DAL PORTO DI GIOIA RIPARTE LA CALABRIA
L’EUROPA DEI CONTAINER È ORA PIÚ VICINA

Il primo treno meri, partito da Nola e carico di container, è arrivato al Porto di Gioia Tauro ieri: una giornata storica per lo scalo merci, il più grande del Mediterraneo, destinato anche a diventare il più importante. Con non poche emozioni, i portuali hanno salutato l’arrivo del convoglio che segnala fine delle limitazioni di trasporto per il Porto di Gioia Tauro, prima limitato al semplice transhipment (ovvero il trasporto dei container e lo scarico in banchina, e da ieri diventata una meravigliosa realtà di intermodalità. Che tradotto in parole semplici significa trasporto completo: dalla nave direttamente sui vagoni merci e subito via con destinazione Europa, senza doverli caricare sui tir e mandarli allo scalo ferroviario più vicino.

Sono appena cinque km di tratta, un vergogna inaudita, trascinatasi per circa 20 anni tra un rimpallo e l’altro su di chi fosse la competenza a realizzare quel breve tratto di strada ferrata che avrebbe permesso al Porto di Gioia di pensare in grande. La stessa vergogna di avere portato, prima che arrivasse il “salvatore” Aponte, al quasi disastro il porto stesso, senza visione strategica, senza futuro, sempre più cancellato dalla rotte. Eppure, per la sua posizione centrale e strategica nel Mediterraneo, il Porto di Gioia Tauro rappresentava, rappresenterà,  un bel problemi per i porti del Nord Europa, come Amburgo, Anversa, Rotterdam, perché mandare i container in Calabria porterà grandi vantaggi sia in termini economici sia in termini di tempo. È evidente a tutti – tranne che ai nostri governanti che hanno escluso lo scalo di Gioia dalla cosiddetta Via della Seta – che con il collegamento ferroviario operativo, il rilancio del Porto di Gioia nei confronti dell’Europa diventa sempre più fattibile. E bisogna dare il merito di questo “miracolo” alla caparbia ostinazione della compianta presidente Santelli: la Jole, ai primi di marzo, prim’ancora di presentare la sua Giunta, aveva preso in carico la questione del gateway ferroviario. La presidente Jole credeva nel Porto di Gioia e nel suo possibile rilancio in grado di costituire un volano per tutta l’area Zes. Il ragionamento della Santelli era semplice: la fine del solo transhipment, condizionato dall’assenza del collegamento ferroviario, avrebbe creato un completo servizio di smistamento dei container verso i mercati europei. Il Porto di Gioia Tauro, al centro dell’area Zes, con l’estensione dell’operatività h24 e la realizzazione dell’agognata intermodalità poteva diventare il centro nevralgico del Mediterraneo per il traffico merci e il punto di ripartenza per lo sviluppo della Calabria.

Gioia, dunque, rappresenta la riscossa di quel Sud laborioso e pieno di risorse che si sentiva tagliato fuori dai grandi obiettivi europei: il traffico merci rappresenta, attraverso le autostrade del mare e l’utilizzo di container (con navi sempre più grandi che Gioia Tauro è in grado di ormeggiare senza il minimo problema) un elemento distintivo nel processo di sviluppo del Mezzogiorno. È da qui che riparte la Calabria, da qui che riparte il Sud, perché il terminal che può contare ora sull’intermodalità può mettere a frutto politiche di crescita e sviluppo impensabili. Aveva detto la Santelli, in un incontro col sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà: ««Avevo promesso un impegno serio in questo senso e in sole due settimane di intenso lavoro, ho recuperato un blocco che durava da vent’anni per una struttura costata fin qui 20 milioni di euro che rischiava di diventare un monumento allo spreco, per una ventennale disputa giudiziaria su 4 km di raccordo ferroviario. Il blocco era dovuto ad una controversia tutta interna alla Regione. Abbiamo recuperato la proprietà da Corap, ex Asi, comunicato al MIT che avevamo svolto i “compiti a casa” e che eravamo in grado di far partire l’accordo con RFI, già pronta con gli investimenti. A breve sarò sulla tratta ad aprire il cantiere. Uno sblocco necessario perché la “porta sul Mediterraneo” oggi diventa “la porta dell’Europa”». Parole profetiche e, soprattutto, un grande senso del fare, la compianta Jole. «In meno di tre settimane – aveva sottolineato Gianluca Gallo, quando ancora non era assessore – la Santelli è riuscita in un mezzo miracolo: cancellare ritardi antichi ed assicurare alla Calabria la realizzazione di un’opera infrastrutturale da tanto, troppo tempo attesa». E la deputata forzista Maria Tripodi, in occasione dell’annuncio dell’avvio dei lavori del gateway, disse della Santelli: «è riuscita a mettere attorno ad un tavolo tutti i soggetti interessati al completamento della tratta ferroviaria, superando gli ostacoli burocratici che ne avevano impedito la realizzazione. È questa la strada maestra da seguire per la rinascita della nostra regione».

