ROSSANO – Lo sfoglio del Codex Purpureus, un’emozione irripetibile al Museo Diocesano

1° ottobre – È stata un’emozione irripetibile lo sfoglio del Codex Purpureus, ieri mattina al Museo Diocesano di Rossano, alla presenza di S.E. Mons. Giuseppe Satriano, arcivescovo di Rossano Cariati, del direttore del Museo don Pino Straface e del gruppo di rappresentanti della Società Internazionale di Storia della Miniatura, guidato dalla presidente prof.ssa Sandra Perriccioli, la prof.ssa Emilia Talamo dell’Unical e la prof. Lucinia Speciale, dell’Università del Salento. Ha introdotto e coordinato la visita il vice direttore del Museo Cecilia Perri.

Come si legge nel sito del Museo del Codex “Il Codex Purpureus Rossanensis è uno dei più antichi evangeliari esistenti al Mondo, reso oltremodo prezioso ed unico grazie alle sue bellissime miniature, capolavoro dell’arte bizantina. Esso presenta i resti di un indipendente ciclo di miniature relative alla vita di Cristo, il più antico rimasto in un manoscritto greco. È uno dei capolavori della letteratura evangelica. È costituito da 188 fogli (376 pagine) di pergamena, contenenti l’intero Vangelo di Matteo e quasi tutto quello di Marco, mutilo quest’ultimo dei vv. 14-20 conclusivi dell’ultimo capitolo.
La struttura complessiva del manoscritto testimonia come in origine si trattasse di un esemplare, in uno o due volumi, dei quattro Vangeli, preceduti dall’indice dei capitoli. Con buona approssimazione si può dire che la parte conservata rappresenta circa la metà dell’intera opera. Il formato attuale del manoscritto misura mm. 307×260.
I fogli sono di pergamena accuratamente lavorata, tinta di colore purpureo, con discromie che, talvolta, si possono ritenere originarie ma, in più casi, dovute a fattori diversi, soprattutto l’umidità.
Il Codex Purpureus Rossanensis nella lista internazionale dei manoscritti rari ecclesiastici porta il suffisso alfabetico ? e il numero 043. Il “CodexPurpureusRossanensis Σ” è anche conosciuto come il Rossanensis. Deve, invece, il nome “Purpureus” al fatto che le sue pagine sono di color porpora. La scrittura in cui è vergato il testo dei Vangeli è la maiuscola biblica: si tratta di forme grafiche che si caratterizzano a partire dal tardo II secolo d.C., definendosi in norme precise già nel III e resistendo nelle pratiche librarie fino al IX secolo, sia pure con differenziazioni interne, geografiche e cronologiche.
Le miniature conservate nel codice di Rossano sono quattordici. Di esse, dodici raffigurano eventi della vita di Cristo (La Resurrezione di Lazzaro, L’ingresso di Gesù a Gerusalemme, Il colloquio con i sacerdoti e la cacciata dei mercanti dal tempio, La parabola delle dieci vergini, L’ultima cena e la lavanda dei piedi, La comunione degli apostoli, Cristo nel Getsemani, La guarigione del cieco nato, La parabola del buon samaritano, Il processo di Cristo davanti a Pilato, La scelta tra Gesù e Barabba), una fa da titolo alle tavole dei canoni andate perdute, e l’ultima è un ritratto di Marco, che occupa l’intera pagina. Tutte le miniature vennero dipinte su di una pergamena meno sottile di quella usata per il testo dei Vangeli; a essa fu applicata una tinta purpurea diversa da quella adoperata per le pagine destinate al testo. La pergamena più spessa forniva una base più solida ai colori, mentre la tinta più opaca impediva alla miniatura dipinta sulla facciata di un foglio di essere vista rovesciata sull’altra facciata. Esso è strutturato in modo che miniature e testo risultino raggruppati in fogli distinti.

