Sul consigliere supplente centrodestra spaccato, secondo il PD

Il ritiro della proposta di legge che avrebbe voluto istituire la figura del consigliere supplente, era inevitabile. Lo avevamo immediatamente suggerito alla maggioranza di centrodestra, ammonendo sia sull’aumento dei costi che sui profili di opportunità politica e di  costituzionalità per come è stato evidenziato in questi giorni da vari esperti della materia».

A sostenerlo è il gruppo del Pd in Consiglio regionale. «La spaccatura del centrodestra sul tema, che ha portato ad una discussione accesa fra i partiti che sostengono il governo Occhiuto – aggiungono i consiglieri regionali del Pd – non è un buon viatico per il futuro della Regione e ha fatto capire chiaramente che dietro questa proposta non vi era alcun obiettivo di miglioramento della macchina legislativa, ma soltanto la necessità di avere qualche poltrona in più, utile agli equilibri di maggioranza».  (rrc)

 

Giacomo Crinò: perché è utile il Consigliere supplente

Il consigliere regionale Giacomo Pietro Crinò, relatore del provvedimento sul cosiddetto “consigliere supplente” contesta le posizioni della minoranza: «Il centrosinistra e gli altri detrattori – ha detto – stravolgono ad arte il senso della proposta di legge regionale conosciuta come quella sul “consigliere supplente». Non ci può essere altra spiegazione alla campagna contro che viene portata avanti, pur sapendo di interpretare erroneamente contenuti e obiettivi. Parlano impropriamente di “poltronificio”, di aumento di spesa, e fanno riferimento a precedenti iniziative del genere che non riuscite ad arrivare in porto. Partiamo dal primo appunto: lo Statuto regionale calabrese prevede 30 consiglieri e 7 assessori. La proposta di legge inserita all’ordine del giorno della seduta del Consiglio regionale convocato per lunedì prossimo non intacca minimamente le norme statutarie. Al contrario, la proposta presentata rafforza la rappresentanza all’interno della massima assemblea elettiva della Regione. Dovrebbe essere superfluo soffermarsi sulla questione sollevata riguardante l’aumento di spesa in caso di “consigliere supplente”. A supporto della proposta di legge c’è una relazione finanziaria che dà la massima legittimità al provvedimento e stabilisce che nessun aumento di spesa è previsto per la nuova figura istituzionale, in caso di approvazione della stessa proposta. E questo dovrebbe essere abbastanza chiaro soprattutto a chi ha familiarità con tali procedimenti e per chi ha avuto la possibilità di visionare anzitempo gli atti allegati alla proposta di legge. Ma ci sentiamo in dovere di spiegarlo ai Cittadini tutti, di chiarire in maniera onesta che nessun aumento di spesa contempla tale nuova legge. Nessun impegno di spesa e, pertanto, nessuna variazione di bilancio è necessario per dare concretezza all’istituto di incompatibilità tra la carica di Assessore e quella di Consigliere regionale, che sta alla base della proposta di legge. La conoscenza di tutto ciò fa comprendere il comportamento di tutti coloro che anche in queste ore gridano chissà a quale scandalo, a quale beffa nei confronti dei Calabresi. Questa è solo demagogia, populismo, propaganda ingannevole. Chi ora punta il dito contro una proposta di legge che mira principalmente a conferire agli Organi regionali la massima efficienza, sa di mentire, sa di alterare la verità. Significa ingannare la comunità calabrese con trovate che con la realtà dei fatti non hanno nulla da dire. Ai Cittadini abbiamo tutti il dovere di parlare il più chiaro possibile e, in questo caso, dire papale papale la verità che si conosce ma che si vuole diffondere pretestuosamente in maniera distorta. Sembra che in Calabria sia anche difficile migliorare la democrazia, rafforzarla sempre più in direzione della volontà popolare sovrana. Non si spiega, allora, come mai in altre Regioni da anni è in vigore una legge simile e da noi suscita, a giudizio di qualcuno, oscenità. Allora deve essere chiaro a tutti che chi continua a parlare contro la proposta di legge che portiamo nei prossimi giorni all’esame del Consiglio regionale, lo fa con una chiara intenzione di ingannare i Calabresi, coscienti di farlo. Il dibattito nella seduta prevista, che seguirà alla mia relazione di presentazione, permetterà di tagliare ogni tipo di speculazione, ogni tipo di attacco precostituito e basato su semplici fantasie». (rcz)

Consiglio regionale: baruffa annunciata per la proposta del consigliere supplente

Nel corposo ordine del giorno del Consiglio regionale di oggi spicca la proposta dell’istituzione, sull’esempio di altre Regioni italiane, del consigliere supplente, facendo diventare regola l’incompatibilità tra consigliere e assessore. In buona sostanza, l’impianto della legge, contestatissima dall’opposizione che cerca pretesti populisti per dare segni di vita, non è sbagliato: c’è un ruolo di governo che dev’essere sotto il controllo del parlamentino regionale. E se un assessore è anche consigliere regionale, difficilmente non si può fare a meno che controllore e controllati finiscono per avere una visione comune.