Questo collegamento, per il quale è quanto meno doveroso dire grazie alla presidente Jole, è la dimostrazione che non è vero che la burocrazia è imbattibile: una sciocca disputa ha tenuto bloccata 20 anni un piccolo tratto di strada ferrata dal grandissimo valore. Ora si tratta di sfruttare le opportunità offerte dal gateway. «La Regione – ha detto il presidente ff Nino Spirlì – è impegnata a concludere le attività per il trasferimento a Rfi del tratto ferroviario che da Rosarno porta al gateway, attraverso la stazione di San Ferdinando. Questo passaggio consentirà di connettere il Porto con la rete ferroviaria nazionale e internazionale. Allo stesso tempo, grazie all’accordo per l’area integrata di Gioia Tauro, sono già stati definiti i progetti per l’adeguamento e la riqualificazione viaria che miglioreranno la connessione tra l’area portuale e l’autostrada A2. Finalmente Gioia Tauro ottiene ciò che merita».

Anche il presidente degli industriali reggini Domenico Vecchio ha commentato con soddisfazione l’arrivo del primo treno di container a Gioia: «è un risultato atteso da tutto il sistema imprenditoriale locale e destinato a segnare, auspichiamo in modo duraturo e stabile, un cambio di rotta di portata storica per il presente e il futuro del più importante insediamento produttivo della Calabria. Oggi possiamo parlare a pieno titolo di Gioia Tauro come di una realtà moderna, all’avanguardia, capace di attrarre investimenti e pertanto perfettamente in grado di affrontare le complesse sfide della competitività imposte dai mercati internazionali. Una bellissima pagina di riscatto, che va di pari passo ai dati estremamente positivi registrati dal porto di Gioia Tauro in questo 2020 che, in forte controtendenza rispetto ad un anno funestato praticamente in ogni ambito dalla pandemia da Covid-19, si chiude con una crescita dei traffici di circa il 25% con una movimentazione annuale di oltre 3 milioni di teus che ha visto approdare sulle sponde gioiesi le più grandi navi portacontainer del mondo».

«Ad ulteriore riprova – ha sottolineato il presidente Vecchio – dell’eccellente lavoro condotto dal terminalista Til-Msc che fa capo al gruppo Aponte, il cui impegno sta conducendo Gioia Tauro con slancio, competenza e visione prospettica, passo dopo passo, verso un posizionamento di primissimo piano nel quadro della connettività internazionale. Adesso, auspichiamo che questo traguardo restituisca centralità e rilievo a Gioia Tauro nel quadro di una più ampia e strutturata strategia di sviluppo industriale nazionale che veda, proprio nel nostro scalo, il motore dell’economia e lo strumento di rilancio dei livelli occupazionali».

Secondo il consigliere regionale Domenico Giannetta il Porto «dotato di un proprio Terminal, può ambire a connettere i traffici movimentati tra l’estremo oriente e l’Europa. Dopo anni bui, sta vivendo un momento storico luminoso, frutto di una gestione commissariale sapiente e di investimenti efficacemente orientati a una sana politica di rilancio, rispetto alla quale questa legislatura regionale ha saputo fare, e bene, la propria parte. Ho inteso appurare – ha detto ancora Giannetta – dalla viva voce della leadership del Porto, i dati di impatto della struttura, che, nonostante la pandemia e la crisi internazionale che ha colpito i trasporti e i commerci, non solo hanno tenuto ma sono addirittura in crescita. Un fatto importantissimo che, anche alla luce dei nuovi investimenti e dell’insediamento del Terminal, consente di affermare che finalmente il Porto ha intrapreso il percorso che merita. Ciò significa centralità nella funzione strategica dei collegamenti internazionali, sia via mare che, finalmente, possiamo dirlo, anche via terra».

Ha parlato del suo personale impegno il sen. pentastellato Giuseppe Auddino: «Da tempo indico a Governo e Regione come uno dei principali ostacoli al rilancio dello scalo sia la questione delle competenze tra vari enti e istituzioni, segnalando la necessità di istituire un’unica cabina di regia con cui affrontare tutti gli interessi del sito e armonizzare le azioni necessarie. Insieme al Ministero, all’attuale viceministro del Mit Cancelleri, e all’ottimo lavoro svolto dal commissario Andrea Agostinelli si è instaurato un proficuo dialogo con le parti interessate e la Regione Calabria. Oggi parliamo di un altro grande risultato ottenuto! Il sogno del trasporto ferroviario delle merci da Gioia Tauro verso i grandi mercati europei diventa realtà!». (rp)