Il Codex Purpureus Rossanensis riveste uno straordinario interesse dal punto di vista sia biblico e religioso, sia artistico, paleografico e storico, sia documentario. Un documento simbolo di una regione, la Calabria, che ha mediato e tradotto in sintesi la civiltà greco-orientale e quella latino-occidentale.
Il Codice è stato realizzato in uno dei centri di attività scrittoria di matrice bizantina, riconosciuto dalla maggior parte degli studiosi in Antiochia di Siria. Ipotesi di realizzazione presso altri centri sono tutt’oggi da prendere in considerazione, ad ogni modo l’ambiente di realizzazione è quello facente parte dell’Impero Romano d’Oriente; lo testimonia il suo colore porpora caratteristico dell’ambiente della famiglia imperiale bizantina.
La datazione del Codice è circoscritta tra il V e il VI secolo dai maggiori storici dell’arte bizantini e dai paleografi.Non si conosce con precisione il motivo del suo arrivo a Rossano, probabilmente durante la diffusione del bizantinismo in Calabria e nel Mezzogiorno, legata alla espansione del monachesimo. Esso sarebbe giunto nella città nell’VIII secolo sull’onda delle trasmigrazioni dei monaci iconoduli, da Costantinopoli o dall’Egitto e dal Nord Africa islamizzato. Tesi più recenti, invece, suppongono verosimile l’arrivo a Rossano coincidente con la sua elevazione a diocesi, dunque nel X secolo, che, tra l’altro, coincide con il periodo di maggior splendore della città.
Il Codice è documentato con sicurezza a Rossano solo a partire dal 1831, precisamente dall’anno segnato sulle annotazioni a penna di Scipione Camporota degli indici cartacei a esso acclusi, quindi poco tempo avanti la sua prima citazione da parte di Cesare Malpica (1845) e della presentazione alla comunità scientifica a opera degli studiosi tedeschi Adolf von Harnack e Oscar von Gebhardt (1883). È possibile, però, che una traccia della sua antica presenza nella città possa giungere dalla denuncia anonima subita dall’arcivescovo Andrea Adeodati (1697 – 1713) accusato di aver dato alle fiamme antichi testi greci con figure, appartenenti alla Cattedrale. L’arcivescovo, in realtà, operava secondo le consuetudini della Chiesa controriformata miranti al rinnovamento della liturgia, ma le tracce di bruciatura delle ultime pagine del Codice spingono realmente a credere che il prezioso manoscritto sia stato sottratto proprio a tali incendi”.
Il Codex è stato riconosciuto quale Patrimonio dell’Umanità e inserito nelle liste Unesco, nella Categoria “Memory of the Word”, il 9 Ottobre 2015. (rcs)

 

CORIGLIANO ROSSANO: L’EDIZIONE DEL CODEX IN FACSIMILE

11 settembre – Stamattina al Museo Diocesano e del Codex di Corigliano Rossano presentazione dell’edizione in facsimile del Codex Purpureus Rossanensis. Il Codex, tra i più antichi codici del mondo custodito da secoli a Rossano, oggi esposto presso il Museo Diocesano e del Codex, è stato riprodotto in facsimile in sole cinque copie da Franco Cosimo Panini Editore. Un’impresa straordinaria che ha richiesto la competenza e l’esperienza ventennale della casa editrice modenese nell’editoria facsimilare.
Il progetto è nato su ispirazione di S. E. l’Arcivescovo della Diocesi di Rossano-Cariati Mons. Giuseppe Satriano che ha commissionato alla casa editrice Franco Cosimo Panini il lavoro in virtù della sua consolidata esperienza nell’ambito dell’editoria facsimilare, iniziata nel 1996 con la riproduzione in facsimile della Bibbia di Borso d’Este, capolavoro assoluto della miniatura italiana del Rinascimento.

