittima di violenza assistita. Durante la permanenza nella “Casa Rifugio” ai minori sono stati garantiti interventi di sostegno emotivo a lungo termine, cure mediche, collaborazione con le autorità scolastiche, con i servizi di tutela all’infanzia e sostegno alle madri per quanto concerne l’educazione dei figli.

Il cuore del progetto, quindi, è stato rappresentato da tutte quelle attività finalizzate a consentire una rapida emancipazione dalla spirale della violenza in cui sono stati inghiottiti i bambini e le bambine approdati nella Casa Rifugio con le mamme, utilizzando strumenti ed interventi psico-sociali e pedagogici definiti dalle caratteristiche dei minori e della matrice della violenza subita, quali: spazio-gioco per attività ludico-educative quali lettura di racconti e favole, giochi di gruppo. “Mondo Rosa” è diventato uno “spazio sicuro” nel quale poter sperimentare la propria volontà, dove sono stati incoraggiati a “comunicare” i loro stati d’animo, le loro paure, le loro percezioni: attività, queste, che hanno rappresentato un valido sostegno all’elaborazione del trauma della violenza assistita.

Il progetto “Libellula” ha rappresentato anche una fondamentale occasione per la mission della Casa Rifugio all’interno del territorio regionale. “Oltre a garantire concreto sostegno ed accoglienza alle donne vittime di violenza ed ai loro figli, “Mondo Rosa” ricopre un importante funzione di “catalizzatore” sociale, partecipando quotidianamente allo sviluppo di politiche integrate, di un team multidisciplinare e multiprofessionale, di un dibattito in merito alia fenomenologia della violenza in tutte le sue forme e conseguenze – spiegano le referenti del progetto -. E dunque importante “sfruttare” questo ruolo per sensibilizzare la comunità sul tema della violenza di genere, mediante metodologie innovative di diffusione dei risultati”.

Liberiamo la libellula, quindi, per sviluppare una coscienza collettiva per Costruire ed affermare una cultura contro la violenza perpetrata contro le donne. (rcz)

CATANZARO – Brunori Sas al Centro Calabrese di Solidarietà

Nei giorni scorsi, al Centro Calabrese di Solidarietà di Catanzaro si è svolto il concerto di Brunori Sas, accompagnato da Mirko Onofrio.

Un momento intenso e intimo nel corso del quale Dario Brunori, amatissimo cantautore e musicista calabrese, ha avuto modo di conoscere la realtà del Centro calabrese per come raccontata dalla presidente Isolina Mantelli e da Gianni Merando, componente del direttivo.

«La nostra è una realtà sospesa – ha spiegato la presidente – una comunità che si è ritagliata uno spazio tra una realtà brutta di partenza e il futuro di speranza che abbiamo davanti. Siamo in una terra di mezzo in cui raccogliamo e raccontiamo storie». Storie di cadute e sconfitte, di dolore e paura che in questo luogo diventato comunità dove gli errori si trasformano in opportunità che Brunori sa mettere in musica.

La musica parte, e la grande sala di Villa Emilia che diventa mensa, luogo di culto e spazio di convivialità diventa un prato verde per un concerto speciale: e si susseguono pezzi forti, importanti, conosciuti che sanno vibrare e toccare il profondo dell’animo di chi ascolta, con il proprio bagaglio di vissuto. Da “Le quattro volte”, fino ad “Al di là dell’amore” e “Canzoni intelligenti”, per passare “La vita liquida”, “Il mondo si divide” “La verità” fino a “Per due che come noi”, ed infine “Guardia ‘82”.

«Quando partecipo a questo tipo di incontri e ho modo di portare le mie canzoni, vado via con una bella pace nel cuore perché mi sembra di aver speso bene il mio tempo: non ho fatto “dono” ma ho proprio condiviso – ha spiegato Brunori –. In queste occasioni, quando canto del richiamo alla necessità di fare un bilancio, di essere duri con se stessi ma non con l’idea del disincanto per trovare un nuovo incanto e mi sembra che le parole e la musica assumano un significato ancora più intenso. Ho modo di verificare fino a che punto, in un certo sento, mi sento più onesto».

