«Con il Decreto dignità – ha detto il deputatoM5S Alessandro Melicchio in Commissione Cultura – questo Governo punta tutto sul lavoro stabile e duraturo nel tempo, vicino alle fasce deboli e ai precari. Ci siamo impegnati su questa linea anche nel campo della ricerca, tutelandone il personale e destinando 68 milioni alla stabilizzazione dei precari degli Enti. Non solo. È stato approvato un ordine del giorno a mia prima firma che impegna il governo a valutare la possibilità di applicare delle deduzioni fiscali, già in essere per gli enti privati, anche per gli Enti pubblici incentivando così l’assunzione di ricercatori e tecnici. Questo governo – ha detto l’on. Melicchio – crede nella ricerca scientifica come missione etica, di responsabilità e merito alla base del progresso del Paese. La crescita del Pil è direttamente correlata con gli investimenti fatti in questo prezioso settore che si traducono poi in sviluppo. Il sistema della ricerca non ha avuto vita facile nel nostro paese con i precedenti governi e non è più tollerabile il continuo depauperamento del nostro “capitale umano”. Lo Stato può offrire delle opportunità concrete per i nostri “cervelli in fuga”, risorse preziose a cui non dobbiamo più voltare le spalle». (rp)
SANGREGORIO (USEI): IL DECRETO DIGNITÀ PUNITIVO PER LE AZIENDE
Il deputato Eugenio Sangregorio (presidente dell’USEI – Unione Sudamericana Emigrati Italiani) ha preso posizione su decreto dignità appe approvato. «Sia da politico, sia da imprenditore – ha dichiarato – sono convinto che questo decreto possa solo arrecare danni all’Italia, causando una contrazione degli investimenti delle imprese e determinando di conseguenza una diminuzione dei posti di lavoro».
«Questa norma – continua il presidente dell’Usei – determina in primis un irrigidimento del mercato del lavoro, esattamente quello che non serviva in questo momento al nostro Paese, in più andrà a mio parere a creare maggiore incertezza per tutti i lavoratori “precari”, non vedo oggettivamente una situazione migliorativa rispetto al Jobs Act».
“Non mi convince nemmeno l’aumento dei contributi che mi sembra una manovra punitiva nei confronti delle imprese, per le quali invece andrebbero studiate agevolazioni fiscali”, ha concluso l’on. Sangregorio. (rp)