Risultati immagini per codex purpureus
La realizzazione delle cinque copie in facsimile del Codex Purpureus rappresenta una importante operazione culturale, scientifica e di tutela intrapresa in stretta collaborazione con il Museo Diocesano e del Codex per consentire la visione e l’esposizione fuori sede dell’importante manoscritto, anche e soprattutto dopo l’impegnativo restauro conservativo presso l’ICRCPAL di Roma che lo ha riportato al suo antico splendore.
Il Codex Purpureus Rossanensis, che nel 2015 è stato riconosciuto Patrimonio dell’Umanità, è un evangeliario greco miniato che risale al VI secolo e comprende i testi di Matteo e di Marco e una parte della lettera di Eusebio a Carpiano sulla concordanza dei Vangeli. Le 15 miniature, che illustrano alcuni dei momenti più significativi della vita e della predicazione di Gesù, arricchiscono questo straordinario manoscritto giunto fino a noi in un eccezionale stato di conservazione.
Il pregio del Codex Rossanensis è dato anche dalla raffinata pergamena purpurea delle sue pagine, accuratamente riprodotta anche nella nuova edizione in facsimile.
Preziosa la collaborazione dell’Associazione “Insieme per Camminare”, ente gestore del Museo Diocesano e del Codex, sia nella fase preparatoria del lavoro sia per la promozione del Codex attraverso l’esposizione dei facsimile sui palcoscenici culturali internazionali.
Date le peculiarità di questo magnifico codice, sono stati necessari studi approfonditi e oltre un anno di lavoro per raggiungere il risultato di maggiore fedeltà possibile nella riproduzione. Sono state messe a punto tecniche di stampa digitali estremamente avanzate e complesse perfezionate durante il periodo di lavorazione dell’opera. Grazie a questa nuova procedura è stato possibile realizzare una vera e propria edizione facsimilare, ma di sole cinque copie.
La presentazione del facsimile del Codex Purpureus Rossanensis si svolgerà questa mattina, alle ore 11, presso la Sala Polifunzionale del Museo Diocesano di Corigliano-Rossano, Area Urbana di Rossano, alla presenza di S. E. l’Arcivescovo Mons. Giuseppe Satriano, della responsabile del progetto editoriale Lucia Panini della Franco Cosimo Panini Editore e di don Giuseppe Straface, direttore del Museo Diocesano e del Codex. (rcs)

ROSSANO: L’ACHIROPITA E LA CATTEDRALE

6 agosto – Continuano gli “Appuntamenti al Museo” nel suggestivo cortile del Museo Diocesano e del Codex, con una serata tutta dedicata all’Achiropita e alla Cattedrale di Rossano.
Stasera, alle ore 20:00, sarà presentato il libro di Mons. Luigi Renzo, “L’Achiropita e la Cattedrale di Rossano”, Edizioni Museo Diocesano e del Codex, 2018. Interverranno il Prof. Eugenio Nastasi, scrittore; Mons. Luigi Renzo, Vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea e Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Rossano-Cariati. Coordinerà Cecilia Perri, Vicedirettore Museo Diocesano e del Codex.
Il testo, edito per la prima volta nel 2003, si presenta oggi ancora più completo, capace di fornire al lettore tutti gli elementi per comprendere il culto, la storia millenaria e l’evoluzione nei secoli della pregevole icona dell’Achiropita e dell’intera Cattedrale.
La prima parte del volume è tutta dedicata alla preziosa icona, dalle origini del culto ai primi documenti, dalle apparizioni ai restauri, restituendo al lettore tutti i dati per apprenderne la forte devozione e l’affascinante storia. La seconda e terza parte del volume rappresentano, invece, un vero e proprio viaggio nella Cattedrale nelle sue evoluzioni storiche e nelle varie componenti architettoniche.
“Memorie, fonti documentarie e fotografiche, tradizioni e nuove riflessioni che don Luigi sapientemente mette assieme con la naturalezza di chi conosce profondamente l’argomento nei suoi aspetti storici, devozionali e liturgici e sa restituire al lettore uno strumento necessario e fondamentale per la conoscenza e la divulgazione dell’“anima” e del “cuore” di Rossano” (dalla presentazione di Mons. Giuseppe Satriano).
La presentazione del libro si inserisce nella rassegna di eventi “Appuntamenti al Museo”, ideata dall’Associazione “Insieme per Camminare”, ente gestore del Museo, ed ha ottenuto dal Mibac il marchio “Anno europeo del patrimonio culturale 2018”.
La serata sarà arricchita dalla presentazione degli olii presenti sulle guide slowfood e gambero rosso 2018, a cura dello sponsor Azienda Olio Donato Parisi.(rcs)