«Scrivo spesso del dolore e di come questo può diventare un motore – ha detto ancora parlando con gli ospiti e i volontari – questo è uno dei contesti più adatti, mi fa davvero piacere quando posso verificare che le mie parole sono in grado di restituire qualcosa».

Brunori sottolinea anche l’importanza del concetto di essere parte di una comunità.

«Il contesto in cui viviamo ci spinge ad essere individualisti. Gli ultimi accadimenti non ultima la pandemia ci stanno spingendo a stare tutti dentro casa, lontani fisicamente n questo momento sono molto interessato ad incontrare le persone in carne e ossa penso che quello dell’incontro sia quasi un atto politico».

Dario Brunori non si tira indietro: foto, abbracci, sorrisi per suggellare un incontro indimenticabile, addolcito anche dal laboratorio di pasticceria del Centro calabrese. Grazie alla passione e al talento dei ragazzi e delle ragazze formati nei mesi scorsi, infatti, il laboratorio ha preparato un buffet di dolci.

Al termine dell’incontro, a Dario Brunori e Mirko Onofrio hanno ricevuto la “Filosofia del Centro”. Ai due musicisti il ringraziamento sentito del Centro calabrese di Solidarietà. (rcz)

CATANZARO – Centro Calabrese di Solidarietà e Fondazione l’Albero della vita insieme contro povertà educativa

Nei giorni scorsi, a Catanzaro, si è svolto un incontro tra i rappresentanti del Centro Calabrese di Solidarietà e della Fondazione “L’Albero della Vita”.

All’incontro, svolto sede amministrativa del Centro Calabrese di Solidarietà di Catanzaro, hanno partecipato per la Fondazione “L’Albero della Vita”, il Direttore Generale Isabella Catapano Botero, Giulio Bonazza controller di gestione, Chiara Paratico responsabile Corporate, Manuela Viola coordinatrice programma “Varcare La Soglia”; per il Centro Calabrese di Solidarietà la Presidente Isolina Mantelli, Vittoria Scarpino Responsabile Amministrativo e di Qualità, Andrea Barbuto sociologo e project manager.

Un confronto ricco di spunti, funzionale alla descrizione, definizione e scambio delle buone prassi che le equipe psico-socio-pedagogiche implementano a favore di minori e giovani in condizioni di fragilità e/o a rischio di devianza primaria e secondaria. La Fondazione “L’Albero della Vita” è presente sul territorio di Catanzaro con il progetto “Varcare la Soglia” ospitato nei locali del Centro Sociale Aranceto la cui gestione è affidata al Centro Calabrese di Solidarietà. Altresì, considerato che la Fondazione è partner del Centro Calabrese di Solidarietà (Capofila) nei progetti “Famiglie al Centro” – finanziato dal POR Calabria Fesr/Fse 2014/2020  Azione 9.1.2. Programma Agenda Urbana e “V.E.L. vettori educativi per il lifelong learning” a valere sulle risorse del Pnrr Agenzia per la Coesione territoriale, l’equipe ha potuto monitorare gli aspetti progettuali e definire le linee guida.

Il sodalizio si è potenziato anche attraverso il lavoro di co-progettazione futura a valere sui bandi e sulle misure regionali e nazionali che prevedono azioni a favore dei minori e delle loro famiglie.

Ai rappresentanti della Fondazione “L’Albero della Vita”, dal Centro Calabrese di Solidarietà un ringraziamento non formale per la visita e il confronto che si sono rivelati ricchi di spunti e di prospettive per continuare lungo il cammino della proficua collaborazione. (rcz)

CATANZARO – Il progetto “Costruire Cultura e spazi di libertà” di Mondo Rosa

Si intitola Costruire Cultura e spazi di libertà il progetto del Centro Antiviolenza Mondo Rosa del Centro Calabrese di Solidarietà, finalizzato a potenziare azioni di sostegno territoriale per garantire alle donne vittime la fattiva possibilità di uscita dalla violenza.

Il punto centrale del progetto è la competenza del personale impiegato nell‘ascoltare e raccogliere la sofferenza delle donne che diventa “forza”: è il lavoro con le donne che subiscono violenza e maltrattamenti, che hanno difficoltà a nominare i propri vissuti.

E, soprattutto, particolare è il metodo utilizzato: si tratta di un percorso individualizzato che parte dal dare credito al racconto della donna e dalla fiducia costruita nella relazione.

