La Cgil Area Vasta lancia l’allarme: Troppe morti sul lavoro

«Il numero dei morti sul lavoro in Italia nel 2022 è tornato ai livelli precedenti alla pandemia da Covid-19, ossia in media più di tre morti al giorno. E la cronaca recente, soprattutto nella nostra regione, che ci racconta di lavoratori e lavoratrici che la mattina lasciano la propria casa per andare a guadagnare onestamente il pane, senza farvi più ritorno, lascia intendere che la casistica del 2023 sarà ancora più drammatica. Davanti al dolore per queste tragedie, al cordoglio che rinnoviamo alle famiglie, e al senso di impotenza che ci pervade, continuiamo a chiederci: perché? Perché non vengono applicate le leggi esistenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro? Perché non riusciamo ad arginare questo stillicidio. Certo è che per prevenire con efficacia questo fenomeno non servono nuove leggi ma bisogna applicare quelle che ci sono prevedendo maggiori controlli ed investimenti sulla formazione».

Ѐ quanto afferma Nadia Fortuna segretaria confederale Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo con delega alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

«La precarietà di molti, troppi, contesti lavoratovi rende difficoltosa la possibilità di effettuare formazione continua su salute e sicurezza – sostiene Fortuna – Al di là dell’applicazione delle leggi in materia di prevenzione, quindi, sarebbe necessario intervenire in modo diverso, attraverso la diffusione di una cultura della sicurezza omogenea in tutto il Paese, da Nord a Sud con un’accurata progettualità capace di coinvolgere tanto i sindacati, quanto i datori di lavoro e le istituzioni, con una adeguata formazione prima di tutto proprio delle categorie datoriali. Il Governo dovrebbe intervenire nel potenziare l’organico degli ispettorati del lavoro in modo da ridare a questo ente il ruolo di garanzia di legalità in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Insomma, sono tante le azioni da intraprendere per intervenire in maniera concreta sul fenomeno delle morti sui luoghi di lavoro: serve volontà politica e coordinamento interistituzionale. In sintesi serve più attenzione. E anche per questo – conclude Nadia Fortuna – saremo a Napoli, il prossimo 20 maggio a manifestare; per una nuova stagione del lavoro e dei diritti». (rcz)

Sposato (Cgil): Occhiuto dica a Meloni che in Calabria i giovani scappano per mancanza di lavoro

«Il Presidente Occhiuto dica al Presidente Meloni che in Calabria i giovani stanno andando via tutti perché manca il lavoro e il futuro, che i pensionati sono più dei lavoratori attivi, che in Calabria cadono i ponti alla prima pioggia ed il mezzogiorno è diventato uno sfasciume pendulo sul mare, come diceva Giustino Fortunato». È quanto ha dichiarato il segretario generale della Cgil Calabria,Angelo Sposato, nel corso dell’assemblea generale della Cgil Area Vasta svoltasi a Lamezia Terme.

Sposato a rimarcato la necessità di «proporre soluzioni alternative per fa cambiare le cose. Il tema della mobilitazione nazionale deve impegnare la nostra organizzazione con la massima potenza di fuoco: la buona riuscita della manifestazione permette di mantenere alta l’attenzione sui temi nazionali che noi abbiamo posto che sono quelli della lotta all’inflazione, la richiesta dell’aumento salari, la riforma dei salari. Spieghiamo ai cittadini che gli interventi preannunciati sono dei bonus camuffati, giusto per citare un esempio della comunicazione fuorviante utilizzata da questo Governo».

«E ci dispiace – ha detto ancora Sposato – che Occhiuto, indossando la casacca della Autonomia Differenziata, abbia messo discussione la Vertenza Calabria; noi parlavamo di manutenzione delle infrastrutture, della messa in sicurezza delle strade, e non della realizzazione del Ponte sullo Stretto. Dopo quanto accaduto a Longobucco è ancora di più importante la mobilitazione».

«Dobbiamo avere coraggio di aprire quante più vertenze possibile – ha concluso Sposato – anche nella elaborazione di proposte alternative, da portare nelle assemblee nei posti di lavoro e nei territori, in maniera unitaria: proiettiamoci verso l’autunno che deve essere di mobilitazione e rinascita».