Il Presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, interviene sulla diatriba, cercando di fare chiarezza, nell’auspicio che la riunione dei capigruppo prima della disusscione in aula faccia ritrovare l’equolibrio necessario, nel bene esclusivo della Calabria. Di sicuro è pretestuosa la contestazione di spese aggiuntive: lo statuto della Regione indica in 7 gli assessori e in 30 i consiglieri regionali: se c’è una supplenza, chi viene sostituito “momentaneamente”, ovvero fino a quando non decade dall’incarico di assessore non percepisce gli emolumenti da consigliere. Quindi la spesa rimane immutata, o, almeno, il buon senso lascia sperare  che sia proprio così. Il Presidente Occhiuto ha mostrato qualche perplessità sulla proposta. Vedremo come andrà a finire oggi in Consiglio regionale. La baruffa annunciata potrebbe anche risolversiin un’intesa che, salguardando il diritto degli elettori calabresi che hanno scelto i propri rappresentanti, permetta di dare piena rappresentanza agli eletti attribuendo il potere di controllo che la legge assegna loro sugli atti del Governo regionale. (rrm)


IL PRESIDENTE MANCUSO: POLEMICHE STRUMENTALI

di FILIPPO MANCUSO

Per il rispetto delle prerogative di tutti i consiglieri che la carica di Presidente dell’Assemblea regionale mi impone, non ho inteso fin qui prendere posizione sulla proposta legislativa dei gruppi di maggioranza finalizzata a introdurre, anche  in Calabria com’è stato fatto in altre Regioni (Lombardia, Umbria, Emilia Romagna, Molise e Abruzzo), l’incompatibilità tra lo status di consigliere regionale e quello di assessore. Tuttavia di fronte alle  polemiche strumentali di quella parte delle opposizioni che irresponsabilmente agita, in linea con le più deplorevoli forme dell’antipolitica populista, lo spettro della spesa facile e dell’utilizzo spropositato delle risorse pubbliche, mi corre l’obbligo, a tutela della reputazione del Consiglio regionale  e della facoltà di ogni consigliere di esercitare liberamente le funzioni legislative,  di escludere categoricamente che la proposta in discussione porti a un aggravio della spesa. Tantomeno a un sovvertimento delle norme dello Statuto regionale.

La proposta di legge, qualora approvata, non modifica la previsione statutaria di 30 consiglieri e di 7 assessori che, infatti, rimane inalterata. Ma, al contrario, attua, introducendo la figura del consigliere – supplente, un principio fondamentale dello Stato di diritto e delle democrazia liberali: l’incompatibilità tra lo status di consigliere regionale e quello di assessore. Si vuole cosi distinguere, nettamente, la funzione di controllo e vigilanza, tipica del  consigliere regionale, da quella gestionale che spetta all’assessore.

Sorprende che dinanzi al tentativo di riorganizzare, nel pieno rispetto dei principi costituzionali, l’architettura istituzionale della Regione per renderla più trasparente, democratica ed efficiente, parte delle opposizioni, anziché confrontarsi nel merito, lanci accuse di sfacciato utilizzo delle risorse pubbliche, dimenticando che questo Consiglio regionale, anche sulla riduzione dei costi della politica, non ha nulla da rimproverarsi. Avendo, fra l’altro, ridotto  all’essenziale le proprie esigenze istituzionali, fino al punto di restituire alla Giunta ben 13 milioni di euro da utilizzare per politiche dello sviluppo economico e sociale. 

Precisati i punti fondamentali che rendono opportuna e necessaria  la proposta di dotare la Regione del consigliere-supplente, e auspicando che la dialettica maggioranza-opposizioni recuperi, nell’interesse della Calabria, i tratti della leale collaborazione, mi attiverò – d’accordo col presidente Occhiuto e i capigruppo della maggioranza -, affinché  la discussione in Aula della proposta sul consigliere-supplente, sia preceduta da una serena discussione in un’apposita riunione dei capigruppo di maggioranza. Sarà quella la sede per chiarire definitivamente la linearità democratica dell’iniziativa e la sua documentata invarianza di bilancio. Nonché l’occasione  per un complessivo approfondimento delle norme utili ad assicurare più corrette e produttive relazioni politiche e istituzionali  fra Giunta e Consiglio regionale.  (fma)

(Presidente del Consiglio regionale della Calabria)

Lo Schiavo: istituzione consigliere supplente emblema della vecchia politica calabrese

Il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, ha definito la proposta di legge che prevede l’istituzione del consigliere supplente «una modifica normativa emblematica del vecchio modo di fare della politica calabrese».

«Un vero e proprio blitz – ha aggiunto – che porterà in aula, senza passare dalle Commissioni e quindi forzando l’iter legislativo, la norma che introduce la figura del consigliere supplente per chi passerà in Giunta dagli scranni di Palazzo Campanella».

«Questa volontà di riforma – ha spiegato Lo Schiavo – è evidentemente il frutto del tentativo di chiudere rapidamente il puzzle della Giunta e della necessità politica contingente di far quadrare gli equilibri nella maggioranza, offrendo garanzie ai partiti e ai consiglieri che faranno il loro ingresso nell’Esecutivo e nell’assemblea regionali. Tutto ciò, in prima istanza, comporterà evidentemente un aumento di costi, con il raddoppio delle indennità e l’aumento delle strutture che verranno a crearsi ex novo con l’ingresso dei consiglieri supplenti».

«Sul piano tecnico-normativo, poi – ha proseguito – si andrebbero a piegare le regole istituzionali e il principio della rappresentanza ad un’esigenza contingente, cambiando le regole del gioco per necessità politiche: questo un legislatore serio non può permetterselo. A mio avviso, se proprio si vuol sancire un’incompatibilità tra i ruoli di consigliere e assessore, allora si dovrebbe adottare il modello dei Comuni: il consigliere che diviene assessore si dimetta dal Consiglio e si eviti così di istituire la figura del supplente che, evidentemente, sarebbe sempre e comunque vincolato alla linea del presidente».

«Quest’ultimo infatti, in qualunque momento – ha detto ancora – potrebbe farlo decadere revocando le deleghe all’assessore supplito. Altro che “la Calabria che non ti aspetti”, come recitava lo slogan elettorale del presidente Occhiuto. Questo blitz dimostra come la musica non sia affatto cambiata e come, al contrario, lo spartito sia sempre identico a quello eseguito nelle ultime legislature».  (rrc)