LAMEZIA – Il consigliere D’Amico: installare punti Drive-trought

Il consigliere comunale Antonietta D’Amico ha chiesto all’Asp di procedere, anche a Lamezia Terme, all’installazione di Drive-trought per poter eseguire tamponi.

«Ad oggi – si legge in una nota del consigliere – si assiste ad un numero consistente di casi positivi a Covid-19, motivo per cui le strutture che si occupano di elaborare i tamponi molecolari sono in affanno. I tempi di elaborazione e di refertazione sono molto lunghi e la grave conseguenza è quella di non intervenire tempestivamente nell’isolamento di un soggetto positivo o di tenere, ingiustamente, in isolamento soggetti negativi».

«Attualmente – ha aggiunto – i tempi di attesa per la refertazione di un tampone molecolare sono di 6-8 giorni. Sembra quindi evidente che bisognerebbe adottare un sistema di testing, che punti sull’applicabilità della tecnica su larga scala, al fine di testare numeri elevati di soggetti per ottenere un discreto contenimento della circolazione virale. Per i sintomatici e per coloro che hanno avuto contatti stretti con un sintomatico, l’uso di un test antigenico rapido (naso-faringeo) potrebbe accertare la positività in tempi brevissimi (15-20 minuti). Questi test, oltre a dare risultati in breve tempo, sono sicuramente dal costo più contenuto dei classici tamponi molecolari ma hanno una sensibilità ad essi sovrapponibile».

«L’utilizzo dei drive-trough (esecuzione del tampone direttamente dalla macchina) – ha proseguito il consigliere D’Amico – per l’esecuzione dei test antigenici rapidi, avrebbe notevoli vantaggi nel velocizzare l’identificazione dei positivi in maniera rapida ed efficace e decongestionerebbe i laboratori che potrebbero così dedicarsi alla conferma dei positivi identificati mediante tampone rapido. Tutto questo potrebbe essere utile se applicato agli studenti che restano per giorni nell’attesa di effettuare un tampone molecolare o, peggio ancora, restano in attesa del referto in isolamento».

«Il tampone molecolare – ha continuato – va usato quando i tempi di risposta sono ragionevoli (24 ore) o, in caso di negatività al test antigenico rapido, quando il paziente rimane ancora sintomatico e/o è in peggioramento. Da madre sono molto preoccupata per la critica condizione sanitaria in cui ci ritroviamo, certamente dovuta, ormai è chiaro a tutti, ad una gestione nefasta della sanità in Calabria in generale, ed a maggior ragione purtroppo, nello stato pandemico in cui ci ritroviamo. Tuttavia mi preoccupa moltissimo anche l’impatto socio-culturale che questa immane tragedia storica avrà sui nostri bimbi, soprattutto i più piccoli ed i ragazzi diversamente abili, che ancora una volta si vedranno privati di quel sacro arricchimento personale ed educativo che solo la Scuola in presenza può offrire loro». 

«Non sono assolutamente da sottovalutare – ha detto ancora Antonietta D’Amico – tutte quelle insidie che nasconde la didattica a distanza (dad), come il rischio di aumentare le disparità sociali; le difficoltà a seguire la dad per la fascia di età che va dai 3 ai 12 anni; le grandi difficoltà ad accedere alle connessioni per molte famiglie; o il rischio, non indifferente di circolazione virale alle categorie più deboli, quali i nonni, che inevitabilmente si troveranno ad essere un supporto nelle famiglie con genitori lavoratori».

«Per questo – ha continuato – credo fermamente che sia essenziale procedere al più presto a questo tipo di monitoraggio – installazione di punti Drive- Trought, in modo da auspicare in tempi brevi la riapertura delle scuole, facendo così in modo che i nostri bambini, nella massima sicurezza per tutti, possano non perdere altri preziosi momenti di crescita». 

«Probabilmente – ha concluso il consigliere D’Amico – chiudere le scuole è un provvedimento che impatta nel breve periodo sulla diminuzione della circolazione virale ma potrebbe non essere un buon sistema in termini di salute pubblica a lungo termine. La scuola è un posto relativamente sicuro, mentre ci sono notevoli criticità, in molti altri contesti, che dovremmo essere disposti a sacrificare, noi adulti, per il benessere psicofisico dei nostri figli». (rcz)