Oltre a Sposato, presenti Enzo Scalese, segretario generale dell’Area Vasta.

«Dobbiamo avere la forza di spiegare ai cittadini e alle cittadine come stanno le cose, reagendo alla demagogia di questo Governo – ha sottolineato il segretario generale Scalese –. Stiamo per affrontare una stagione molto dura che la nostra organizzazione deve affrontare in maniera unitaria: la nostra azione deve essere finalizzata alla messa in sicurezza del territorio, a salvaguardare i precari, a garantire il diritto alla salute di tutti e tutte. Sicurezza del territorio che si accompagna alla tutela dell’ambiente e alla possibilità di legare alla prevenzione il grande tema dell’occupazione: da sempre parliamo della creazione di posti di lavoro legati alla salvaguardia del territorio».

«Saremo in piazza per la tutela dei redditi dall’inflazione e per chiedere all’aumento del valore reale delle pensioni e dei salari, rinnovo dei contratti nazionali dei settori pubblici e privati, per un mercato del lavoro inclusivo e per dire no alla precarietà; per dire basta morti e infortuni sul lavoro – ha detto ancora Scalese –. Occorre ridare valore al lavoro, eliminare i subappalti a cascata e incontrollati, e portare avanti una lotta senza quartiere alle mafie e al caporalato».

«Sono questi alcuni dei grandi temi che dobbiamo affrontare con determinazione – ha aggiunto – pensando a come garantire i diritti di cittadinanza, che non vengono minimamente rispettati, a pensare soluzioni per bloccare l’emigrazione dei giovani che svuotano una regione dove ad oggi, come risulta da una indagine del Sole 24 ore, dove i pensionati superano di gran lunga i lavoratori».

«Torniamo a parlare di medicina territoriale e dell’incremento del costo dell’energia: teniamo alta l’attenzione sui diritti dei calabresi», ha concluso il segretario generale Scalese sollecitando la presenza alla manifestazione dei Forestali, in programma per giovedì 12 alle 10 davanti alla sede della Cittadella regionale.

L’assemblea ha provveduto anche alla nomina dei Direttori Inca di Vibo Valentia e Crotone, rispettivamente Francesco Rombolà e Vittoria Torromino(rcz)

Scalese (Cgil Area Vasta): Operazione “Clan degli zingari” porta sotto riflettori condizione dei minori

Il segretario generale di Cgil Area Vasta, Enzo Scalese, ha evidenziato come «l’importante operazione – denominata “Clan degli Zingari” – che ha disarticolato nei giorni scorsi una organizzazione criminale composta in particolare da soggetti di etnia rom, porta di nuovo sotto i riflettori la condizione di molti minori che vivono nella periferia sud del Capoluogo di Regione».

«L’attenta attività organizzativa coordinata dal Procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, al quale rinnoviamo i nostri complimenti – ha aggiunto –  che estendiamo ovviamente alla Polizia di Stato, agli inquirenti e alla magistratura, ha portato a 62 arresti nel fortino dei rom, dediti a svariati reati tra i quali estorsione spaccio di stupefacenti, furti, aggravati dal vincolo associativo di stampo mafioso».

«Ma, nello stesso tempo – ha proseguito – apre uno squarcio su una realtà tanto inquietante quanto drammaticamente nota: ragazzini, ma anche bambini di pochi anni, usati come sentinelle, corrieri o scudi per evitare perquisizioni delle forze dell’ordine. In molti casi il confezionamento, l’occultamento e la cessione della droga avveniva davanti ai figli minorenni dei pusher. In qualche intercettazione ambientale si lascia chiaramente intendere che pusher e ragazzini minori di 14 anni, tutti presenti nella medesima abitazione, erano intenti a confezionare la droga in “palline”».

«Questo è lo stesso quartiere – ha spiegato – in un cui lo scorso mese di ottobre un incendio ha distrutto l’abitazione della famiglia Corasoniti che ha perso tra le fiamme tre figli, e ha dovuto lottare per avere un alloggio prontamente occupato abusivamente. Periferie abbandonate, quartieri dormitorio, considerati bacini di voti a cui attingere in periodo elettorale in maniera disinvolta per poi archiviare istanze e servizi».

