COSENZA – Il 26 e 27 settembre la festa popolare “A’ Rodda”

Nell’ultimo weekend di settembre, il 26 e il 27, è in programma, nella Piazza Piccola di Cosenza Vecchia, la festa popolare A’ Rodda.

Nel cuore di Cosenza Vecchia, tra la Chìesa matre, ‘u Chianariaddru, ‘a Chiazza Picccula e ri Vardesi, prenderanno vita mercatini, libri, concerti, spettacoli teatrali, poesie, arte, dibattiti, giochi, cene e momenti conviviali. Tutto è organizzato in piena autonomia dal quartiere e per il quartiere.

Rodda – che si pronuncia Roddra – «significa “riunione di gente, crocchio di persone in cerchio”. Secondo John Trumper e Marta Maddalon – si legge in una nota – questa variante del termine potrebbe essere stata portata dagli Occitani che nel ’300 si insediarono a Fuscaldo, Guardia, Montalto e altri centri della provincia. Considerati eretici in quanto valdesi, nei due secoli successivi subirono gravi persecuzioni per mano dell’Inquisizione».

«È una delle parole – prosegue la nota – che gli abitanti del centro storico usano ancora, ma si è quasi estinta e non affiora più dalle bocche dei cosentini che vivono nel resto della città».

«Nel rispetto delle regole sul distanziamento – prosegue ancora la nota – vogliamo ritrovare le tante persone che abitano il centro storico e che si sforzano di continuare a mantenerlo vivo. Ci piace tornare a interrogarci, a riscoprire il gusto e la gioia di mangiare insieme, ballare, giocare, ragionare in senso circolare. In queste due giornate formeremo piccole e grandi rotatorie umane: lasceremo scorrere all’indietro la ruota del tempo affinché ci accompagni al prossimo futuro».

«Ispirandoci alle antiche origine bruzie della città, all’esodo dei Bretti in fuga dai Lucani e alla loro capacità di e-radicarsi per andare ad attecchire e germogliare altrove – continua la nota – rileggeremo le nostre origini in chiave propulsiva e propositiva, nel tentativo di innestarle nel sogno di costruire una città migliore».
«Vorremmo che questa Roḍḍa – conclude la nota contribuisse a risvegliare le energie vive. Nel mito fondativo Cosenza nacque da un atto di ribellione. Così anche noi, dinanzi alla minaccia di una sottomissione perpetua ai potenti e corrotti che da sempre infestano le nostre contrade, ci auguriamo che questa rassegna di eventi sociali e culturali possa aiutarci a immaginare un cammino nuovo». (rcs)