«Si tratta di offrire prestazioni trasformate in relazioni – spiegano le referenti del progetto –. Ulteriore elemento che appare importante dal punto di vista qualitativo è il lavoro di rete per favorire le donne nei loro percorsi di uscita dalla violenza, nel riconoscimento dei loro diritti, nella capacità di valorizzare un processo di ampliamento delle proprie possibilità per aumentare la capacità di agire nel proprio contesto e di operare delle scelte».

«La propensione delle donne alla denuncia, in particolare nei confronti del padre dei propri figli, per quanto sia aumentata, è ancora lontana da raggiungere la meta di ridurre l‘incidenza negativa della violenza – spiegano ancora le responsabili del progetto –. A questa tendenza nazionale, si aggiunge la criticità del periodo che limita ulteriormente le agenzie educative all’intercettare i segnali di disagio ed agire di conseguenza. Resta il fatto che tutti questi elementi marcano l’importanza di un intervento globale, che miri a far emergere la violenza dentro e fuori le case, a sostenere donne e minori intrappolati in questo circolo vizioso, a favorire la sensibilizzazione della comunità verso questa piaga sociale, che tutt’ora risulta scarsa nel territorio calabrese».

Compito della Casa Rifugio è di accompagnare la donna e sostenerla nella fase di uscita dal circolo della violenza, accogliendola e proteggendola e favorendo quel percorso di empowerment che è alla base di una vita autonoma e libera dagli abusi, attraverso azioni di: consulenza psicologica, che mira a facilitare quei cambiamenti a livello cognitivo, emotivo e comportamentale; supporto alla donna nella riacquisizione della propria dignità personale, eliminando eventuali sensi di colpa e attivando la sua motivazione al cambiamento.

Fondamentale è il sostegno sociale, così come l’orientamento e il bilancio di competenze. L’autonomia futura delle donne vittime di violenza è strettamente correlata alla collocazione lavorativa stabile della stessa. Per questo motivo, il Progetto prevede un’attività continua di orientamento specialistico mediante percorsi di bilancio di competenze strutturati in incontri settimanali della durata di 45 minuti cadauno, per un totale di 5 incontri riservati a ciascuna beneficiaria. II percorso ha l’obiettivo di realizzare un’indagine sulle competenze specifiche individuali delle utenti valorizzandone le risorse personali e integrando le stesse con le opportunità presenti sul territorio.

La particolarità di questo progetto è, infine, quella di introdurre le donne al “rilassamento muscolare Jacobson” (una tecnica basata sull’alternanza contrazione/rilasciamento di alcuni gruppi muscolari): una modalità corporea finalizzata a contrastare l’ansia e lo stress, entrando in contatto con sé stesse ed essere quindi maggiormente disponibile nello stare con gli altri, i metodi di rilassamento possono essere una risorsa indispensabile per gli operatori della salute. (rcz)

CATANZARO – Al via il progetto “Visibility”

È stato presentato a Villa Emilia di Catanzaro, Visibility – Sperimentazione di percorsi formativi innovativi, il nuovo progetto del Centro Calabrese di Solidarietà, associazione di volontariato che opera nel campo del disagio e dell’emarginazione giovanile, sostenuto da UniCredit.

Si tratta di un percorso formativo rivolto a giovani del territorio e suddiviso in due moduli: il primo dedicato a pasticceria e cake design ha una durata di 50 ore; il secondo, social media marketing durerà invece 32 ore. Il progetto vuole favorire la formazione dei giovani coinvolti anche al fine di dare loro possibili sbocchi lavorativi nel campo della ristorazione.

Il nome del progetto è stato scelto dagli ospiti e dalle ospiti presenti nella Comunità Terapeutica di Villa Emilia del Centro Calabrese di Solidarietà: sono 8 i beneficiari coinvolti, ma a trarre beneficio dalla realizzazione del progetto saranno anche le famiglie, la comunità locale, altri Enti del Terzo Settore, le aziende territoriali e le Istituzioni pubblico/private.