«In questo contesto – ha spiegato ancora – i minori sono vittime due volte, compromessi nella serenità della crescita e soggetti all’impoverimento del diritto ad apprendere, formarsi, sviluppare capacità e competenze, coltivare le proprie aspirazioni e talenti è privato o compromesso. Parliamo di contesti sociali svantaggiati, caratterizzati da disagio familiare, precarietà occupazionale e deprivazione materiale: non si tratta quindi di una lesione del solo diritto allo studio, ma della mancanza di opportunità educative a tutto campo, da quelle connesse con la fruizione culturale al diritto al gioco e alle attività sportive. Minori opportunità che incidono negativamente sulla crescita del minore».

«Come ampiamente approfondito nel corso della prima Giornata dedicata al tema dal Corecom Calabria – ha detto ancora – povertà economica e povertà educativa si alimentano a vicenda, perché la carenza di mezzi culturali e di reti sociali riduce anche le opportunità occupazionali e rende questa fascia di popolazione soggetta alle influenze criminali che sopperiscono alle carenze di offerta e di servizi».

«Le ristrettezze economiche limitano l’accesso alle risorse culturali e educative – ha detto ancora – costituendo un ostacolo oggettivo per i bambini e i ragazzi che provengono da famiglie svantaggiate: nel lungo periodo, riduce la stessa probabilità che da adulto riesca a sottrarsi da una condizione di disagio economico. Per questa ragione, oltre al grande operato della magistratura e delle forze dell’ordine, le istituzioni sono chiamate ad investire seriamente sulle politiche per l’infanzia e adolescenza e nella lotta alla povertà educativa, per sottrare i minori e le famiglie che son radicate nel contesto dell’illegalità, dall’influenza criminale».

«Si tratta di un investimento di lungo periodo – ha concluso – su cui far confluire risorse importanti, a partire da quelle del Pnrr». (rcz)

Eletti i componenti segreteria confederale di Cgil Area Vasta

Giovanni Amendola, Antonella Bertuzzi, Nadia Fortuna, Antonio Callà Maria Pupa, Cataldo Manfredi sono i nuovi membri della Segreteria confederale di Cgil Area Vasta Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia. Saranno loro ad affiancare il segretario generale, Enzo Scalese.

La segreteria neo eletta è caratterizzata, oltre che da un marcato rinnovamento generazionale, da una qualificata rappresentanza del mondo del lavoro pubblico e privato, nel rispetto della rappresentanza della differenza di genere con una composizione paritaria.

«Nei prossimi giorni procederò all’assegnazione delle deleghe: la composizione della segreteria è frutto di criteri politici innovativi, che vogliono proiettare la Cgil Area Vasta Catanzaro Catanzaro-Crotone-Vibo, nel futuro, partendo dalla rappresentazione della realtà del mondo del lavoro e della produzione calabrese», ha spiegato il segretario Enzo Scalese.

«Il contesto economico, sociale e politico – ha proseguito – in cui ci troviamo ad operare è inedito, e difficilissimo, ma nello stesso tempo è per noi una grande opportunità: una sfida molto impegnativa per nostra organizzazione che metterà in campo tutto l’impegno, la passione e la determinazione possibili. Ci concentreremo prima di tutto sulle vertenze aperte e sulle proposte in merito a lavoro, contratti e diritti, senza trascurare contesti delicati come quello della migrazione, che – come ci ha drammaticamente insegnato la tragedia di Cutro – rappresenta un argomento di stringente attualità da affrontare con coraggio e lungimiranza».

«Tra le nostre priorità – ha detto – non possono che esserci il rapporto con i giovani e le strategie per incrementare gli iscritti, a partire dalla presa in carico di istanze e bisogni e dal ruolo centrale del territorio e delle Camere del Lavoro, con la piena inclusione e rappresentanza dei lavoratori e delle lavoratrici migranti nel sindacato».

«Come è stato nello svolgimento del congresso, e nell’indicazione della segreteria confederale, lavoreremo nel percorso della valorizzazione e della ricerca di punti condivisi, nel rispetto delle sensibilità presenti in una grande organizzazione come la nostra – ha concluso Scalese –. Un percorso unitario che dà maggiore autorevolezza ma anche maggiore responsabilità alla CGIL verso il Paese, la Calabria ed il mondo del lavoro, fine di migliorare la nostra organizzazione e renderla sempre più vicina e aderente ai bisogni delle persone che rappresentiamo». (rcz)

Scalese (Cgil Area Vasta): A rischio oltre 100 mila posti nel settore delle costruzioni

Il segretario generale di Cgil Area Vasta Catanzaro, Crotone, Vibo ValentiaEnzo Scalese, ha denunciato come sono «a rischio oltre 100 mila posti di lavoro nel settore delle costruzioni», ribadendo la necessità di una seria politica per la rigenerazione e la sostenibilità ambientale».

«Una delegazione della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo – ha annunciato – domani sarà a Napoli, in una delle cinque piazze nazionali scelte per la mobilitazione nazionale finalizzata a chiedere con forza la modifica di questo provvedimento iniquo e dannoso».

La mobilitazione, si svolgerà in strade e piazze delle periferie delle cinque città, chiede al governo di «individuare politiche industriali per il settore, con relativi strumenti e risorse, in grado di delineare una strategia che punti alla qualità del lavoro e dei diritti, alla sostenibilità ambientale, alla riqualificazione di scuole, ospedali, case popolari, ad una rigenerazione urbana complessiva».

«Saremo in piazza a Napoli – ha spiegato – anche per esprimere la nostra contrarietà alla norma, proposta dal Governo nel decreto attuativo del nuovo Codice degli Appalti, di introdurre negli appalti pubblici la liberalizzazione dei livelli di sub appalto (il così detto “sub appalto a cascata”, oggi vietato dall’attuale Codice) che renderà più difficile esigere le tutele contrattuali e di legge in termini di corretta applicazione dei Ccnl, rispetto delle norme su salute e sicurezza, parità di trattamento, oltre che favorire il nanismo aziendale, la competizione sui costi».

«Come si legge nella piattaforma che accompagna la mobilitazione di Fillea Cgil e FenealUil – ha concluso Scalese – vogliamo un Paese migliore, più efficiente, sicuro e ambientalmente sostenibile. Per fare questo dobbiamo difendere e valorizzare il lavoro di qualità, sicuro e legale, indispensabile per azzerare le morti sul lavoro e in particolare nei cantieri». (rcz)

Rischio sismico, Scalese (Cgil Calabria): Serve piano straordinario messa in sicurezza del patrimonio edilizio

Il segretario generale di Cgil Area Vasta Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia, Enzo Scalese, ha ribadito la necessità di «un piano straordinario per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio, a partire da edifici scolastici e pubblici».

«Le drammatiche immagini che continuano ad arrivare dalla Turchia e dalla Siria, devastate dal terremoto – ha detto – suscitano commozione e rabbia. E davanti alle migliaia di vite cancellate dalle macerie di case e palazzi, è immediato pensare alle responsabilità nella mancata applicazione dei principi antisismici nelle costruzioni. Così come è spontanea un’altra valutazione che riguarda la nostra regione certificata ad alto rischio sismico: fino a che punto siamo pronti ad affrontare la fragilità di un territorio consumato da decenni di cementificazione e devastazione?».

«Il 100 per cento dei comuni calabresi è ad elevato rischio sismico: recenti studi dimostrano che negli ultimi 350 anni più della metà dei terremoti catastrofici, avvenuti in Italia, si sono registrati in Calabria: parliamo di oltre 200.000 vittime, ed ingenti danni economici e sociali – ha sottolineato Scalese –. Quella di introdurre una forte azione preventiva che possa mettere in sicurezza il nostro patrimonio edilizio è un’esigenza assoluta: basti pensare che solo il 14% degli edifici presenti nelle zone sismiche italiane più pericolose sono stati costruiti con criteri antisismici. Considerando l’attuale tendenza di incremento delle nuove costruzioni, nel 2030 avremo ancora, nelle zone sismiche italiane, l’82% di edifici a rischio sismico».