L’iniziativa è stata realizzata grazie al contributo di UniCredit, realizzato grazie ai fondi del progetto “Carta E”, la carta di credito a contribuzione etica che, con il semplice utilizzo e senza alcun costo aggiuntivo, alimenta un fondo destinato a sostenere iniziative di solidarietà sul territorio

L’inaugurazione è avvenuta oggi alla presenza di Isolina Mantelli, Presidente del Centro Calabrese di Solidarietà, di Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria, di Antonio Riccio, Referente Territorial Development per il Sud di UniCredit, di Vito Piccolo Area manager Calabria Unicredit e di Katia Vitale, responsabile del Centro studi del CCS nonché referente del progetto.

«UniCredit ha sostenuto il Centro Calabrese di Solidarietà grazie ai fondi di “Carta Etica” – ha spiegato  Antonio Riccio, Referente Territorial Development per il Sud di UniCredit – si tratta di un progetto di beneficenza che prevede che il 2 per mille delle spese effettuate nel mese con una delle carte di credito ‘etiche’ emesse dalla Banca, vada ad alimentare – senza alcun onere a carico del titolare della carta – uno  a specifico fondo le cui disponibilità sono destinate a diverse iniziative e progetti di solidarietà realizzate da organizzazioni senza scopo di lucro, che si prefiggono obiettivi socialmente utili. Siamo particolarmente lieti di aver sostenuto con questa iniziativa Centro Calabrese di Solidarietà porprio perché con la sua attività va ad agire su un territorio fragile che necessità di una rete sociale che va sostenuta».

«Il Centro Calabrese di Solidarietà ringrazia UniCredit per aver reso possibile la realizzazione di questo progetto – ha aggiunto Isolina Mantelli, Presidente del Centro Calabrese di Solidarietà – dando così una possibilità in più di reinserimento attivo nella società, alle ragazze ed ai ragazzi ospiti delle sue strutture».

«Oggi abbiamo aggiunto alla bontà la dolcezza – ha aggiunto la presidente Mantelli –. Nel laboratorio di pasticceria che presentiamo oggi, i ragazzi hanno avuto modo di apprendere un nuovo talento che potranno spendere all’esterno costruendo parte del proprio futuro. Sono davvero bravi, i dolci sono buonissimi. Il settore del food ha molta richiesta: quindi, valorizzato questo talento possono pensare anche di lavorare autonomamente, o di costruire una cooperativa. E’ un ulteriore impegno riuscito del Centro Calabrese che ha potuto realizzare questo laboratorio grazie ad Unicredit e offrire l’opportunità di un futuro più roseo in un mondo dove il lavoro non c’è, e molto spesso bisogna inventarselo».

«Quella di Unicredit non può essere definita una semplice donazione: offrire le risorse per la realizzazione di questo laboratorio di pasticceria va oltre il semplice ‘dono’ – ha affermato il presidente del Unindustria Calabria, Aldo Ferrara –. In un settore particolare come il food, che in Calabria è tra quelli di maggiore forza, questo progetto può determinare delle prospettive effettive di futuro lavorativo per questi giovani particolarmente vulnerabili».

«Unindustria ha fatto da facilitatore – ha spiegato – quando Unicredit ci ha investito della problematica di individuare una struttura che potesse legare un gesto solidale all’occasione di creare prospettive di sviluppo non abbiamo avuto alcun dubbio nell’indicare il Centro calabrese di solidarietà. E siamo già oltre la presentazione del progetto: dalle cucine già attrezzate sono stati sfornati i prodotti che abbiamo già avuto modo di assaggiare verificando la bravura dei ragazzi e dello staff che li ha formati».

II settore della ristorazione, con la nascita dei social ha fatto un grande passo avanti, professionisti chef, gelatai e pasticceri, dopo decenni di anonimato dietro alle quinte di cucina e laboratori hanno conquistato il proprio meritato posto sotto ai riflettori. Sono diventati coloro che, attraverso un’immagine o un video, riescono a trasmettere tutto l’amore per un mestiere antico quanto la tradizione che la cucina italiana da secoli tramanda e a raccontare emozioni, veicolando la propria filosofia e valori importanti.