«Il Pnrr ha assegnato 13,95 miliardi di euro al Superbonus al fine di promuovere l’efficientamento energetico, sismico e la sicurezza dell’edilizia pubblica e privata – ha ricordato –; gli Uffici regionali dovrebbero essere capaci di coinvolgere in maniera coordinata tutti gli enti coinvolti per una maggiore razionalità della programmazione, con maggiore attivismo. Serve una Piano straordinario per la messa in sicurezza che promuovere la prevenzione ai rischi sismici e intervenire sulla protezione sismica di edifici esistenti».

«Mai come questo caso – ha concluso Scalese – la messa in sicurezza si coniuga alla creazione di occupazione: sarebbero migliaia le risorse umane da impiegare per l’attuazione di una programmazione straordinaria per la salvaguardia del territorio e dell’edilizia pubblica. Solo agendo sul fronte della prevenzione, si potranno scongiurare disastri e salvate vite innocenti, come quelle che sono state cancellate in Siria e Turchia». (rcz)

Operazione Olimpo, Scalese (Cgil Area Vasta): Creare misure a sostegno dell’imprenditoria

Per il segretario generale di Cgil Area Vasta, Enzo Scalese, «è urgente avviare una riflessione concreta sulle misure di contrasto concrete per stare vicino agli imprenditori che scelgono di investire in questa terra, e hanno il diritto di farlo nella legalità e nella trasparenza».

Quello svelato nell’operazione di qualche giorno fa, denominata ‘Olimpo’ – ha spiegato – è un inquietante sistema di controllo di tutte le attività alberghiere e turistiche sulla costa tirrenica soprattutto provincia di Vibo con epicentro a Tropea. Una organizzazione capillare capace di condizionare, quindi, ogni prospettiva di crescita e sviluppo in un settore considerato strategico per l’economia calabrese, soprattutto nell’area centrale della Calabria».

«La ‘ndrangheta – ha proseguito – chiedeva e otteneva la tangente per qualsiasi tipo di attività che riguardava il sistema turistico, dai trasporti con l’autobus alla fornitura di generi alimentari e finanche il controllo del porto di Tropea, trovando la sponda della politica corrotta e famelica, che mette al servizio l’apparato amministrativo sempre il proprio tornaconto personale davanti agli interessi dei calabresi».

«Uno spaccato inquietante, quindi – ha detto ancora – che ci pone davanti alla drammatica realtà di una organizzazione criminale forte e radicata, capace di piegare la libertà economica degli imprenditori, ma fiancheggiata da quella che dovrebbe essere la classe dirigente al servizio delle Istituzioni. L’azione di contrasto alle infiltrazioni mafiose nell’economia locale messa in piedi da magistratura e forze dell’ordine è fondamentale».

«Ma non basta: la cultura della legalità che alimenta il coraggio di dire “no” deve essere alimentata dalla fiducia nella vicinanza delle Istituzioni e della comunità civile. Un combinato disposto che diventa antidoto dalla prepotenza criminale e alla corruzione: un cammino tortuoso – ha concluso il segretario Scalese – ma in cui tutti, a partire dal mondo del sindacato, devono fare la propria parte per tessere una rete virtuosa, capace di dare coraggio e sicurezza a chi decide di non piegare la testa». (rcz)

Scalese (Cgil Area Vasta): Porre fine alla precarietà che penalizza giovani e donne

«Bisogna porre fine alla precarietà che penalizza in particolare giovani, donne, in modo particolare nel Mezzogiorno, e che troppo spesso connota la condizione dei migranti». È quanto ha dichiarato Enzo Scalese, che è stato rieletto alla guida della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo.

L’elezione è avvenuta nel corso del II congresso che si è svolto nel teatro della Fondazione Terina, a Lamezia Terme.

«La lotta per la legalità nel lavoro – ha evidenziato – significa battersi contro le mafie, le infiltrazioni mafiose nell’economia sana dei territori, il caporalato, il lavoro nero e grigio. Si deve parlare, quindi, di un nuovo Stato sociale».

Nella relazione, il segretario ha parlato dalle politiche di genere, alla crisi economica in atto; dalla Guerra in Ucraina ad un rinnovato impegno antifascista, senza dimenticare temi sempre attuali come la “questione morale”, la legalità, il “no” all’autonomia differenziata, la vicinanza agli amministratori, ai sindacalisti e a quanti combattono ogni giorno contro la prepotenza criminale.

Lavoro, infrastrutture, sanità tra i punti più sentiti.  «Si è cancellata la centralità e la cultura del lavoro – ha detto ancora Scalese – solo così si può ricostruire quella rappresentanza e partecipazione senza la quale si svilisce la democrazia».

Sul tema della sanità, Scalese ha evidenziato come «in questo contesto metteremo in campo la nostra azione confederale basata su responsabilità e sostegno al mondo del lavoro e ai cittadini, per il rispetto, delle politiche contrattuali e delle rivendicazioni sociali e nella necessità di affermare l’esigibilità dei diritti di cittadinanza».

«A partire dal diritto alla salute, che può realizzarsi esclusivamente nel S.S.N., il solo che risponde ai principi di universalità ed eguaglianza e che può rischiare di essere definitivamente compromesso dal nefasto progetto di autonomia differenziata», ha proseguito Scalese, secondo cui va anche «ricercata, con sollecitudine e perizia, ogni soluzione legislativa che guardi alla integrazione dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” con l’Azienda Ospedaliera Universitaria “Mater Domini” e alla relativa costituzione dell’Azienda Ospedaliero Universitaria “Mater Domini – Pugliese Ciaccio” come una priorità per l’intera regione».

«Il lavoro è la sfida che vogliamo vincere e attraverso cui assicurare alle nuove generazioni un futuro migliore – ha aggiunto Scalese –. Lavoro dignitoso e regolare, di contrasto al fenomeno del caporalato, quello che siamo certi si possa creare mediante un grande piano che faccia della manutenzione del territorio, della mitigazione del rischio idrogeologico, della valorizzazione delle aree interne, della cultura e del paesaggio i pilastri fondanti della strategia di rilancio».

«Attraverso le risorse individuate nelle priorità previste nella piattaforma unitaria sulla” Vertenza Calabria” – ha continuato – va rivendicato con forza il completamento della S.S.106, sia del tratto Sibari-Crotone che di quello Catanzaro-Crotone – prosegue ancora Scalese nella relazione – potenziare l’aeroporto internazionale di Lamezia terme, scalo strategico della Calabria, supportato dagli scali complementari di Crotone e Reggio Calabria».

«Occorre velocizzare i lavori della ferrovia Jonica e dell’elettrificazione dell’intera tratta – ha rilanciato – per togliere dall’isolamento interi territori come l’area di Crotone, che potrebbe trarre beneficio dall’allungamento del Freccia Argento Roma-Sibari, occorre un collegamento diretto dell’aeroporto all’area di Germaneto e alla Cittadella Regionale, università, policlinico attraverso la linea metropolitana di superficie con riattivazione della linea ferroviaria esistente e della sua elettrificazione. Parimenti, bisogna dare un’accelerazione ad importanti infrastrutture di competenza della Regione che riguardano la costruzione dei nuovi Ospedali, a partire da quello di Vibo Valentia, che era già in fase avanzata sui lavori complementari, ma che ha oggi non ha visto la reale cantierizzazione dell’opera».

«Abbiamo davanti un futuro non semplice – ha concluso Scalese – come sempre, con molte avversità, ma che abbiamo, grazie allo stare insieme le potenzialità necessarie per affrontare e portare a termine questa avvincente sfida. Questo è quello che faremo. Lo faremo al massimo delle nostre capacità, con tutto l’impegno necessario per il bene della Cgil, consapevoli che migliaia di uomini e donne della nostra organizzazione e non solo, ripongono giornalmente la speranza di una prospettiva per un futuro migliore».

Nel corso del Congresso, sono stati oltre 20 gli interventi che hanno animato la discussione congressuale, che ha registrato anche la presenza di delegati della Uil e dell’Anpi, oltre che alcuni messaggi come quello della referente di Libera, Elvira Iaccino, e di Legacoop Calabria, Lorenzo Sibio. Tra i presenti anche il consigliere regionale Raffaele Mammoliti, già segretario generale della Cgil Area Vasta.

Ha sottolineato il riacutizzarsi del “senso di solitudine” e delle disuguaglianze, il segretario regionale della Cgil, Angelo Sposato che si è soffermato anche sul «disorientamento del popolo della sinistra». E non c’è niente da meravigliarsi: la destra fa la destra, ma «ci aspettavamo dalla sinistra una riduzione delle diseguaglianze, non l’incremento della frammentazione sociale».