Grazie all’impiego degli strumenti social, come per esempio Instagram stories o dirette live, é possibile far percepire e quasi “toccare con mano” l’eccellenza del prodotto, la qualità degli ingredienti, la magia che sta dietro alia costruzione creativa di un piatto e di un dolce. L’ingresso del digital marketing nelle cucine e nei laboratori ha permesso a professionisti, come i pasticceri, di rendersi più visibili, farsi amare dalle persone, comunicare l’essenza stessa del loro lavoro. E per farlo bisogna saper usare i social in maniera corretta. (rcz)

CATANZARO – Il progetto Invincibili Positivi Meritevoli del Centro Calabrese di Solidarietà

Si intitola Ipm – Invincibili Positivi Meritevoli, il progetto del Centro Calabrese di Solidarietà che vuole dare nuove possibilità ai minori e giovani adulti ristretti all’interno degli Istituti penali minorili, rafforzando le competenze e le abilità.

Il progetto è stato approvato dalla Caritas Diocesana e finanziato con i Fondi 8 per mille- Italia 2022.

L’intenzione del Centro Calabrese di solidarietà, presieduto da Isolina Mantelli, con la realizzazione di questo progetto è quella di riaccendere i riflettori su soggetti considerati “invisibili”, sia all’interno del carcere che nella fase successiva di fuoriuscita attraverso azioni di formazione, orientamento e tirocinio presso aziende del territorio site nel territorio dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, contesto nel quale – secondo i dati di Eurostat del 2020 – la disoccupazione presenta un tasso tra i più alti d’Italia nel target di età compresa fra i 15 e i 24 anni.

Il progetto intende: innescare il processo di cambiamento nei soggetti beneficiari in modo da favorire l’inclusione sociale e lavorativa; incrementare le opportunità di inserimento lavorativo dei beneficiari; aumentare le competenze socio-professionali stimolando la crescita del loro status lavorativo; sensibilizzare il mondo profit ad accogliere lo status produttivo dei soggetti svantaggiati per l’importanza in senso pedagogico e di riscatto sociale che per essi riveste; aumentare la collaborazione interistituzionale in materia di reinserimento socio lavorativo dei detenuti; contribuire alla riduzione dello stigma sociale correlato.

«L’idea progettuale è, quindi, quella di rafforzare la relazione tra l’interno e l’esterno – ha spiegato Katia Vitale, referente del progetto per il Ccs – tra Istituto penale minorile e territorio (comunità) costruendo relazioni positive con le forze sane della comunità, un modo anche per ideare e gestire nuove opportunità di interazione con l’esterno sensibilizzando la comunità educante sul tema del disagio giovanile in un’ottica quindi, di prevenzione, abbattimento dei pregiudizi e contrasto alla stigmatizzazione dei ragazzi entrati nel circuito penale per la loro inclusione sociale e lavorativa futura».

Il Progetto intende focalizzare l’attenzione sull’integrazione socio-lavorativa dei detenuti minori/giovani adulti, con l’obiettivo specifico di promuovere l’autonomia del detenuto, attraverso il rafforzamento delle competenze pro-sociali e tecnico- professionali del soggetto detenuto, mediante la sperimentazione ed il consolidamento di dispositivi di politica attiva per il lavoro.

L’Istituto Penale Minorile di Catanzaro ospita, attualmente 17 ragazzi, di cui dieci maggiorenni di età compresa tra i 18 ed i 21 anni; e sette minori di età compresa tra i 15 ed i 17 anni.

I reati più diffusi all’interno dell’I.P.M. di Catanzaro sono quelli contro il patrimonio (furto, rapina, estorsione, usura, truffa), reati per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e reati contro la persona.

Il progetto si suddivide in cinque moduli: i ragazzi saranno formati e accompagnati al lavoro Tra i corsi previsti quello d’informatica che avrà lo scopo di attirare l’attenzione dei ragazzi, coinvolgendoli e catapultandoli in una nuova realtà, diversa, interessante e particolare. Attraverso un semplice pc, assimileranno la conoscenza dei nuovi metodi di comunicazione ma non solo, i ragazzi scopriranno il mondo di internet, impareranno ad utilizzare i Social Network ritrovando vecchie amicizie e parenti, impareranno a costruire il proprio curriculum vitae, scrivere una semplice lettera, creare una tabella ed utilizzare il power point e/o publisher per “progettare” una brochure, bigliettini da visita, di auguri etc. Un  laboratorio che li aiuterà ad inserirsi, più facilmente, nel mondo del lavoro e nella nuova società definita ormai “digitalizzata”. (rcz)