È imprescindibile, quindi «declinare il lavoro, perché è questo che dà dignità ad una persona». Va riproposto il tema dell’adeguamento salariale, del potenziamento delle tutele e del sistema contrattuale, tanto del privato, quando nel pubblico dove comunque bisognerebbe tornare ad assumere. Sposato è tornato anche sui cinque temi della “Vertenza Calabria”, soffermandosi in particolare sulla creazione dello sviluppo sociale partendo dalle aree interne, e da come dalla tutela del territorio e dal contrasto al dissesto possa nascere lavoro di qualità anche per i giovani.

«Ci tocca un lavoro arduo – ha concluso Sposato – dobbiamo aiutare la politica ad avere una visione, una prospettiva di futuro che non sempre si intravede».

Della necessità di potenziare gli organici delle amministrazioni pubbliche, messe in ginocchio dai continui tagli ai trasferimenti statali – perché non basta intercettare finanziamenti del Pnrr ma bisogna poi metterle a frutto progettando – ha parlato anche il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, che ha salutato l’assemblea congressuale proprio soffermandosi sul concetto di Area Vasta. Secondo Mascaro “i sindaci dell’area centrale hanno sottovalutato il concetto di area vasta: rimaniamo schiacciati da un’area forte al nord, e dall’area metropolitana a sud. Se non stiamo attenti rischiamo di essere l’area più debole e fragile. Dobbiamo avere la maturità di far partire una politica diversa di ascolto e concertazione».

Le conclusioni sono state affidate a Tania Scacchetti, segretaria nazionale Cgil che si è soffermata su come è cambiata la rappresentanza nel corso degli anni, sottolineando come «la grande capacità di resilienza dimostrata nella pandemia ha dimostrato che il radicamento del sindacato resta forte, nonostante tutto. La forza della Cgil sta proprio nel senso del collettivo e nella certa idea di libertà e di partecipazione».

Da soggetto che ambisce a cambiare la società, la Cgil, insomma deve affrontare «il senso dei cambiamenti: quelli sociali ed economici, tutte le trasformazioni da quella demografica a quella energetica. Noi – ha concluso – abbiamo un progetto trasformativo e un modello di sindacato fondato su valori imprescindibili, che sono la nostra forza di radicamento. Il lavoro di ricostruzione che dobbiamo fare è molto complesso, e culturale: non possiamo rinunciare a costruire una partecipazione nella politica, e quindi a ricostruire la buona politica». (rcz)

In copertina, Scalese e Sposato

Infortuni sul lavoro, Scalese (Cgil Area Vasta): La Regione pensi a un tavolo di confronto

Il segretario generale della Cgil Area Vasta CZ, KR, VV, Enzo Scalese, ha chiesto alla Regione di pensare a un tavolo di confronto per individuare azioni concrete per contrastare gli infortuni mortali sui luoghi di lavoro.

«Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail tra gennaio e settembre – ha illustrato Scalese – sono state 536.002 (+35,2% rispetto allo stesso periodo del 2021), 790 delle quali mortali. In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 43.933 (+8,6%). In sostanza, nei primi nove mesi dell’anno si registra, rispetto all’analogo periodo del 2021, un deciso aumento delle denunce di infortunio in, un calo di quelle mortali e una crescita delle malattie professionali. Tra le regioni che registrano aumenti dei casi di infortunio mortale, invece, si segnalano la Calabria (+10 casi)».

«Numeri e percentuali – ha evidenziato – che devono riportare al centro dell’agenda politica della Regione Calabria l’avvio di un confronto, prima di tutto con le organizzazioni sindacali, con le azioni concrete da intraprendere per invertire la tendenza e garantire maggiore sicurezza sui posti di lavoro».

«Azioni concrete – ha aggiunto – che dovrebbero partire ad esempio dal condizionare la destinazione di finanziamenti alle imprese, soprattutto quelli per l’attuazione del Pnrr e dei Fondi Europei, ad investimenti in salute e sicurezza sul lavoro. Ogni settore dovrebbe seguire precisi criteri di qualificazione, soprattutto – ma non solo – negli appalti pubblici. Quello che serve è formazione e addestramento per tutte le lavoratrici ed i lavoratori, per tutti i tipi di contratto, all’inizio dell’attività lavorativa, prima di adibire alla mansione. Ma anche formazione per i datori di lavoro quale requisito per l’avvio o l’esercizio dell’attività d’impresa».

«È essenziale il rafforzamento dei controlli da parte di Asl, Inail, Inps – ha proseguito – quello che viene definito come ‘sistema vigilanza’: il coordinamento e il confronto tra questi soggetti, e il coinvolgimento delle parti sociali, possono garantire una proficua collaborazione capace di rafforzare la prevenzione.  I lavoratori e le lavoratrici di oggi fanno i conti con un lavoro che cambia, con innovazioni tecnologiche e digitali, cambiamenti climatici, precarizzazione del lavoro, invecchiamento della forza lavoro: i livelli istituzionali competenti non possono rimanere fermi a guardare, servono azioni concrete che possano dare corpo agli intenti affidati a protocolli troppo spesso rimasti lettera morta, nonostante le sollecitazioni delle organizzazioni sindacali».

«E forse –  ha concluso Scalese – trasformare la sicurezza del lavoro come materia di studio da introdurre nei programmi scolastici, perché non sia solo una conoscenza di norme ma si concretizzi il rispetto del valore della vita umano, potrebbe favorire questo percorso di cambiamento nell’approccio a questo tema fondamentale per il diritto alla salute». (rcz)

Scalese (Area Vasta): Fiorita convochi tavolo di concertazione per sviluppo di Catanzaro

Il segretario generale di Cgil Area Vasta CZ, KR, VVEnzo Scalese, ha invitato il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, a convocare un tavolo di concertazione per discutere dei temi cardine per lo sviluppo di Catanzaro.

«I tanti problemi rilevati, dall’emergenza idrica alla depurazione passando per i rifiuti – ha detto Scalese – complicati dalla partita della presidenza del Consiglio comunale la cui chiusura si è protratta per settimane, hanno indotto il sindaco Nicola Fiorita a stilare una scaletta di priorità nell’urgenza amministrativa, certamente plausibile. Ma avendo molto apprezzato la scelta di incontrare i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil per la presentazione del suo programma, che ha definito “aperto ai contributi soprattutto ai corpi intermedi proprio per sottolineare il valore della concertazione”, riteniamo opportuno appuntare un promemoria dei temi da affrontare alla ripresa autunnale».

«Come sottolineato dal segretario regionale della Cgil, Angelo Sposato, voler aprire un confronto con le parti sociali è un valore – ha detto –. Ma dobbiamo passare al più presto dalle parole ai fatti, sono troppe le emergenze da affrontare, complicate dal clima pre-elettorali, dalla pandemia e dalla guerra che rallentano la ripresta, dall’incremento dell’energia e delle materie prime, dall’inflazione più alta dal 1986 ad oggi».

«Torniamo a parlare di Pnnr, di fondi di coesione, fondi complementari – ha proseguito – che devono avere una unica cabina di regia e la firma di un protocollo di legalità: serve un confronto con le categorie per indirizzare la spesa pubblica. Perché individuare finanziamenti significa progettare, costruire un percorso di cui questa città sia capofila, come succede in altri ambiti e in altri settori. Ricordiamo il valore della programmazione per le periferie, e il recuperare della partecipazione dei cittadini nella vita amministrativa. Questa città è ricca di potenzialità che non sono mai state valorizzate».

«Quello che auspichiamo come sindacato, quindi – ha concluso – è di aprire al più presto un confronto costruttivo su temi cardine: sulle periferie abbandonate e su come concretizzare l’inclusione sociale, sul rilancio del centro storico, sulla creazione delle condizioni necessarie a risollevare le sorti delle attività commerciali ma anche sulla tanto attesa e discussa realizzazione del Polo sanitario che parte dalla reale integrazione tra l’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” e l’azienda ospedaliero-universitaria “Mater Domini”. È arrivato il momento di allestire un tavolo per ragionare tutti  insieme dello sviluppo vero di questa città». (rcz)